Molti corrono all'oro in Irpinia come in una storia del "West" di Adriaco Luise

Molti corrono all'oro in Irpinia come in una storia del "West" Dopo la "scoperta,, di un contadino ad Ariano Molti corrono all'oro in Irpinia come in una storia del "West" Per oggi previsto un massiccio arrivo di turisti da Napoli e dall'intera Campania per cercare il metallo prezioso nel greto del torrente Cervaro - "E' oro" dice il settantenne che ha raccolto una pietra gialla - "E' una semplice pirite" controbattono gli studiosi di mineralogia (Dal nostro corrispondente) Napoli, 10 febbraio. Ariano Irpino, cittadina a 48 chilometri da Avellino, ha assunto nelle ultime ore l'aspetto frenetico del vecchio West, da quando si è diffusa fra i monti e nella vallata la sensazionale notizia che in quella terra povera e inospitale era stato scoperto un giacimento aurifero. La febbre dell'oro ha acceso la fantasia I popolare, ha alimentato segrete speranze. Sulle rive del torrente Cervaro, dove un vecchio contadino del luogo ha visto luccicare fra le acque una grossa pietra, si è riversata una moltitudine di gente attratta dal miraggio della ricchezza. Oggi, la folla dei curiosi e degli improvvisati ricercatori ha potuto facilmente raggiungere le sponde del torrente che scorre a monte del paese a non più di 16 chilometri. Per disciplinarne l'afflusso è stato sufficiente il servizio d'ordine disposto dalle autorità locali. Non sarà cosi domani, giornata festiva. Da Napoli e dal capoluogo irpino è stato deciso l'invio di rinforzi. La sensazionale scoperta ha destato enorme interesse e si prevede che la corsa all'oro non subirà battute di arresto; né l'inclemenza del tempo, freddo e piovoso, costituirà un serio ostacolo. La febbre del prezioso metallo ha contagiato tutti, anche alcuni ambienti universitari napoletani, in particolar modo gli studenti dell'Istituto di mineralogia, che hanno deciso un sopralluogo nella zona per «motivi di studio». Ariano Irpino, a 817 metri sul livello del mare, importante centro di comunicazione sulla strada per le Puglie, si prepara ad affrontare un'ondata di turismo fuori stagione. Ma c'è veramente l'oro sul greto del torrente Cervaro in questa terra che gli economisti definiscono l'«osso dell'Appennino» e che non conosce altra ricchezza se non le rimesse degli emigranti? A trasformarla in un moderno Eldorado è stato il contadino Nicola Tarantino, di 71 anni, nato e vissuto a Difesa' Grande, ima contrada che per un lungo tratto è delimitata proprio dal corso d'acqua «miracoloso». Camminando sulla sponda del torrente, ieri pomeriggio, è stato attratto dal luccichio di una pietra. E' sceso in acqua, l'ha raccolta tra le mani ed ha notato con sorpresa che aveva venature gialle. «E' oro» ha detto incredulo fra sé ed è corso di filato dai carabinieri. Mostrando al maresciallo, orgoglioso, il suo piccolo tesoro, ha gridato: «Voglio che lo sappiate tutti, l'ho trovalo io. Nel fiume c'è tanta fortuna per tutti, è finita la miseria per il nostro paese...». Invano i militari hanno cercato di tener nascosta la notizia, di ridimensionare il valore della scoperta. Nel giro di cmPrdtig pochi minuti, la cittadina è stata scossa da un fremito, da una esplosione di euforia generale. A gettare olio sul fuoco ha contribuito Generoso Maresca, proprietario di un'oreficeria sulla piazza principale: «Non vi son dubbi — ha detto —. Per me è oro...». «Ho inviato sul posto — di-i ce l'ingegner Sabatino Meneganti, direttore del distretto minerario della Campania — il collega ingegner Giuseppe Patti perché accerti il fenomeno e dica quanto c'è di vero in questa scoperta. Per mio conto, credo che si tratti d'un falso allarme, del cosiddetto "oro degli sciocchi". Potrebbe trattarsi di una semplice pirite, che può trarre in inganno chi non è competente. Del resto, la formazione geologica della zona, appartenente al periodo miocenico, in linea di massima lo escluderebbe. Per il passato sono stati compiuti rilievi minerari ma non abbiamo mai trovato dell'oro, soltanto zolfo, sale e gesso. Una parola definitiva la potremo dire dopo uno studio approfondito del materiale raccolto». Dello stesso avviso sono altri studiosi, tra cui il professor Renato Sinno, docente di mineralogia all'Università di Napoli. «A mio avviso — dice — è assurdo parlare di oro ad Ariano Irpino. Conosco la zona per avervi fatto molte ricerche e studi. Quello del torrente Cervaro, che sfocia. nell'Adriatico, è un bacino tipicamente sedimentario. Vi sono argille e sabbia, ma di oro nemmeno l'ombra. Se vi fosse, dal punto di vista geologico non è spiegabile. Sarà senz'altro una pirite, una pietra di bisolfuro di zolfo con venature gialle. A meno che il Signore non abbia voluto far giungere un po' di benessere in una delle zone economica- mente piii depresse dell'Appennino centrale». Adriaco Luise

Persone citate: Ariano, Giuseppe Patti, Maresca, Nicola Tarantino, Renato Sinno, Sabatino Meneganti