I riformatori prendono forza e guardano al futuro governo di Loris Mannucci

I riformatori prendono forza e guardano al futuro governo Tra i gollisti e l'Unione delle sinistre I riformatori prendono forza e guardano al futuro governo Servan-Schreiber e Lecanuet: "La maggioranza avrà bisogno di noi" (Dal nostro corrispondente) Parigi. 9 febbraio. Dopo le dichiarazioni fatte ieri dal presidente Georges Pompidou i principali esponenti dei « Riformatori », in particolare il presidente del partito radicale, Servan-Schreiber, ed il presidente del « Centro democratico », Lecanuet, si vedono già arbitri della situazione che verrà a crearsi dopo le elezioni del 4 e dell'I 1 marzo, ed alla direzione del futuro governo. Tutti gli osservatori politici sono del parere che il partito gollista non avrà più, da solo, la maggioranza dell'Assem- blea nazionale, e difficilmente la potrà avere la coalizione dei gollisti, repubblicani indipendenti (giscardiani) e «Centro democrazia e prò-1 gresso» (Jacques Duhamel), jcosicché essa avrà bisogno Idell'apporto dei «riformatori». Il presidente Pompidou li ha già messi nel suo campo dichiarando che le prossime elezioni sono un «duello» tra l'unione delle sinistre e «tutti gli altri». La relazione di Lecanuet e di Servan-Schreiber, che si trovano a Lione per un comizio, è stata immediata. Il primo ha detto: «La dichiarazione del Presidente della Repubblica è la confessione aperta che la maggioranza uscente non è più in grado di vincere il duello contro le sinistre unite. Ed è anche la confessione che il Presidente della Repiu ea, prudente, non intende ,..à identificarsi con la maggioranza uscente. Senza di noi, riformatori, il duello sarebbe perso per Pompidou. per le istituzioni e \ni». per la Repubblica... Se il presidente Pompidou vuole evitare che l'estrema sinistra prenda il potere deve riconoscere che è giunta l'ora di cambiar politica, di cambiar maggioranza e di cambiare i dirigenti del governo. Il mutamento che noi rappresentiamo è in completa opposizione con la politica seguita dal gollismo». Jean-Jacques Servan-Schreiber ha dichiarato: «Siamo decisi a far applicare il nostro programma, e si sappia che non accetteremo sia preso a pezzettini. Saremo inflessibili nell'esigere una rottura con la politica fatta da quindici an- ! Nella sua intervista Pompi-| dou non ha fatto il minimo accenno al programma pre-sentato dal primo ministro in un comizio gollista il 7 gen- naio scorso; ha detto che la sicurezza della Francia ha bi- sogno dell'alleanza con gli Stati Uniti, ha ammesso la possibilità «di modificare qui o là una tendenza, di accen- tuare qui o là uno sforzo, d'a prìre di più la strada a uomi- i ni nuovi». E tutto ciò piace ai «riformatori» i quali affermano: «Il gollismo ed i suoi alleati perderanno la maggioranza schiacciante e noi saremo l'asse principale della maggioranza nuova». Le sinistre accusano Pompidou di voler far paura ai francesi agitando tra l'altro lo spauracchio di un altro «maggio 1968», e di non rispettare la posizione di arbitro al di sopra dei partiti perché si schiera al fianco di uno di essi. Il socialista Gaston Defferre, sindaco di Marsiglia, dubita tuttavia che i francesi «si lasceranno ingannare come nel novembre 1968». E Francois Mitterrand, segretario generale del partito 'socialista, ha dichiarato che risponderà lunedì, ricevendo i giornalisti, alle dichiarazioni del Presidente della Repubblica E' certo che le elezioni del 4 e dell'I 1 marzo assumono aspetti particolari: «Non sono più legislative, ma presidenziali», osserva L'Autore, mentre Combat constata che «il Capo dello Stato concepisce la maggioranza sulla misura dell'eternità», cioè immutabile, poiché egli non si sottoporrebbe ad una diversa da quella che vuole. «Se si poteva ancora dubitare che la Francia è in pieno regime presidenziale, ora non è più possibile», scrive Le Monde, che aggiunge: «Il Presidente si è impegnato a fondo. Il capo dell'Esecutivo è lui. l'ispiratore della politica è lui. la spada e lo scudo della mag gioranza è lui». Ma, secondo Jacques Fauvet. direttore di Le Monde, se le sinistre vin cessero le elezioni, Pompidou si dovrebbe ritirare, 1 Loris Mannucci

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