Madre, figlia e i fratelli del "boss,, arrestati per il sequestro di Torielli

Madre, figlia e i fratelli del "boss,, arrestati per il sequestro di Torielli E la prima decisione presa dal magistrato di Milano Madre, figlia e i fratelli del "boss,, arrestati per il sequestro di Torielli Ln.dre SOn0 m0gHe 6 f,glia del custode deI,a villa dell'industriale di Vigevano - I due uomini appartengono alla lamiglia Guzzardi, il cui "capo", Francesco, è introvabile - Le accuse: sequestro di persona e favoreggiamento il rapimento forse ha rapporti con l'assassinio del "corriere" dei diamanti a Varese e del "mafioso" a Palermo - Un giro di dollari e lire false - Anche Michele Misiti (fratello della donna arrestata) è in carcere per valuta contrallallà - Torielli fu prigioniero in un "bunker" nella brughiera di Gallarate presso una ex fabbrica d'aerei? (Dal nostro inviato speciale) Milano, 15 febbraio. Da ieri sera, Caterina Misiti, la figlia Giancarla Ferri, i fratelli Michele e Calogero Guzzardi, fermati poche ore dopo la liberazione dell'industriale vigevanese Pietro Torielli, sono in stato d'arresto. Le imputazioni sono di « concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione» per alcuni, di «favoreggiamento » per gli altri. Il provvedimento è stato preso dal sostituto procuratore dottor Caizzi allo scadere del settimo giorno del fermo. Sembra che sia stata determinante anche la deposizione resa ieri mattina al magistrato dalla moglie dell'industriale. La donna ha avuto una parte importante nella vicenda. E' stata lei che per due volte, accompagnata da Michele Guzzardi e dalla sua fidanzata Giancarla Ferri, ha portato le rate del riscatto nei luoghi indicati dai banditi. Lunedì, il dott. Caizzi andrà a San Vittore per interrogare i quattro arrestati. L'inchiesta procede congiuntamente su due fronti: a Milano e a Palermo. Nel capoluogo siciliano è stato assassinato domenica Giusto Saitta, uomo di fiducia della famiglia Guzzardi, la cui presenza, dopo parecchi mesi di lontananza, era stata segnalata a Vigevano nei giorni del rapimento e durante la lunga prigionia del Torielli. Ancora non è stato accertato se il suo omicidio è collegato col sequestro dell'industriale, ma gli inquirenti sono concordi nell'affermare che Giusto Saitta nella vicenda ha svolto un ruolo importante. Stamane il capo della Criminalpol, dott. Sgarra, si è incontrato a Vigevano col maggiore Cappelluzzo, il cap. Chirivì, e il/ vice questore Scavone. Da Palermo sono arrivati i verbali relativi all'assassinio del Saitta e ai suoi spostamenti nell'isola e in Calabria nel mese di gennaio. Alle indagini collabora anche la polizia di Varese, in relazione all'omicidio di Giovanni Macaluso, un sorvegliato speciale ucciso a colpi di pistola nella notte del 14 novembre scorso. Nell'abitazione della vittima era stato trovato un taccuino in cui, fra gli altri, figurano i nomi dei fratelli Guzzardi. Il Macaluso, nativo di Partinico (Palermo), era il « corriere » di una « gang » specializzata nel contrabbando di diamanti. Quando lavorava in Germania, alcuni anni fa, era stato coinvolto in un traffico di dollari falsi. I suoi assassini non sono mai stati scoperti. Si era detto che forse era stato «giustiziato » dai complici perché aveva commesso qualche « errore ». Nelle sue tasche erano stati trovati diamanti per alcuni milioni. Quali rapporti possono aver avuto i Guzzardi col Macaluso? Secondo la polizia un legame esiste. Gli inquirenti non parlano, ma appare evidente il loro interessamento al traffico di dollari falsi in cui fu implicato il Macaluso. Dollari falsi da una parte, banconote contraffatte per 300 milioni dall'altra. Questo denaro è stato trovato alcune sere fa abbandonato in una discarica nei pressi di Vigevano. Una banconota da diecimila proveniente dal mal loppo era custodita nel porta fogli di Michele Misiti (fra fello di Caterina Misiti, mo glie del custode di villa Tolielli) arrestato la scorsa notte alle porte di Brescia. Tra questa storia e il rapimento del Torielli vi sarebbe un nesso, almeno pei- gli inquirenti. Si lavora sul filo delle ipotesi: episodi apparentemente lontani tra loro finiscono col riportare gli inquirenti al colpo da 1250 milioni. E' evidente che dietro a tutto questo c'è una grossa organizzazione. Le persone coinvolte nel sequestro, Guzzardi e Misiti, provengono da famiglie mafiose. Fin dai primi giorni dell'inchiesta, da Palermo sono arrivati funzionari e carabinieri del gruppo antimafia. In questa intricata vicenda molte domande sono ancora senza risposta. Stamane gli inquirenti hanno avuto un lungo colloquio anche con Pietro Torielli. E' stato il primo incontro dell'industriale con la polizia. Sinora, infatti, le sue condizioni di salute non avevano permesso ai funzionari di avvicinare il giovane. Sembra che sia emerso qualcosa di nuovo. Forse è stato accertato dove il Torielli è stato tenuto prigioniero per 52 giorni. In un « bunker » nella brughiera di Gallarate, in una zona dove sorgeva una vecchia fabbrica di aeroplani. Rinchiuso nel rifugio, vi sarebbe rimasto per oltre un mese e mezzo. Francesco Fornari Vigevano. Pietro Torielli con la moglie Maria Luisa (Tclcl'oto Associated Pi css)