Un marchio per distinguere i cibi che diano garanzie di genuinità

Un marchio per distinguere i cibi che diano garanzie di genuinità A Milano il "Centro studi prodotti alimentari,, Un marchio per distinguere i cibi che diano garanzie di genuinità L'ente (di natura privata) identificherà e segnalerà al pubblico i prodotti migliori dal punto di vista igienico e sanitario - Iniziative per "educare" il consumatore, ora indifeso e male informato - Un convegno in marzo a Roma su come "mangiar bene" (e difendere la salute) Dal nostro inviato speciale) |« .Milano, febbraio. In dirci anni i carabinieri del Nas (nucleo antisofisticazioni ) hanno denunciato 14.105 casi.di sofisticazioni alimentari, ma solo 5.562 sono stati giudicati: gli altri 8.543 restano in attesa di giudizio. Dei 5.562 presunti sofisticatori, più di tremila sono stati assolti con formule varie; di queste assoluzioni — molte « perché il fatto non costituisce reato » — 14!) riguardavano casi d'impiego di sostanze illecite poi consentite da nuove norme; 69 l'uso di sostanze illecite in periodo di moratoria di leggi; 49 la detenzione di sostanze illecite acquistate prima dell'entrata in vigore dei provvedimenti. Il quadro non è allegro, in un Paese come l'Italia dove esiste un groviglio di leggi, regolamenti e circolari, il cui principio ispiratore — ha j scritto Walter Ciusa nel voume « Alcuni aspetti del problema delle frodi alimentari n Italia» — «sembra partire più da considerazioni di tipo protezionistico che di carattere igienico-sanitario». L'opera del Nas, che è alle dirette dipendenze del ministero dell'Agricoltura, è stata comunque alacre e attiva e se i risultati finali non sono troppo soddisfacenti le colpe vanno cercate altrove: oltre alla lentezza dei procedimenti giudiziari, lo scarso numero di addetti alla repressione delle frodi (pare siano 150 in tutt'Italia). In che modo può difendersi e orientarsi il consumatore, tra le migliaia di prodotti alimentari, molti dei quali trasformati dalle industrie? Data la confusione legislativa e gli scarsi controlli, egli resta sempre più in balìa di se stesso e della martellante pubblicità, che, quando gli manca una solida base di educazione alimentare, lo mette fuori strada. Anche i pubblicitari — crediamo — dodil'hteprzisisecolerilizitaintcIipatpmadgtctipnsI non avranno difficolta ad ani- Imettere che non basta — o meglio, non dovrebbe bastare — uno slogan perché la gente si senta sicura della genuinità d'un cibo. Né i consueti luoghi di vendita (mercati, negozi, supermarket) aiutano la massaia a scegliere con chiarezza. Come ha ricordato martedì a Milano il prof. D'Alanno, capo dell'Ispettorato agrario per la Lombardia, alla presentazione del « Centro nazionale studi prodotti alimentari », « il mercato, teoricamente, dovrebbe essere semplicemente il luogo d'incontro dei produttori e dei consumatori, aiutati, ma non divisi, dall'intermediazione che si esplica a vari livelli e che molto spesso coinvolge anche il settore della trasformazione. Ma così non è, poiché quasi sempre il mercato è turbato da anomalie, che alterano ogni libera e chiara forma di concorrenza, creando confusione tra i consumatori a danno non soltanto degli stessi, ma anche delle industrie. Una martellante propaganda riesce ormai a vendere sempre più slogan, dietro ai quali il disorientamento si moltiplica con un crescendo che ha assunto punte diffìcilmente control- labili ». Nel complesso di questo quadro — leggi scarse e confuse, pubblicità spesso «fuorviante », scarsa informazione del consumatore — ci sembra, più che opportuna, necessaria la creazione del « Centro nazionale studi pro- dotti alimentari », « un ente I di natura privatistica ». come \ l'ha definito il suo presidente Tullio Bodini, « di grande prestigio scientìfico e istitu- \ zionale, con attività che non \ sia compressa da ragioni es-1 senzialmenle economiche e j costretta in limiti di compe- j lenza, che indirizzi operato- ' ri e consumatori ad una po- litica della migliore prepara-1 zione del prodotto alimeli-1 taie ». L'iniziativa e di estremo interesse sia per i consumatori, che per gli agricoltori c gli industriali alimentari. Il « Centro » si propone di identificare e segnalare al pubblico i prodotti clic si avvicinano agli standard ottimali, creando così un rapporto di fiducia tra consumatori e produttori. Le aziende, i cui alimenti sa- i I : \ i ! ; ! I | ranno vagliati e prescelti dai tecnici del « Centro ». potranno fregiarsi di un contrassegno che le distingua sul mercato e le valorizzi agli occhi dei consumatori. Un marchio, quindi, per di¬ \ 1 stinguere aziende e prodotti j alimentari che diano garanj zie di genuinità e sicurezza ' igienica. Ma per avere la fi ciucia completa del consu1 matore sarà necessario che 1 gli accertamenti vengano ese- guiti periodicamente, altrii menti può sorgere il sospetI to che qualche azienda diso: nesta produca « bene » sol\ tanto in quel breve periodo i necessario per potersi fregia! re del marchio, e poi si ab; bandoni a operazioni illecite, ! o comunque dannose per la buona fede e la salute del I consumatore. Il « Centro » organizzerà a | Roma, il 29 e 30 marzo, un convegno sull'« Evoluzione della produzione alimentare nazionale e la protezione del consumatore ». Vi interverranno, tra gli altri, il presidente dell'Istituto nazionale della nutrizione prof. Agostino Rigi Luperti, il direttore generale dell'Alimentazione dott. Antonio Bagnulo e il direttore generale dell'Igiene degli alimenti dott. Giovanni Loreto. Si cercherà di spiegare alla gente come « mangiar bene » dal punto di vista della salute, ha spiegato il prof. Rigi Luperti, il quale ha osservato che « l'educazione alimentare dovrebbe essere una delle più importanti attività del Centro, in quanto considerata come presidio d'una efficiente condizione di salute dell'intera popolazione ». Livio Burato

Persone citate: Agostino Rigi Luperti, Antonio Bagnulo, D'alanno, Giovanni Loreto, Livio Burato, Rigi Luperti, Tullio Bodini, Walter Ciusa

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano, Roma