Blacula, il più nero dei vampiri

Blacula, il più nero dei vampiri LE ALTRE NOVITÀ CINEMATOGRAFICHE Blacula, il più nero dei vampiri II "black cinema" sui modelli europei - "Spruzza, sparisci e spara": vicende comiche, di produzione Disney "Il grande duello" : western - "Ancora una volta prima di lasciarci" : crisi coniugale, con Pani e la Bouchet Biadila di William Crain on William Marshall, Vonet a McGee, Denise Nicholas tati Uniti, colorì orino. (s.c.) Il «black cinema» mericano, prodotto diretto interpretato da negri, è nao con parto gemellare. Inieme a Super Fly, il gangter di colore più abile dei oliziotti bianchi, ecco sullo chermo un vampiro nero he succhia sangue con inordigia non inferiore a quela del più antico collega caratico. E' un principe africano del XVIII secolo che durante un iaggio in Europa, per chieere protezione e provvedimenti contro la tratta degli chiavi, capita per caso nel astello del conte Dracula. Ne uscirà immortale e vampiro. Biadila torna nella Los Angeles dei nostri giorni perhé ha ritrovato in una ragazza le sembianze amate della moglie. Vuole iniziarla al vampirismo ed averla al fianco nella sua bara per 'eternità. Ma il progetto inontra molti ostacoli. Poliiotti, amici e parenti della anciulla braccano il mostro, o inseguono per le strade, gli tendono una trappola e o costringono ad uscire alla uce del sole. Una fine «classica ». Il neonato filone « negro » pare limitarsi per ora alla fedele ripetizione di personaggi, situazioni e generi po polari senza novità di rilievo, escluso il colore degli attori. L'idea è curiosa e interessante per i significati culturali e sociali che rivela, ma i prodotti rimangono ad un livello tecnico ed mterCinema | Russe^ joe Flynn. Jim Bac icus prod. americana a co /0,-/ cinema Ariston. pretativo di medio artigianato. Blacula ruggisce, digrigna i canini ed in qualche momento riesce ad indovinare una efficace tensione narrativa. Per lui come per il « germano » Super Fly, qualcuno ha già avanzato un sospetto di razzismo nero. Appena arrivato il « black cinema » ha già una pesante condanna da respingere. * * Spruzza, sparisci e spara, di Robert Butler, con Kurt la.v.l E' una faceta conimediola nella quale non soltanto i ragazzi troveranno oc- casione di frequenti risate. I casi sono comici. C'è un personaggio che va in giro senza testa, un altro che circola disinvolto pur essendogli sparite le gambe. Questo succede per l'occasionale scoperta di uno studente americano: basta ch'egli spruzzi un liquido magico addosso a qualcuno perché costui diventi in tutto o in parte invisibile. La trovata ricorda un celebre film drammatico degli Anni 30, L'uomo invisibile, di James Whale, da un allucinante romanzo "fantastico" di H. G. Welles. Ma in quella pellicola le conseguenze dell'invisibilità erano fatali al protagonista; qui invece è tutto uno scherzo: per ridiventar visibili basta mettersi sotto la doccia. Sfruttata con garbo, l'idea base di questo film produzione Disney provoca una serie di episodi paradossali, che un esperto impiego dei trucchi fotografici rende credibili senza difficoltà anche agli adulti più smaliziati. Visibili o no, gl'interpreti assecondano il gioco con bravura. * * Il grande duello, dì Giancarlo Santi, con Lee Van Cleef, Peter O'Brien. Prod. italofranco-tedesca a colori. Cinema Corso. (a. v.) Lee Van Cleef, con il nero cappellaccio e la redingote indossata in quasi tutti i suoi film, è un ex sceriffo che si è tolto la stella emblema d'una giustizia per lui corrotta, allo scopo di poter colpire più liberamente un clan di farabutti, i tre fratelli Samson, abili nel sottrarsi ai rigori della legge. Il loro padre è stato ucciso; come reo è stato imprigionato un innocente, il giovane. Philip, che poi evaderà dal carcere. Gli scellerati fratelli vogliono sottrargli certi giacimenti auriferi da lui ereditati; ma Clayton, l'ex sceriffo, prende il giovane sotto la propria protezione; quindi realizza il suo compito di giustiziere indipendente sfidando il trio dei Samson in una soettacolare e vittoriosa resa di conti. Niente di nuovo, anzi molto di stantìo, in questo western casalingo, firmato dall'esordiente Giancarlo Santi. Nonostante l'impiego del grande schermo, il film è modesto per struttura e realiz- zazione, lento di ritmo e in qualche punto confuso. L'intento di imitare un paio di classici fordiani (il viaggio in diligenza da Ombre rosse e l'epilogo al corrai da Sfida infernale) si esaurisce in uno stanco ed esteriore ricalco, mentre l'uso indiscriminato della violenza rivela la matrice degli « spaghetti western ». * * Ancora una volta prima di lasciarci di Giuliano Biagetti,'con Corrado Pani, Barbara Bouchet, Franco Fabrizi. /Italia, colorì). Cinema Capito! (s.c.) Un matrimonio è finito: marito e moglie si incontrano per l'ultima volta e si impegnano nel minuzioso inventario del loro rapporto. E' il momento della sincerità. Allo spettatore, che si trova per un'ora e mezzo involontario testimone di intimità e confessioni anche scabrose, non viene risparmiato alcun particolare del libero ménage. Si sente parlare a lungo di insensibilità, incomprensioni affettive, fertilità, insicurezza, ambizioni di carriera, difficoltà economiche, ma a ben guardare sembra trattarsi soprattutto d'una lunga serie di adulteri. Animato da un pizzico di ironia e una dose sovrabbondante di nudità, il racconto scivola con disinvoltura, di sequenza in sequenza, fino alla separazione finale. Barbara Bouchet e Corrado Pani non serbano un velo nella loro autocritica. Intorno alla coppia si spogliano e si rivestono a tempo pieno le tante « cause » di questo naufragio coniugale.

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