Incontro tra Pompidou e Rogers La Francia guarda all'Indocina
Incontro tra Pompidou e Rogers La Francia guarda all'Indocina Dopo la firma dell'accordo a Parigi Incontro tra Pompidou e Rogers La Francia guarda all'Indocina II segretario di Stato americano ha parlato anche con Schumann - Aiuti di Parigi per la ricostruzione del Nordvietnam - Riunita la commissione internazionale (Dal nostro corrispondente) Parigi, 27 gennaio. Subito dopo aver firmato stamane l'accordo per la cessazione della guerra ed il ristabilimento della pace nel Vietnam le delegazioni militari dei Nordvietnam e del governo rivoluzionario provvisorio partivano dall'aeroporto di Orly, alle 11,30 verso Saigon, via Bangkok. La delegazione nordvietnamita comprende tre persone e quella del « Vietcong » dieci, tutte appartenenti all'esercito. Le accompagnano un tenente colonnello americano, per « facilitare i primi contatti nella capitale sudvietnamita », ed un osservatore polacco. Nel pomeriggio è ripartio da Parigi, insieme con il sudvietnamita Tran Van Lam, anche il ministro degli Esteri americano William Rogers, che ha avuto in mattinata un colloquio col presidente Pompidou e uno col ministro degli Esteri Schumann. L'incontro fra il ministro americano ed il Presidente francese è durato più di un'ora (erano previsti soltanto 25 minuti) e Rogers si è sottratto poi alle domande dei giornalisti. Ma un suo portavoce ha dichiarato che il colloquio è stato « buono » e che si è parlato « della conclusione sui negoziati per il Vietnam nonché di un altro paio di problemi ». Poco dopo è stato diffuso il testo dei messaggi che il presidente Pompidou, prima di partire per il « weekend » ha rivolto a Richard Nixon ed a Ton Due Thang, presidente del Nordvietnam. Al primo, Pompidou scrive che la Francia « nore ha mai messo in dubbio la possibilità, per gli Stati Uniti, di porre un termine al loro impegno nel conflitto vietnamita mediante un accordo onorevole », ed aggiunge: « Non ho mai nemmeno dubitato della vostra volontà di giungere ad una soluzione negoziata ». Al secondo, il presidente Pompidou dichiara che « la Francia si propone, nella misura delle sue possibilità, di partecipare all'azione di ricostruzione della Repubblica democratica del Vietnam nell'ambito dello sviluppo dei rapporti di amicizìa dei due Paesi ». Il problema dell'assistenza al Vietnam è stato già esaminato in consiglio dei ministri ed una commissione speciale è stata costituita al ministero degli Affari Esteri. E' stato già deciso che la Francia parteciperà, certo, ad un'assistenza multilaterale, versando il proprio contributo, se verrà concordata in campo internazionale, ma Parigi preferisce dare un'assistenza diretta, e non in denaro, bensì assumendosi un onere preciso, come la ricostruzione di un ospedale, o di una scuola. In tal modo la Francia ricomincerà una penetrazione pacifica in Indocina dove ha tuttora interessi economici notevoli. La Germania — si dice a Parigi — farà altrettanto. Il problema è stato esaminato giorni fa tra il presidente Pompidou ed il cancelliere Brandt nei loro recenti colloqui a Parigi. L'argomento è stato ugualmente discusso, sia pure brevemente, fra il ministro americano William Rogers ed il collega francese Maurice Schumann nell'incontro di tre quarti d'ora che hanno avuto alla fine della mattinata. Non si esclude più, stasera, negli ambienti americani, la possibilità che Parigi venga scelta quale sede della conferenza internazionale di garanzia che si deve riunire entro i prossimi 30 giorni. Si è riunita oggi pomeriggio la commissione quadripartita incaricata di vigilare all'applicazione del « cessate il fuoco » nel Vietnam. Essa verrà sciolta b'O giorni dopo il ritiro totale degli americani ed è composta di rappresentanti delle quattro parti in conflitto: Stati Uniti, Repubblica del Vietnam (Saigon), Repubblica democratica del Vietnam (Hanoi) e governo rivoluzionario provvisorio (Vietcong). Le prossime riunioni avranno luogo a Saigon dove arriverà martedi o mercoledì prossimo anche il ministro degli Esteri Tran Van Lam. |. m.
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