I delegati a Vienna nell'antica Hofburg
I delegati a Vienna nell'antica Hofburg I delegati a Vienna nell'antica Hofburg , o , o Vienna, 31 gennaio. I delegati degli Stati Uniti, dell'Unione Sovietica e dei loro paesi alleati si sono riuniti, oggi, per iniziare i colloqui preparatori della Conferenza sulla riduzione delle truppe in Europa. E' questa la prima riunione dei paesi della Nato e del Patto di Varsavia. I negoziati sì svolgono nell'antico palazzo imperiale di Hofburg. Ai colloqui preparatori sono presenti, per il « blocco occidentale », Canada, Gran Bretagna, Germania occidentale, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Italia, Turchia e Grecia, oltre agli Usa. II blocco comunista è giuri- j ècto con rappresentanti da là i tGermania Est, Polonia, Un-1 Pgheria, Romania e Bulgaria, oltre all'Urss. Il capo della delegazione sovietica, Oleg Khlestov, alto funzionario della sezione legale del ministero degli Esteri, ha dichiarato ai giornalisti: « L'Unione Sovietica annette grande importanza a queste consultazioni, tenendo presente che un accordo sulla riduzione delle forze armate e degli armamenti in Europa promuoverebbe il processo dì ulteriore allentamento della tensione sul continente europeo, e rafforzerebbe la pace nel mondo ». II primo compito della riunione sarà di decidere quali Paesi debbono partecipare. I « leaders » dell'Alleanza Occidentale vorrebbero limitare la ' partecipazione ai Paesi con truppe o territorio nell'Europa centrale. Ciò darebbe una posizione secondaria a questi Paesi, definiti « laterali »: Norvegia, Danimarca, Italia, Turchia, Grecia, Romania e Bulgaria. La Romania, che spesso assume una linea indipendente da Mosca in politica estera, ha già fatto sapere che vuole « una piena partecipazione ». Prima della riunione, i sovietici avevano proposto che la conferenza preparatoria fosse aperta a « tutti i paesi europei interessati». Ciò comporterebbe l'intervento di altre 14 nazioni, e il numero complessivo salirebbe a 34, ossia lo stesso dei paesi che partecipano ad Helsinki ai lavori preparatori della conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa. Alcune delegazioni occidentali hanno fatto rilevare che, se si accetterà questo tipo di partecipazione, non sarà necessaria una seconda conferenza. Anche se i giornalisti non possono seguire i lavori, si è avuta notizia che oggi tutte le Delegazioni hanno parlato, ma non risulta che siano stati realizzati progressi per la soluzione del problema organizzativo. Ciò è dovuto in parte anche ai preparativi piuttosto frettolosi. Sebbene la data del 31 gennaio fosse stata concordata ufficiosamente da tempo, soltanto dieci giorni fa i sovietici avevano annunciato di al«cMlhocdpsri larga ». Ci sono volute diverse sedute del Consiglio atlantico per concordare la risposta positiva a Mosca, soprattutto per quanto riguarda la sede scelta dai sovietici, ap punto Vienna. I Paesi della Nato avevano originariamente proposto Ginevra. L'alleanza occidentale desidera che la conferenza per la riduzione delle forze si svolga in settembre e in ottobre, e che entrambe queste riunioni siano però « preliminari » agli accordi. Un sintomo della complessità dei problemi a Vienna si è avuto venerdì scorso, in occasione di una protesta inol- trata al governo austriaco dai Paesi del blocco orientale. Gli austriaci avevano parlato della riunione come dedicata « ad una reciproca e bilanciata riduzione delle forze ». Ma ai sovietici la parola « bilanciata » non è piaciuta, e hanno chiesto che venisse omessa: il significato politico di quella definizione è evidente, e comporta decisioni politiche. Nessuna previsione è possibile, al momento, sulla durata di questa prima fase « preliminare » dei negoziati incominciata oggi. Negli ambienti diplomatici viennesi si pensa che i lavori si protrarranno, ora, per non più di una settimana. (Api
Persone citate: Oleg Khlestov
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