Ogni anno 400 denunce (ma oltre 1 milione di casi) di Guido Guidi

Ogni anno 400 denunce (ma oltre 1 milione di casi) Ogni anno 400 denunce (ma oltre 1 milione di casi) e a (Nostro servizio particolare) Roma, 27 gennaio. Ogni anno in Italia, secondo il ministro della Sanità, vengono compiuti mediamente ottocentomila ahorti; altre indicazioni, sempre ufficiali, sostengono che il numero è notevolmente supcriore (un milione e 200 mila); a Bologna, nel 1908, durante il congresso dei medici ginecologi, fu denunciata una cifra allucinante: tre o quattro milioni. Sia pur con molta approssimazione, in Italia una donna su quattro si sottoporrebbe a pratiche abortive. Il controllo delle statistiche giudiziarie fornisce un risvolto impressionante della situazione: in media, ogni anno, vengono denunciati alla magistratura soltanto :i00 o 400 casi, dei quali appena una cinquantina si concludono con la condanna. Come dire che la legge esiste, ma non si riesce ad applicarla anche se, normalmente, i giudici sono sempre molto severi ogniqualvolta riescono ad avere la prova della responsabilità. La punizione dell'aborto risale, almeno nel diritto romano, all'epoca dell'imperatore Settimio Severo. In precedenza, la interruzione della maternità, era considerata una «turpitudine», ma non un reato ed i greci la tollerarono. Con Settimio Severo si cominciò a punirla con i lavori forzati o con l'esilio, o con la pena capitale se la pratica abortiva aveva come conseguenza la morte della donna. Successivamente, la legge subì lievi modifiche, per cui l'aborto era punito soltanto se compiuto su un feto di oltre 40 giorni se maschio, di oltre DO giorni se femmina. Il concetto della sanzione è stato sempre mantenuto in Italia, sia pur con qualche modifica nella misura delle pene o con qualche temperamento, comunque, di scarso rilievo. E' rimasto fermo il principio per cui l'interruzione della maternità è un reato e, come tale, deve essere punito. Non solo: la legge sanitaria impone ai medici l'obbligo di «denunciare in modo circostanziato al medico provinciale entro due giorni dall'accertamento, ogni caso di aborto per il quale essi abbiano prestato la loro opera o del quale siano venuti a conoscenza, comunque, nell'esercizio della loro professione» è comporli! per i trasgressori un'ammenda da 4 mila a 40 mila lire. Il legislatore prevede varie Ipotesi per il reato di aborto e conseguentemente differenti sanzioni. I casi presi in considerazione dal codice sono otto: 1 ) reclusione da imo a 4 anni alla gestante che assume l'iniziativa di interrompere la maternità e realizza il programma senza essere aiutata da qualcuno; 2) reclusione da 2 a 5 anni alla gestante che consente di abortire; la stessa pena e prevista per «chiunque cagiona l'aborto»; 'M reclusione da 7 a 12 anni al colpevole dell'aborto, se la donna non è consenziente; hmrl5snpclb1silpp?vau 4) se la donna — che non ha dato il suo consenso — muore in seguito all'aborto, il responsabile viene punito con la reclusione da 12 a 20 anni; 5) se l'aborto produce una lesione personale nella donna non consenziente, il codice prevede per il colpevole la reclusione da 10 a 15 anni; 6) se la donna consenziente all'aborto muore, la pena è da 5 a 12 anni; 7) se la consenziente subisce una lesione personale, il colpevole viene punito con la reclusione da 3 a fi anni; H) se l'aborto è stato coni- piuto «per salvare l'onore proprio e quello di un prossi- ??!0 congiunto», tutte le penevengono diminuite dalla metà ad un terzo. La legge prevede soltanto un'eventualità per cui non può essere punita l'interruzione della maternità: quando la gestazione si presenta in termini tali da mettere in pericolo la vita della madre. Ma soltanto il pericolo della vita può evitare una condanna? Se — è questa in sostanza la tesi per cui il giudice istruttore di Milano ha prospettato il problema dell'aborto alla Corte Costituzionale — «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività», come prevede la Costituzione, non dovrebbe essere penalmente perseguita una donna per la quale «te gravidanza costituis se un pericolo per il suo benessere fisico e per il suo equilibrio». Guido Guidi

Persone citate: Settimio Severo

Luoghi citati: Bologna, Italia, Milano, Roma