Medici: qualcosa di nuovo tra Israele e Paesi arabi di Igor Man

Medici: qualcosa di nuovo tra Israele e Paesi arabi Dopo il viaggio nel Medio Oriente Medici: qualcosa di nuovo tra Israele e Paesi arabi La mutata situazione internazionale e la "stanchezza" degli antagonisti fanno sperare nella trattativa (Dal nostro inviato speciale) | Beirut, 9 febbraio. Al termine della sua mis- j sione esplorativa in Medio Oriente (Egitto, Arabia Saudita, Libano) il ministro degli Esteri Medici pensa di poter dire, « col senso della misura che è nelle cose », come un nuovo periodo stia forse per incominciare «nei "rapporti" tra Israele e il mondo arabo in generale, in particolare con l'Egitto ». Questo nuovo periodo può trarre origine dai fondamentali cambiamenti nella situazione internazionale (accordo per la pace nel Vietnam) e dal fatto che oramai, sia da parte araba sia da parte israeliana, si sarebbe arrivati « a un momento di stanchezza ». In ogni caso, il ministro Medici ritiene che il pericolo di una nuova esplosione in Medio Oriente possa essere evitato « e lo sarà certamente se nei prossimi mesi verranno prese adeguate iniziative da parte di quanti hanno particolari responsabilità in questa regione: Comunità europea. Stati Uniti, Urss ». Ovviamente l'auspicata trattativa dovrà essere globale, giusta la risoluzione dell'Onu del novembre 1967, ancorché articolata in tempi successivi. Uno di questi tempi, anzi il primo, rimane l'apertura di Suez. Il giorno in cui avessero inizio i lavori per riaprire il canale, «il mondo si troverebbe ad avere imboccato una via da cui non sarebbe più possibile tornare indietro». La difficoltà risiede nel fatto che mentre per l'Egitto la riapertura del canale potrebbe essere una tappa del calendario di esecuzione della risoluzione Onu del novembre '67, per Israele un simile accordo dovrebbe esaurirsi in se stesso. Tuttavia, se è vero che Sadat ha assicurato il riconoscimento esplicito dello Stato di Israele, basterebbe forse una dichiarazione con cui Gerusalemme dichiarasse di accettare in principio le conclusioni dell'Onu per mettere in moto il meccanismo del negoziato. Ma per arrivare a stabilire una piattaforma di lancio del «missile - pace» occorrerà vedere le risultanze del viaggio di Golda Meir a Washington, dell'incontro tra Nixon e Breznev. Per intanto il nostro governo continuerà a coordinare la politica, avviata da tempo, e che in questi giorni, col viaggio esplorativo di Medici, «ha avuto esplicita intensificazione», una politica intesa a contribuire, insieme coi paesi della Comunità europea, all'avvio del negoziato in Medio Oriente. «In tal senso — ha detto ai giornalisti il ministro Medici — non mancheranno anche nostre indicazioni agli Stati Uniti e all'Unione Sovietica». Igor Man

Persone citate: Breznev, Golda Meir, Nixon, Sadat