Una polemica su 357 medicinali "inutili" divide l'Inam e il ministero della Sanità di Francesco Santini

Una polemica su 357 medicinali "inutili" divide l'Inam e il ministero della Sanità Dopo le dimissioni di tre membri da una commissione Una polemica su 357 medicinali "inutili" divide l'Inam e il ministero della Sanità I farmaci, che secondo una commissione dell'Inam provocano "effetti collaterali indesiderati", avrebbero dovuto essere esclusi dal prontuario destinato a 30 milioni di mutuati - Invece sono stati riammessi -1 pareri de! ministro Gaspari e del presidente dell'ente, Turchetti - La magistratura indaga dall'estate scorsa (Nostro servizio particolare) Roma, 14 febbraio. Un conflitto latente tra ministero della Sanità ed Inani ha impedito al maggior ente di assistenza italiano di escludere dal suo prontuario, destinato a trenta milioni di mutuati, 357 specialità farmaceutiche che una commissione di scienziati ha giudicato non utili. Con un eufemismo i prodotti incriminati sono stati definiti « specialità costituite da uno o più principi attivi il cui impiego in terapia può indurre effetti collaterali indesiderati, non compensati da vantaggi terapeutici ». Al di là della formula burocratica, sembra accertato che, in alcuni casi, gli « effetti collaterali indesiderati » abbiano avuto conseguenze irreparabili. Il primo allarme La polemica, giunta in Parlamento — alla commissione Sanità della Camera — sembra destinata a montare. Un'inchiesta della magistratura è in pieno svolgimento dall'estate scorsa; ma a chi oggi domandava al pretore Gianfranco Amendola di fare un punto sulla situazione, il magistrato rispondeva che l'istruttoria è in corso e che il segreto d'ufficio impedisce ogni indiscrezione. Di certo ci vorranno ancora molti giorni per conoscere la sentenza. A scatenare l'allarme, sono state le dimissioni di 3 membri della commissione scientifica nominata dall'Inani per rivedere il prontuario terapeutico destinato ai sanitari convenzionati ed alle farmacie con l'elenco dei medicinali «rimborsabili» o gratuiti. I primi a dissociare il proprio operato ed ogni responsabilità dalla decisione del consiglio d'amministrazione dell'Inam di riammettere i medicinali incriminati sono stati Vittorio Ersparmer e' Luciano Angelucci, dell'Università di Roma, seguiti poi da Raffaele Giuliano, biochimico, che ha rassegnato le dimissioni ieri. Nella polemica è intervenuto oggi il presidente dell'Inam, Paolo Turchetti, per ribadire che l'ente mutualistico ha operato «con assoluto scrupolo e nella piena osservanza delle decisioni degli organi deliberanti, sempre tenendo presente l'interesse generale degli assistiti». Turchetti fa quindi la storia della vicenda, spiegando che «dovendo rivedere il prontuario anche per aggiornarlo con nuove specialità, l'istituto nominò una commissione di consulenza con l'incarico di riesaminare tutti i prodotti contenuti nel vecchio prontuario in relazione alle più moderne esigenze assistenziali». La commissione, conclusi i lavori, avanzò l'ipotesi di depennare circa seimila specialità medicinali; si trattava di 1710 confezioni ormai irreperibili in commercio, di 1593 specialità superate da nuovi ritrovati, di 2881 medicinali i cui principi non portano ad un utile effetto terapeutico ed infine un numero imprecisato di specialità per le quali non era dimostrata l'azione terapeutica indicata. La notizia rimbalzò su molti giornali e ambienti vicini alle industrie produttrici insinuarono il dubbio che l'Inam avesse deciso di cancellare i medicinali per risparmiare parte dei 500 miliardi che ogni anno spende per i medicinali. Il presidente dell'ente mutualistico, a questo proposito afferma: «Ci fu così una fuga di notizia che dette luogo ad una campagna contro l'esclusione del prontuario di un certo numero di prodotti con effetti collaterali negativi rispetto ad un'efficacia generale terapeutica, piuttosto ridotta». Sui 357 prodotti incriminati l'Inam decise di inviare «tutti gli incartamenti al ministero della Sanità e di pronunciarsi definitivamente dopo il parere del ministro». «A metà dicembre — prosegue Turchetti — ci è stato comunicato un parere che esprime una valutazione difforme, sotto certi aspetti dalle conclusioni della commissione che nel frattempo erano state confermate anche per quanto riguarda gli effetti pratici, pur sottolineando l'esigenza di una più ampia revisione della materia». E così conclu¬ de: «I! 31 gennaio dopo varie comunicazioni informative, il consiglio d'amministrazione dell'Inam ha deciso a maggio'rama di riammettere i medicinali sospesi in precedenza e di riaffermare la necessità di riesaminare l'intero problema». Un prodotto diffuso Tra le specialità che l'Inam avrebbe voluto espellere dal prontuario ce n'è in particolare una considerata .dannosa da uno dei più eminenti membri della commissione scientifica, che ha però consentito alla Casa produttrice di fatturare in un solo anno ben due miliardi e trecento milioni di lire. Sul nome del prodotto si mantiene il riserbo assoluto ma, dalla cifra del fatturato, si può affermare che sia uno dei prodotti farmaceutici più diffusi. Il problema è stato affrontato oggi anche dal ministro della Sanità, Gaspari. Rispondendo in commissione alla Camera alle interrogazioni degli onorevoli Foschi (de) e Dolores Abbiati (pei), Gaspari ha confermato che il consiglio superiore di Sanità ha espresso all'unanimità parere contrario all'esclusione di una categoria di farmaci dal prontuario Inam. Il ministro ha, poi affermato che l'Inam ha invaso le competenze del suo dicastero, cui spetta il giudizio sugli effetti terapeutici dei medicinali. «Il ministero della Sanità — ha detto — non appena è venuto a conoscenza — peraltro con molto ritardo — delle conclusioni cui era giunta la commissione di esperti alla quale l'Inam aveva affidato l'esume di varie specialità medicinali, è intervenuto presso questo ente per chiedere la trasmissione degli atti cfte il presidente dell'Inam gli ha consegnato il 6 ottobre 1972. Comunicò in quella occasione la decisione del consiglio di amministrazione dell'ente sulla sospensione dell'inserimento nel prontuario terapeutico di un certo numero di specialità farmaceutiche». «Questa documentazione — ha aggiunto Gaspari — è stata trasmessa al consiglio superiore della Sanità che il 29 novembre 1972 ha espresso all'unanimità un parere contrario all'esclusione ritenendo alcuni dei farmaci in questione insostituibili». Le 357 specialità medicinali, pur riammesse con «pieni diritti» nel prontuario Inam, figureranno in un elenco allegato a parte. Questo eviterà ai medici convenzionati di ignorare i medicinali «inutili» che, come ci ha dichiarato il professor Angelucci, «altrimenti non avrebbero potuto riconoscere». Francesco Santini

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