"Era un campione già allora"
"Era un campione già allora" Bambini racconta la sua esperienza "Era un campione già allora" L'ex pugile spezzino, ora impiegato ad Asti, fu avversario di Foreman alle Olimpiadi - "Picchiava con rabbia, dice, mi ruppe il setto nasale" (Dal nostro inviato speciale) Asti, 24 gennaio. Giorgio Bambini, l'unico pugile italiano che abbia incontrato Foreman nel corso di un match regolare e il grande Cassius Clay durante un'esibizione a carattere pubblicitario. Il primo, nelle semifinali delle Olimpiadi in Messico, il secondo, a Genova, quale il contorno » della sfida mondiale tra Arcari e Barrerà Corpas. Altissimo, solido, l'espressione assorta resa ancor più severa dagli occhiali pesantemente cerchiati. Bambini oggi lavora ad Asti, impiegato alle poste, è circondato da amici sinceri che cercano di non farlo pensare troppo ai tempi d'oro in cui coltivava speranze a livello eccelso. ii Aron ho rimpianti, però — dice —. Mi sono ritirato imbattuto dopo aver vinto sedici incontri da professionista. Se non fossi stato bloccato da un incidente alla vista, avrei certo ottenuto qualcosa di più. Ma non ho conosciuto il tramonto amaro, nessuno mi ha messo k. o., sono sempre stato il primo, nella mia categoria, mai il contorno. Non so proprio cosa voglia dire il declino. La mia medaglia di bronzo fu l'unica, per gli italiani, in quelle Olimpiadi. La considero una grande vittoria ». Parla pacatamente, senza acca- lorarsi. Si sente che la boxe non lo ha ammaliato fino al livello dei rimpianti, delle crisi e magari dell'invidia. « Un po' di nostalgia — dice — ma niente di più ». E Foreman, quelle due riprese sofferte? n Non gli ho parlato molto, è evidente, le solite banalità che si dicono i pugili. Mi e sembrato mollo taciturno, riservato. Era chiaro che voleva tenersi in disparte, il fatto di essere un negro lo metteva in una condizione molto particolare. Non sì sentiva certo da meno, nui stava sulle sue. Educatissimo, però ». E l'incontro? ii E' durato pochissimo, due riprese scarse. Nella prima sono riuscito a chiudere in pareggio, nella seconda sono andato a terra. Ct sono state molte polemiche, hanno detto e scritto che non mi sono rialzato perché avevo paura. Macché paura. La realtà è ben altra. Nessuno mi aveva preparato alla potenza di Foreman. Tutti dicevano che sarebbe stata una passeggiata. Mi ha messo a terra e non mi sono ripreso. Che avessi ragione io quando affermavo che era un campione, appare chiaro adesso ». La domanda potrebbe apparirle maligna: che impressione le ha fatto sul ring? ii Di grande potenza, l'ho già detto. Poi, la sua determinazione, picchiava come un forsennato. Io avevo fatto settanta incontri da dilettante, senza una ferita. Quella sera Foreman mi fratturò il setto nasale e mi provocò una lesione alla spalla. Penso che questo dica tutto ». E Cassius Clay? ii Tutt'un altro discorso. Con me Clay ha giocato, non ha infierito. E' il più grande campione che esista, sia sul ring che fuori, "e ad Asti venisse il Presidente degli Stati Uniti sarebbero in diecimila a lasciare il lavoro per andarlo a vedere. Per Clay, almeno centomila. Una personalità eccezionale, Foreman e Frazier sono diventati grandi alla sua ombra. Frazier perché ha battuto Clay e Foreman perché ha messo giù l'uomo che ha liquidato Clay ». — Se dovesse scommettere su un incontro fra i due, chi sarebbe il suo favorito? ii Oggi senz'altro Foreman. Ha 25 anni, è integro, mentre Clay ne ha passate tante. Quando era più gcl giovane però il discorso non acrebbe avuto senso. Giorgio Bambini continua a parlare con la sua cadenza pacata, analizza i due campioni con assoluta serenità. Vien voglia di chiedere se i pugni di Foreman fanno male, troppo male. Ma lui ha visto l'incontro con Frazier alla televisione, racconta di come il campione fosse sollevato di peso dai colpi. Fanno male i pugni di Foreman, anche perché è un negro, spiega che « non è ancora arrivato e vuole imporsi a tutti i costi, con rabbia, quasi con disperazione. Perché la sua razza ha bisogno di tante rivincite e la boxe può concederle tutte ». Beppe Bracco
Luoghi citati: Asti, Genova, Messico, Stati Uniti
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