Disavanzo
Disavanzo Disavanzo servizi colassistenza CRISI DELLA FINANZA LOCALE — E' la rottura dell'equilibrio tra entrate e spese. Una recente indagine della Mediobanca dimostra che nel quinquennio 1966-70 Comuni e Province hanno accumulato un disavanzo finanziario di 10.972 miliardi di lire ma questa crisi ha anche il significato più ampio di deficit .sociale, squilibrio tra domanda ed offerta di beni e lettivi (scuola, sanitaria, trasporti pubblici, verde pubblico, ecc.). Il siunificato più autentico è proprio questo: l'incapacità degli enti locali di fornire tutte quelle infrastrutture e quei beni « pubblici » che il cittadino-votante-consumatore esige con sempre maggior impazienza. FATTORI DI CRISI — Di massima sono tre. Il primo è il rapido ed intenso processo di urbanizzazione, alimentato — soprattutto a Torino — da una massiccia immigrazione dal Sud e dalle aree rurali. Il secondo è l'aumento dei redditi con incremento nei livelli di consumo privato. Ciò ha reso sempre meno tollerabile l'inadeguata possibilità di soddisfacimento delle aspirazioni nel campo dei consumi sociali. A questo è collegato il terzo fattore: l'insuccesso dello Stato nel contrastare un modello di sviluppo che privilegia il consumo individuale a scapito di quello collettivo. La crisi della finanza locale può essere « letta » in questa chiave: nella necessità, degli enti locali di sostituirsi allo Stato per colmare l'ampio divario tra aspirazioni e realtà in fatto di beni collettivi. AREE METROPOLITANE — Inutile dire che il divario è più avvertito nelle città al centro di grandi arce metropolitane, come Torino. Lo dimostrano ancora una volta i dati dell'indagine: l'indebitamento dei 6 principali comuni italiani (Genova, Palermo, Milano, Torino, Roma, Napoli) nel quinquennio 19661970 ha raggiunto i 3000 miliardi, ed è pari al Wo di quello del totale dei comuni d'Italia. Uno dei motivi del fenomeno sta negli « effetti di traboccamento » dei benefici della spesa locale: la città — come Torino — al cent ro di una grossa area metropolitana si vede spesso addossati servizi i cui benefici si diffondono su tutti i comuni della cintura, mentre le spese sono interamente sopportate dal Comune del polo centrale. Un esempio: gli oneri della gestione dei trasporti extra-comunali ricadono sul Comune di Torino, ed hanno ormai raggiunto i 6 miliardi di lire all'anno. POSSIBILI RIMEDI — S'è parlato di leggi speciali per le metropoli, della creazione del « comprensorio » da parte della Regione, di ristrutturazioni varie. I due problemi-chiave sono: 1) individuare il giusto livello di governo cui attribuire l'espletamento di una data funzione; 2) individuare l'ente che deve finanziare quella funzione. Si tratta di problemi che la Regione dovrà affrontare al più presto. Per affrontarli con qualche probabilità di successo può essere utile tener presente un principio fondamentale: quello di assegnare ogni funzione al livello di governo che permétta di minimizzare gli effetti esterni e il costo di produzione, tenendo nel debito conto la necessità di assicurare alla cittadinanza il massimo di partecipazione. Gianni Zandano Ordinarlo ili Economia Politica dell'Università di Torino urnmltCIptlftPmgsp servizi colassistenza
Persone citate: Gianni Zandano
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