Nuova "fumata nera,, per la Montedison di Eugenio Scalfari

Nuova "fumata nera,, per la Montedison Nuova "fumata nera,, per la Montedison A veiuiquattr'ore di distanza dalla riunione a tre (Cappon, Girotti, Torchiani), tenuta ieri nella sede dell'Imi per continuare la discussione iniziata lunedì scorso sullo spinoso problema del sindacato di controllo della Montedison, si comincia a saperne più di quanto gli stessi protagonisti dell'incontro non avessero lasciato trapelare. Ieri infatti le sole notizie diramate da Cappon, nella sua veste di padrone di casa, erano state die lunedì 5, sempre nella sede dell'Imi, avrà luogo una riunione plenaria di tutti i grandi azionisti pubblici e privati della Montedison che dovrebbero far parte del sindacato. Da ciò si era desunto che l'incontro a tre aveva dato frutti incoraggianti, che gli ostacoli principali erano stati superati, tanto da consentire la prcannunciata riunione plenaria. Ma una più approfondita indagine pressò i medesimi protagonisti dell'incontro di ièri ci consente oggi di affermare clic le due ore e mezzo di conversazione (tanto è stato il tempo clic ha tenuto impegnati il direttore generale dell'Imi, il presidente dell'Eni e il presidente della Bastogi) non hanno approdato ad alcun risultato; al contrario, come ' ha ammesso uno dei tre su nostra esplicita domanda, l'atmosfera si è ulteriormente appesantita rispetto alla precedente riunione di lunedì scorso. Il presidente dell'Eni (che il pomeriggio di giovedì aveva avuto un incontro di due ore con Cefis) ha chiesto che tra i poteri del costituendo sindacato di controllo ci sia quello di designare tutti i membri del consiglio di amministrazione della Montedison (e non soltanto una parte, come aveva proposto precedentemente Cappon) salvo due posti da riservare ai rappresentanti dei piccoli azionisti; quanto ai consiglieri delegati della società (questa la richiesta di Girotti), essi avrebbero dovuto essere eletti dal consiglio di amministrazione, ma previo gradimento, da parte del sindacato di controllo. Cappon ha accettato queste richieste di Girotti e le ha inse- ritc nella bozza di patto sindacale da lui giù predisposta. In questo modo, una delle obiezioni principali che l'Eni aveva eccepito nella precedente riunione a tre è venuta a cadere. Tullio Torchiani (che in questi incontri ristretti non rappresenta soltanto la Bastogi ma tutti i grandi azionisti privali) ha invece rimesso in discussione l'intero contenuto del documento Cappon, ancorché esso fosse stato redatto con molla cautela e fosse stato considerato da alcuni osservatori come una «scoloritura» delle decisioni governative del 50 novembre scorso. Evidentemente la scoloritura non è bastata: Torchiani continua infatti a chiedere che il management della Montedison sia completamente autonomo rispetto al sindacato, il quale non dovrebbe avere altro compito fuorché organizzare il voto in assemblea dei maggiori azionisti e designare un certo numero dei consiglieri di amministrazione delta società. ' - Torchiani ha manifestalo inoltre (e questo è ancora l'ostacolo principale da superare) una tenace avversione alla nomina di Cappon a presidente del sindacato, affermando che essa creerebbe un pernicioso dualismo tra il sindacato e la presidenza della Montedison e ripetendo che, a suo giudizio, Cefis non accetterà mai una situazione di quel genere. Infine ha espresso viva preoccupazione per il ruolo che l'Imi dovrebbe avere nel sindacato, a causa degli impegni finanziari notoriamente elevati che l'istituto ha nei confronti della Sir, che è uno dei gruppi petrolchimici in diretta concorrenza con la Montedison; un'altra ragione, secondo Torchiani, che sconsiglia di affidare all'Imi la presidenza del sindacato Montedison. Fumata nera, dunque, anche questa volta. E' sensazione diffusa che il gruppo degli irriducibili (Torchiani, Monti e Pesenti) miri a guadagnar tempo, anche in attesa di qualche mutamento politico che consenta di riprendere tutto il discorso su basi completamente diverse da quelle attuali. Eugenio Scalfari