Le risate con Walter Chiari poi tntti ascoltano la Vanoni

Le risate con Walter Chiari poi tntti ascoltano la Vanoni "Io con te, tu con me,, al teatro Alfieri Le risate con Walter Chiari poi tntti ascoltano la Vanoni lo con te, tu con me. vale a dire Walter Chiari, non c'è dubbio die « io » sia lui, e Ornella Vanoni, per tacere di qualche discreta intrusione di Carlo Campanini. Chiari recita, si fa per dire. Non l'ha mai fatto in trent'anni di teatro, figuriamoci in questo « appuntamento musicale » in sceim da ieri sera all'Alfieri dove deve limitarsi, e anche qui si fa per dire, ad essere quello che è («per me lo spettacolo è la continuazione della vita » scrive nel programma) o che il pubblico è abituato a credere che egli sia. La Vanoni canta, canta davvero, come pochi, pochissimi da noi, misurando a lunghi passi la ribalta come una belva in gabbia, aggredendo microfoni e spettatori con un piglio e una spavalderia che sono ormai la sua caratteristica cifra. Anche Campanini continua a fare quello che ha sempre e ottimamente fatto con lo stesso Chiari e con altri comici: la « spalla », sìa nella preistorica imitazione di « Stantio » e « Ollio ». sia in quella .non meno antica dei fratelli De Rege nella quale tuttavia il tubino e il nasone finto con baffi e occhiali di Ciccio De Rege toccano alla Vanoni. Oltre a cantare infatti, Ornella recita con i due compari in alcuni «sketches» larvali che dovrebbero variare la formula dello spettacolo, ma che servono soltanto a renderla più ibrida e più vaga. Vengono tutti sbrigati nel primo tempo dove per al¬ tro Chiari si fa la parte del leone. Non che nel secondo tempo il buon Walter scompaia o si tenga in disparte. Per un'abbondante mezz'ora ripete i'exploit del primo, di intrattenersi a tu per tu con il pubblico come l'ospite divertente che viene invitalo volentieri a cena perché tiene tutti allegri con la sua verve e la sua parlantina. Questa volta poi Chia7-i è ben servito da un copione, quasi tutta farina del suo sacco suppongo, che prende gustosamente in giro cantanti, canzoni e film o divaga, non setiza psicologiche finezze, sull'amore e sul sesso. Chiari dice un mucchio di cose, troppe come al solito, ma va anche detto che l'irrefrenabilità e gli straripamenti che spesso gli vengono rimproverati sono indispensabili a una escalation comica che lascia lo spettatore boccheggiante per le risate. E finalmente esplode la Vanoni che nella prima parte non ha più dì un paio di motivi. Accompagnata da un eccellente quintetto, strategicamente circondata da diffusori e microfoni, inguainata in un lungo abito nero che le scopre, benedetto, le spalle e la schiena, alterna vecchi e nuovi successi ma con parsimonia, forse per risparmiare la voce che le era mancata nei giorni scorsi ma che ieri sera le usciva di gola sicura e dirompente come suole. Fatto sta che potrebbe canta re qualche motivo di più magari pitturandolo un po' meno. Ma questo è un vezzo prodotto dalla sua stessa bravura, quella bravura che il pubblico ancora una volta le lui riconosciuto applaudendola lungamente alla fine. a. bl.