Cade a pezzi il mattatoio regno di topi e sporcizia

Cade a pezzi il mattatoio regno di topi e sporcizia QUANDO AVVERRÀ IL TRASFERIMENTO? Cade a pezzi il mattatoio regno di topi e sporcizia Nel nuovo stabilimento delle Vallette (costo oltre 5 miliardi di lire) già si macellano ovini e suini - Ma il 60 0o delle carni bovine continuano a uscire dal cadente stabilimento di corso Inghilterra dove si lavora in condizioni igieniche intollerabili Nel decrepito mattatoio di corso Inghilterra si continuano a macellare bovini: circa 800 ogni settimana, in media 130 al giorno. Altri 700 capi sono settimanalmente abbattuti nel nuovo macello di via Traves, alle Vallette, che sembra aver lilialmente raggiunto l'auspicata funzionalità. Era costato oltre 4 miliardi, la sua costruzione era stata ultimata nel '70. Ma subito dopo l'inaugurazione ci si era accorti di molte sue insufficienze, legate alla « lavorazione » del bestiame. Ed era stato chiuso per le necessarie modifiche. I lavori supplementari sono costati più di mezzo miliardo: tutto, a quanto pare, va alla perfezione. Perché si continua a tenere in vita il mattatoio di corso Inghilterra? Sul finire dell'anno scorso era stato annunciato che nel gennaio '73 ogni attività sarebbe stata trasferita in via Traves. Ma, ancora oggi il vecchio macello lavora più del nuovo, quanto a bovini. C'è da credere che — co me sostiene l'assessore all'anno na Costamagna — entro il mese in corso l'ormai insostenibile si tuazione avrà termine? II centenario mattatoio di cor so Inghilterra ha subito una de gradazione completa. Cadente, an tigienico, terreno di scorribanda per una colonia di grossi topi nessuno da anni vi ha apportato la minima modifica. A tutti sem brava assurdo spendere denaro in lavori di rattoppo per una strut tura destinata a esser rasa al suolo entro breve. Cosi si è continuato a macellar bestie che scendono dai camion su pedane mob'Ii di icgno, traballanti; a colpi di bastone i. bovini sono avviati nelle corsie fra i padiglioni, dove la pavimemazione è a lastre di granito sconnesse, con tratti di terra battuta e rappezzi di cemento. Qui ogni animale, colpito calla pistola a percussore, si accascia fra la sporcizia. Viene issato a forza di braccia, con ganci arrugginiti, alla guidovia di ferro che corre lungo la parte esterna di ciascun padiglione. Quindi è scuoiato a mano e ripulito delle interiora, mentre gli inservienti adoperano getti d'acqua per rimuovere i rifiuti dal terreno. Ma per rimuoverli soltanto, non eliminarli. « Non c'e automazione — commenta un veterinario del Comune — tutto avviene con (ili stessi sìstemi in uso prima delta guerra: a forza di muscoli, a scapito dell'igiene. La campagna contro i topi di pochi anni or sono ha tatto una strage, ma non definitiva. Pian piano i ratti sono tornati alla carica, hanno figliato. Ora scorrazzano di nuovo in questo bell'ambiente c di notte sono padroni assoluti del campo ». « Se fino a oggi non è capitato qualche inconveniente serio, lo si deve al grande uso di acqua. Qui c'è un pozzo artesiano che per fortuna ce ne fornisce in quantità, oltre a quella dell'impianto idrico cittadino. A suon di lavaggi a pompa si è sempre cercato di mantenere puliti, entro il limite del possibile, ì luoghi in cui vengono macellati i bovini. Non ci sono stati casi di contaminazione delle carni. Ma tutto è sorpassato, crolla a pezzi. Anche chi lavora nel mattatoio è esasperato ». L'ambiente è in effetti regno dei topi, non c'è un locale o uno spiazzo che sia sistemato con decenza. Dappertutto muri rosicchiati dagli anni e dall'umidità, porte sventrate, telai di finestre arrugginiti, vetri rotti, tetti cadenti, terra rimossa e addossata all'esterno dei padiglioni, intonaci sgretolati, soffitti sul punto di sprofondare. Un'uniformità di colori — dal grigio muffa alla gamma dei marron che sfumano in macchie verdi e gialle — rende squallido e desolato ogni centimetro del luogo. Oltre un anno fa, durante un periodo di rallentamento dell'attività di macellazione fquando sembrava che il mattatoio dovesse funzionare soltanto in via Traves) i ladri hanno approfittato per far man bassa di quanto poteva ancora esser smerciato: gui¬ dttmdmccstvDociasmmtp dovie di ferro, porte, finestre, ca- | tene. Il già malconcio stabilimento, al ritorno dei grossisti e dei macellai era apparso spogliato delle sue indispensabili, anche se misere, attrezzature. Ma si era cominciato daccapo a lavorare, con espedienti e temporanei « restauri ». Ancora oggi si va avanti a questo modo. Il nuovo mattatoio di via Traves, al confronto, è un modello. Da mesi vi si macellano suini, ovini ed equini, mentre da qualche settimana sono state messe in funzione le « linee » adibite alla lavorazione dei bovini. Queste guidovie, completamente automatiche, limitano la fatica dei macellatori e soprattutto garantiscono l'igiene. Anche una linea provvista di scuoiatrice meccani- ca ha dato buoni risultati, nel prossimi giorni dovrebbe funzionare a pieno ritmo. « Lavorare qui — dice un macellaio ricordando le insufficienze del mattatoio di corso Inghilterra — è come passare dalla notte al giorno. C'è ancora qualcuno che ha nostalgia del vecchio complesso, ma soltanto per una questione di abitudine e di comodità, dato che è nel centro cittadino. Ma chi difende quella antiquata struttura, assomiglia alle persone che rimpiangono il tram a cavalli e non riescono a capire che il mondo cammina, che il progresso non si può arrestare. Comunque, qualsiasi operatore che abbia provato almeno una volta a venire in via Traves, non può onestamente affermare che il macello di corso Inghilterra è da tenere in funzione ». Su questo punto, per fortuna, tutti ormai sono d'accordo. Ciò che sconcerta la popolazione è la lentezza del « trapasso », il gioco dei rinvìi e delle scadenze non rispettate. « Ma ora siamo veramente alla conclusione — afferma il direttore dott. Rogna — le ruspe, speriamo presto, spianeranno tutto ciò che rimane del vecchio macello e ogni attività sarà trasferita nel nuovo, che del resto già funziona a buon ritmo n. Poche settimane fa scrivevamo: a Esistono in Italia città di IVO mila abitanti con mattatoi modernissimi. Pare incredibile che Torino, spendendo 5 miliardi, non sja ancora riuscita ad averne uno -i. E' tempo di dimostrare, mettendo fine alle polemiche, che gli errori commessi non sono stati irrimediabili. La cittadinanza aspetta di leggere l'annuncio che è stato definitivamente chiuso ((l'allevamento di topi» di corso Inghilterra.

Persone citate: Costamagna, Rogna

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Torino