Stalliere nei guai con una giovane donna rivuole i soldi e la ferisce con il coltello

Stalliere nei guai con una giovane donna rivuole i soldi e la ferisce con il coltello Davanti ai giudici delle assise per poche migliaia di lire Stalliere nei guai con una giovane donna rivuole i soldi e la ferisce con il coltello Condannato a dieci mesi con la condizionale - Il presidente : "Lasci stare le ragazze e torni dai suoi cavalli" - Altro processo: ceduta come moglie a un uomo sposato, una diciassettenne è costretta a prostituirsi - I due sfruttatori sconteranno 3 anni Giuseppe Sardaro, 21 anni, stalliere a Vinovo, è comparso in assise (pres. Luzzatti, p.m. ToninelII, cane. Santostefano) con la grave imputazione di rapina aggravata e di porto di coltello di tipo proibito. Nel marzo scorso incontrò in via Ormea una donna, Vanda Giuliano, che lo condusse a casa sua. La ragazza si fece dare in anticipo 5000 lire, ma, secondo il Sardaro, non si mostrò abbastanza gentile e compiacente. Il giovane si alfiere, deluso, pretese la restituzione dei soldi, ma la Giuliano glieli negò. Anzi, nella vivace discussione, accusò il Sardaro di essere un «incapaceli. Sardaro rimase toccato dall'accusa. Ma in quel momento, più che il prestigio, gli interessavano I quattrini. Per questo brandi un coltello, quello, stesso di cui si serve per tagliare la cicoria e le carote per i cavalli, e lo puntò contro la donna: «Dammi i miei soldi». Nel trambusto la lama provocò un piccolo taglio ad una mano della ragazza, che si affrettò a riconsegnare le 5000 lire. Lo stalliere, difeso dall'avvocato Gentilll Insabato, non si rendeva conto, nemmeno davanti ai giudici, che il suo gesto, in base al codice, è rapina aggravata. La corte si è dimostrata mite, anche perché 11 Sardaro era incensurato e il suo capo scuderia, Giacinto Geron, ha detto che ve un bravo ragazzo, un ottimo lavoratore» ed è disposto a riassumerlo subito. Sardaro, che ha risarcito il danno con 50 mila lire, ha avuto, con tre attenuanti, il minimo della pena: 10 mesi e 20 giorni, 20 mila lire di ammenda, condizionale e non menzione. «Torni dai suoi cavalli — gli ha detto il presidente — e lasci stare le donne». * Sei mesi per violenza privata, con i benefici di legge: questa la condanna che le assise hanno inflitto a Elena Lavarra, 26 anni, comparsa a piede libero, difesa dagli avvocati Perla e Sardo. Alcuni mesi or sono incontrò un cliente, Lorenzo Benenti, e pattuì 10 mila lire. Ma il Benenti, dopo il convegno nell'alloggio dilla donna, disse che non aveva soldi, che aveva dimenticato il portafoglio in fabbrica, nel suo armadietto. La Lavarra si arrabbiò e, con l'aiuto di una collega, strappò al cliente il portafoglio, gli tolse la patente e gli disse: «Quando vii porti i Quattrini te la restituisco». Ieri il Benenti non si è presentalo. La donna ha detto che i fatti non si sono svolti come ha riferito il cliente, in modo cioè da trasformarsf in rapina e tentata estorstone. «figli stesso consegnò la patente alla mia collega, per consentirle di rilevare il nome e l'indirizzo. Io presi il documento dalle mani della ragazza, senza usare alcuna violenza». ■k Due giovani accusati di aver indotto alla prostituzione una minorenne con il proposito di sfruttarla sono stat. condannati dalla quarta sezione del Tribunale a 3 anni di carcere. Sono Ippolito Mesoraca, 21 anni, e Luciano Calderan, 23 anni. La loro vittima è Rosina Ienco, 17 anni, che fino all'estate scorsa visse insieme al Mesoraca, sposato e separato dalla moglie. Due brigadieri del carabinieri, Uras e Bannò, di Ciriè, notarono, il 14 luglio '72, una « 60011 che usciva da un boschetto. Hanno dichiarato: « Al volante c'era un giovane con a fianco una ragazzina, alla prima volta non vi abbiamo dato peso ». Ma un'ora dopo 1 sottufficiali ripassarono nella zona e scorsero la Ienco ferma sul ciglio della strada, con un'aria spaurita. « Ha bisogno di gualche cosa? » chiesero. La ragazza rispose malvolentieri: ii Aspetto il mio fidanzato, è an- dato a cercare lavoro 11. Poco distante, seminascosti dal cespugli, c'erano il Mesoraca e il Calderan. Tutta la vicenda venne alla luce in caserma. La Ienco dichia- rò: ii E' vero, siamo venuti da poco in Piemonte per cercare lavoro, ma non siamo riusciti. Cosi Ippolito e Luciano mi hanno convinta a prostituirmi. Un tale mi ha dato 2 mila lire: poi è arrivato un altro, ma non ho fatto niente ». Al processo la giovane ha ritrattato tutto, forse per solidarietà con il Mesoraca che è stato « quasi » suo marito. Infatti è emerso dalle Indagini che la Ienco due anni fa. a Marina di Gioiosa Jonica, era stata ceduta dal padre al Mesoraca, che in un atto stilato davanti a un legale, si impegnava a tenerla con sé come moglie, fino a quando, grazie al divorzio, avrebbe potuto sposarla. Il genitore, contemporaneamente, si spogliava della ii patria potestà ». Durante la convivenza la ragazza è anche diventata madre di due gemelli, morti però dopo 12 giorni la nascita. Giuseppe Sardaro, 21 anni, e Vanda Giuliano, ferita

Luoghi citati: Ciriè, Piemonte, Vinovo