Strangola la moglie a letto, sgozza la madre poi si lancia da un viadotto di ottanta metri di Remo Lugli

Strangola la moglie a letto, sgozza la madre poi si lancia da un viadotto di ottanta metri Agghiacciante tragedia nella casa di un professionista a Carcare Strangola la moglie a letto, sgozza la madre poi si lancia da un viadotto di ottanta metri famiglia - Non aveva mai dato alcun segno L'uomo, 52 anni, era conosciuto come una persona dolcissima tutta dedita al lavoro e alla di squilibrio mentale - Lunedì, come tante altre volte, aveva trascorso la serata in casa con la moglie, 44 anni, la madre, di 85, e i tre lìgli Dopo avere assistito al programma televisivo erano andati tutti a letto - Nulla faceva presagire la tragedia - Alle cinque scatta la follia omicida: con una cordicella soffoca la moglie addormentata, entra nella camera della madre e le affonda un coltello nella gola: non un grido - Poi sveglia uno dei Tigli: "Ho ucciso la mamma e la nonna, sono rovinato" - Fugge, raggiunge il viadotto e si lancia nel vuoto (Dal nostro invialo speciale) Carcare, 13 febbraio. Un uomo c impazzilo durante la notip, ha strangolato la moglie e sgozzalo la madre mentre dormivano, poi si è ucciso gettandosi da un viadotto dell'autostrada. E' una tragedia che non ha suscitalo soltanto orrore per l'efferatezza dei delitti, ma anche stupore per la personalità dell'omicida -suicida che era conosciuto da tutti come una persona equilibrata, seria, tutta dedita alla famiglia. Il protagonista e. il geometra Carlo Manzoni, 52 anni, alto, magro, stempiato. Abitava in una villetta a due piani in via Righilo 2, con la moglie Rosanna Pierdominici, 44 anni, laureala in chimica, insegnante alle scuole medie di Carcare; i figli Mario, 17 anni, liceale, Paola, di 12, alunna, della media, e Marco di 10 che frequenta la quarta elementare; e la madre Paola De Silvestri, di 83 anni, una donna minuta, vedova, che da un anno era costretta a letto da una paralisi. Il Manzoni era milanese e la moglie originaria di Finminata (Maceratai. Lui, immigrato a Carcare una ventina di anni fa, aveva lavorato presso l'impresa del comm. Dino Pierdominici, il quale ospitava nella propria casa la nipote orfana Rosanna. I due giovani si erano cosi conosciuti e, diciotto anni fa, si erano sposati. Un matrimonio perfetto, sotto tutti i punti di vista. Lui sempre rispettoso e cortese con la moglie, attaccatissimo ai figli con i quali trascorreva ogni ora libera. tempo libero iDa tre anni IPurtroppo di ne aveva poco, aveva lascialo la ditta del comm. Dino Pierdominici, divenuta negli ultimi anni la Icci, e aveva formato una società, la Mbr (Manzoni Ro-1bella Bertolotto) di cui egli |era amministratore delegato, La ditta, con circa venti ope-1rai. si occupa della costru-1zione di capannoni industriali, di case e di manutenzioni !I i stradali. Attualmente la Mbri Iha un cantiere a Veniimiglia, I 1 a Dego. Da ogni parte si dice | ''he l'azienda è in condizioni economiche buonp, senza al1 f;'ln problema. Anche perso 1 sull'autostrada dei Fiori; nei giorni scorsi ha vinto una gara d'appalto per la costruzione di una casa popolare nalmente, ilt Manzoni dispo! neva di alcuni alloggi, uno I a Limone, dove la famiglia si recava di tanto in tanto i per i weekends. Racconta il geometra Vincenzo Badella. funzionario dell'autosl rada Cova - Savona: «Ci siamo incontrati :?ri, io, ' lui e il suo socio. Lorenzo Rcbclla. Abbiamo parlato di cose d'attualità, lui ha acceni nato anche a progetti per il futuro, (ira, ripensando al suo incontro, posso dire che | a tratti lasciava cadere il discorso, come se fosse sopra ' pensiero. E' una considerazione che faccio adesso, dopo aver saputo quello che e successo: ieri mi era parso nor| malissimo. Di carattere e sempre stato piuttosto chiuso, ma pronto, talvolta, alla battuta scherzosa. Sul lavoro era preciso, ponderalo ». La dottoressa Giorgina Pierdominici. cugina di Rosanna, che lia una farmacia a San Giuseppe di Cairo, dice: « le- ri Carlo è entrato eia, ha comperato in farinadelie par- ze e dei cerotti da mettere nell'armadietto di pronto soccorso del suo cantiere a Ventnniglia. Ha scambiato qualche parola con mio marito, era normale ». La dottoressa Giorgina Pierdominici abita nella stessa casa del Manzoni, al piano terreno. «Se qualcuno avesse alzato la voce al piano di sopra, avremmo subito sentilo, dice. Posso affermare che era la famiglia piii felice che abbia conosciuto ». Di solito anche i casi di pazzia improvvisa sono preceduti da un periodo più o meno lungo in cui il carattere del soggetto appa.re profondamente mutato: in genere c chiuso, sfugge la compagnia, rifugge dal colloquio. Tutte cose che non sono accadute con il Manzoni. La moglie di Lorenzo Rebel.a dice: « E' venuto a casa nostra, ieri, per parlare d'affari: le solite cose, normalissime: era anche scherzoso ». Qui la follia è veramente esplosa senza farsi preannunciare da alcun sintomo. Ieri il Manzoni ha mantenuto i solili contatti, ieri sera è rincasato per la cena alle 20, ha mangiato, ha scritto una lettera indirizzata ad un club tennistico di Varese por prenotare un periodo di soggiorno per i figli, in luglio. Ha scherzato un po' con i ragazzi, poi si è messo a guardare la televisione, con la moglie e il tìglio maggioro. Mario, mentre gli altri due sono andati a dormire. Sul video c'era la tragedia shakespeariana Giulio Cesare. 11 Manzoni l'ha seguita con molto interesse, forse vivendola troppo intensamente, il figlio ha poi raccontato che nel momento culminante dell'uccisione di Cesare, il padre non ha stipulo trattenersi dal manifestare un certo sgomento e anche dopo qualche minuto ha ripetuto un paio di volle: «Guarda un po' che morte è andato a fare». E' stala, forse, questa scena dramma tìca, la molla che ha tatto scattare il meccanismo della follia? Tutto può essere: i meandri della psiche umana sono inesplorabili. La famiglia, dunque, va a dormire alle 23,15: i due coniugi nella loro camera. Mario nella stanza sua e del fratello che già è a lei tn. come Paola, che dorme su un divano nella sala. La madre di Manzoni, paralitica, è in una camera accanto. Una serata come cento altre, tranquilla c dolce, intrisa di Intimità familiare e di all'etto senza una parola di sgarbo o di rimprovero per qualcuno. Ma per le due donne si inizia un sonno che non avrà più fine, che j sconfinerà nella morte per ; mano di questo loro congiunj to, che pure è sempre stato I tutto rispetto e affetto. La tragedia incomincia presumibilmente alle 5 e un quarto. Carlo Manzoni ha una cordicella da pacchi, lunga mezzo metro (era già in camera, l'aveva in una tasca, o è andato a prenderla in un'altra parte della casa? Non si sa); ci fa due nodi alle estremità per poterla afferrare bene. La infila sotto il collo della mo- j glie che sta dormendo al suo | fianco. Agisce con mano leg- j gerissima perché lei. che pure ha un sonno delicatissimo, non s'accorge di nulla (non c'è alcuna traccia di collutta-1 zionei. Le mani che stringono i nodi delle due estremi- j là tirano, fortemente, ihesorabilmente. Rosanna Pierclominici intuire senza emettere I nemmeno un gemilo. Al piano di sotto c'è, sveglia per un malessere, la zia della dottoressa Giorgina, Palmina Pierdominici, e lei non sente nulla nel silenzio della notte. I casccovenimlainlacitazogiEmluelrismlarj srmI r: t"lgie23ìd Poi il Manzoni passa nella camera della madre. Ha lasciato il cordino intorno al collo della moglie. Qui si serve di un coltello a serramanico. Ma prima di usarlo mette un cuscino sul viso della madre per soffocarne ogni invocazione, quindi le pianta la lama nella gola: uno squarcio enorme, la morte istantanea. Ancora silenzio. Il pazzo, che finora ha agito in pigiama, si veste. Sono le 5,40. Entra nella camera dei figli maschi, senza accendere la luce. Ha in mano una pila elettrica accesa. Sveglia Mario. Dice, con parole faticose, smozzicate: « Ilo ammazzato la mamma e In nonna. Sono rovinalo », Subito dopo esce, j scende le scale di corsa. Il ragazzo, mezzo assonnato, rimugina quelle parole cosi tcrI ribili, non osa levarsi dal lct: to per andare a vedere se è | vero o so sta sognando. Più tardi dirà di non avere avuto l'impressione che suo padre volesse ucciderlo. Palmina Pierdominici sente i passi del parente, sente la serranda del garage alzarsi, la macchina mettersi in molo. Poi. quando la vettura è già partita, ode al piano di sopra delle urla: e Mario che è andaio a vedere e ha scoperto la tragedia. Palmina si veste, sale, si trova davanti ai cadaveri, da l'allarme, chiama un medico e i carabinieri. Arrivano il dott. Palazzi, medico conciono, e il maresciallo /.oppa. Ogni soccorso è inni ile. 11 leu. Volpini, comandante la tenenza di Cairo, dispone perché siano istiluili dei posti di blocco. Carlo Manzoni sta già correndo sull'autostrada dei Fiori, verso Sanremo. Ma si forma Ira il casello Est e il casello Ovest di Imperia, poco prima del viadotto che sovrappassa il fiume Impero, e la strada dei Francesi. Lascia la macchina in una piazzola, indossa un giubbotto fosforescente che aveva nel bagagliaio, si avvia lungo il viadotto, poi scavalca il parapetto e si lancia nel vuoto. Si sfracella, ottanta metri sotto, sull'asfalto della strada. Scoprono per primi il cadavere, alle 7,30, due bambini che stanno andando a scuola. Arriva il maresciallo Marras della questura di Imperia. L'uomo viene identificato, si telefona a Carcare dove sono già in corso le indagini. In tasca non ha alcu| no scrino chiarificatore, soliamo lettere e fatture che riguardano il lavoro. E ha due coltelli a serramanico, uno ancora intriso di sangue, il sangue di sua madre. Remo Lugli Imperia. Il punto. dell'autoslrad a. l'impresario ( Muraglia) La moglie Rosanna i | I