"Ho sentito le urla dei torturati"

"Ho sentito le urla dei torturati" Lorna Briffa parla dei mesi nelle carceri greche "Ho sentito le urla dei torturati" Lei stessa è stata ripetutamente schiaffeggiata, 4 giorni senza cibo né acqua (Nostro servizio particolare) Roma, 8 febbraio. Lorna Brilfa Caviglia, da pochissimi giorni in Italia dopo la liberazione dalle carceri greche, avrebbe dovuto tenere una conferenza nella sede dell'Associazione stampa estera, ma poiché l'olandese Calcina, che presiedeva l'incontro, ha impedito a quattro profughi greci di parteciparvi, ha abbandonato la sala. Con i giornalisti si è recala in via della Dogana Vecchia, nella sala dell'Istituto per lo studio della società contemporanea. La Briffa, in completo pantaloni e maglia color nero, ha iniziato parlando della sua « missione »: « Ero perfettamente consapevole dello scopo del mio viaggio, anche se non sapevo che Stathis Panagulis era già in Grecia. Dovevo consegnare una lettera in codice di cui conoscevo solo una parte del contenuto. Ai l'aeroporto era ad attender, mi una persona che. secondo gli accordi, avrebbe avuto un mazzo di fiori in mano. Si trattava di un certo "Giorgio " ». In realtà non era un amico di Pana gulis, ma un ufficiale della polizia greca. Il piano era stato preparato minuziosamente dagli agenti greci e « Giorgio » comparve al processo come testimone d'accusa. ci corso degli interrogato- ri subiti in carcere la Briffa comprese con estrema chia- rezza che il servizio segreto dei colonnelli sperava anche di gettare su Zambelis i il gra-co che le aveva affidato la lettera) l'accusa di essere stato uno degli organizzatori della strage di piazza Fontana a Milano. Briffa ha poi risposto ai giornalisti sul trattamento subito dalla polizia politica e in carcere: « Nei primi quattro giorni — ha detto — non ho avuto un letto, né acqua, né cibo. Continui, pressanti interrogatori aggravati ; da minacce e da pressioni ' psicologiche. Il maggiore Teo- , doro Theofiloijannus mi ha ripetutamente schiaffeggiata. Quel che ho subito io e nulla in confronto a quanto è stato fatto a Stathis Panagulis: dalla fessura della mia cella l'ho visto coperto di sangue, per una intera notte ho ascoltato le sue urla. Tutte le sere udivo grida di persone torturate, urla che cercavano di coprire alzando il volume di un televisore ». Per un mese e mei.. . la Brilla fu costretta a dividere la cella con una signora che aveva il compito di spiare tutti i suoi movimenti. Nonostante le minacce («ti romperemo i denti se non parli », « ti possiamo uccidere, tanto nessuno sa che sei qui»), la Briffa ha rifiutato di firmare i una dichiarazione per confes- jsare di essere stata inviata ta Grecia dal partito sociali- sta. « Volevano che una so-1 eia un agente provocatore dei « colonnelli », tale Marinos Ghsorgiu, che ha il suo quar liere generale a Zurigo, f. f. cialista sconfessasse il suo partito ». Parlando del suo arresto ha detto di essere convinta che « si è trattato di una trappola c di una volgare speculazione ». Ha poi affermato che tutto è stato organizzato ci I I !II|I|I I I \ I Roma. Lorna Caviglia Briffa, a sinistra, nella sede dell'Associazione stampa estera (Telefoto Associateti

Persone citate: Brilla, Lorna Briffa, Lorna Caviglia, Marinos Ghsorgiu, Stathis Panagulis

Luoghi citati: Grecia, Italia, Milano, Roma, Stathis Panagulis, Zurigo