Reggio: i 6 attentati in 9 minuti fatti da più squadre di terroristi di Livio Zanotti

Reggio: i 6 attentati in 9 minuti fatti da più squadre di terroristi Sono riusciti a evitare la fitta rete di vigilanza Reggio: i 6 attentati in 9 minuti fatti da più squadre di terroristi Le cariche di gelinite sono state collocate davanti a edifici pubblici e all'abitazione d'un giornalista - II rapido succedersi degli scoppi ha provocato molto panico, i danni sono ingenti - "Cerchiamo da tutte le parti tra gli oltranzisti di destra e di sinistra", dice ufficialmente la polizia - Si sa però che le indagini sono rivolte soprattutto verso gli ambienti di destra, che anche di recente hanno dato prova di notevole attivismo - Numerose ipotesi - Le ricerche d'una utilitaria notata davanti alla stazione ferroviaria 1 in (Dal nostro inviato speciale) Reggio Calabria, 31 gennaio. La calma di Reggio Calabria è stata rotta ieri sera da una serie di attentati dinamitardi, che hanno nuovamente precipitato la città nella paura. Durante nove minuti, tra le 22,41 e le 22,50 con le strade ancora affollate di passanti, sei esplosioni hanno scosso a brevi intervalli una dall'altra altrettanti punti del centro urbano. Sono stati colpiti alcuni edifici pubblici e automobili, i danni sono ingenti; e ancora una volta soltanto il caso ha impedito che vi fossero vittime. L'azione, concertata con precisione nei tempi e nei modi, conferma l'esistenza di una efficiente centrale terroristica nella città o nelle sue | immediate vicinanze. Almeno tre squadre di attentatori si sono mosse ieri, appena calato il buio, riuscendo a portare a termine il loro piano, evitando la rete di vigilanza che polizia e carabinieri tengono in piedi permanentemente. Le cariche di gelinite, presumibilmente innescate con micce a combustione rapida, sono state collocate davanti alla sede della previdenza sociale, in via Domenico Romeo, al palazzo della sanità, in via Willermin, all'abitazione del vicepresidente dell'Ordine interregionale dei giornalisti di Calabria e di Campania, Raffaele Nicolò, via Fratelli Rosselli: tre strade assai vicine tra di loro, quindi raggiungibili facilmente da un unico commando; gli altri tre attentati sono stati diretti contro il Palazzo di Giustizia, il Palazzo delle poste centrali e i locali dell'ufficio poste-ferrovia, in via Missori, a pochi passi dall'argine destro del torrente Calopinace, che separa il centro dal popolare quartiere di Sbarre, a sud. Il primo scoppio ha scardinato uno degli ingressi del Palazzo di Giustizia, mandando in frantumi i vetri dell'intera facciata dell'edificio e quella del caseggiato prospiciente, che sono rovinati sulla strada. Dalle case e dai negozi vicini la gente è uscita all'aperto, appena in tempo per subire lo spostamento d'aria del secondo e poi degli altri boati, giunti immediatamente dopo. Effetti analoghi sono stati provocati dagli altri scoppi. Ma è stato soprattutto il loro rapido succedersi a creare il panico. Se ne temevano degli altri, in qualsiasi punto e in qualsiasi momento. Disorientati, i reggini si chiedevano da quale parte dovessero dirigersi. La città ha rischiato la paralisi. Ancora oggi, però, nessuno sa dire se quei nove minuti I di fuoco siano le prime scintille di una nuova vampata di disordini. « Cerio non si tratta delle solite bombette dimostrative. Questi volta sarebbe potuta altare un'intera famiglia, soA) che si fosse trovata a passare nel momento giusto nelle zone degli scoppi », dice il dott. Pietro Viola, che dirige la squadra politica della questura reggina. Ed e tutto quanto ha da dire la polizia, che a ventiquattr'ore di distanza non sembra seguire ancora una pista sicura. « Cerchiamo da tutte le parti, tra gli oltranzismi sia di destra sia di sinistra », aggiunge Viola. Ma, al di là delle formule ufficiali, si sa che le indagini sono rivolte soprattutto a destra. Subito dopo gli attentati, nella notte, le indagini sono state organizzate nel corso di una riunione durata due ore, alla quale hanno preso parte i responsabili della procura della Repubblica, della questura e dei carabinieri. La procura della Repubblica ha autorizzato una dozzina di perquisizioni, in casa di persone sospette, e in locali in cui si riteneva che potesse essere nascosto dell'esplosivo. Sono stati anche organizzati dei blocchi stradali e controllate decine di automobili. Varie persone, di nessuna delle quali è stato reso noto il nome, hanno subito interrogatori. L'indicazione più consistente, secondo una segnalazione ufflqiosa, sareb- I cbe quella che ha condotto i jccarabinieri sulle piste di una tutilitaria notata davanti alla astazione centrale pochi istan- | zti prima dell'esplosione alleiposte-ferrovi'«. , Per il giornalista Raffaele Ni-1 olò, è stato lui stesso il prin- I ipale obiettivo degli attenta- ti. A saltare in aria di fronte \ alle finestre della sua abita-1zione è stata una vettura del- lo stesso tipo e dello stesso colore della sua luna Voiks- wàgen di color avana). La difesa dei sette accusati per gli attentati compiuti a Reg\ gio alla fine dell'ottobre scor1 so, nei giorni immediatamen I te precedenti la conferenza -; sindacale per il Mezzogiorno. 1 da lui assunta su un perio- ' dico locale, darebbe fastidio,'nspsme a suo avviso, ai veri responsabili di quegli atti e ne avrebbe determinato la reazione a scopo intimidatorio. Ma di ipotesi se ne fanno molte. Una seconda, attribuisce agli attentati un significato di protesta per la decisione della Corte di Cassazione, che proprio ieri ha accolto un'istanza della procura I reggina, trasferendo l'istrut| toria a carico dei sette accusati difesi da Nicolò, ai giuI dici di Salerno. Una terza, ; ancora, vuole invece che le bombe siano state la risposta al discórso pronunciato nella serata stessa di ieri al Consiglio regionale, dal preI sidente, avvocato Casalinovo, i socialista, il quale ha parlato delle responsabilità fasciste per gli attentati che hanno insanguinato l'Italia, dalla I strage di Milano al treno fatto deragliare a Gioia Tauro. Livio Zanotti | asvnmscI | I ; I i I Reggio Calabria. Folla davanti al palazzo dell'Inps osserva i vetri rotti dall'esplosione (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Pietro Viola, Raffaele Ni, Raffaele Nicolò

Luoghi citati: Calabria, Campania, Gioia Tauro, Italia, Milano, Reggio Calabria, Salerno