Quasi scomparsi i morbi microbici Aumentano quelli virali e tumorali di Gianfranco Lenti

Quasi scomparsi i morbi microbici Aumentano quelli virali e tumorali La incessante evoluzione della patologia umana Quasi scomparsi i morbi microbiciAumentano quelli virali e tumorali Una profonda trasformazione è in atto, da qualche decennio, in tutti i settori medici *mo a che punto le Università tengono il passo con le nuove acquisizioni? - Troppo ampio anche il distacco tra la ricerca pura e le sue applicazioni nella pratica clinica Qualche anno fa da queste stesse colonne ho richiamato l'attenzione su di un importante ed interessante fenomeno: il progressivo mutamento di buona parte della pato logia umana. - i ImSSttta taftSfhf ? me m IIfÙA ,™ h V - 6 aSS1"; s to ad una diminuzione ed j alla quasi scomparsa di alcu- ne di esse ed alla trasforma- . zione di altre grazie all'intro duzione delle terapie antibat teriche ed immimologiche, al miglioramento delle condizioni igieniche di vita e di alimentazione, alla profilassi antinfettiva mediante le vaccinazioni; per contro sono aumentate le infezioni virali e quelle da miceti (funghi), spesso in rapporto diretto, anche se non ancora perfettamente noto, con le terapie antibiotiche forse troppo largamente usate. Vita più lunga L'aumento della durata della vita media ha d'altro canto portato ad un progressivo incremento delle malattie cosiddette degenerative (del metabolismo, aterosclerosi, cardiovascolari, mentali, ecc.) e di quelle neoplastiche. A ciò hanno contribuito anche alcuni eventi di carattere sociale generale quali il migliorato tenore di vita e la progressiva e forse un po' troppo rapida trasformazione della nostra società da un'economia agricola ad un'economia industriale. Infine la vita concentrata in agglomerati urbani troppo fitti e spesso poco salutari ha in gran parte condizionato un incremento di casi di patologia polmonare sia di tipo infiammatorio-batterico sia di tipo neoplastico. Tutti questi fattori (ne abbiamo elencato solo i principali!) hanno dunque portato ad una estensione e soprattutto ad una modificazione della patologia che più che ad un'evoluzione spontanea sembra essere dovuta a cause legate all'uomo (il fenomeno infatti si è svolto in un troppo breve periodo di tempo) ed a cause ecologiche che hanno giocato e giocano ancora una volta un ruolo importante. D'altro canto i continui è talora vertiginosi progressi della scienza medica ed in particolare biologica hanno portato una tale massa di nuove acquisizioni e di nuove possibilità di applicazione da rendere estremamente arduo il compito di chi vuole mantenersi informato, anche se non aggiornato, nel .campo di sua competenza. In realtà si deve constatare che la medicina clinica e la ricerca applicata non hanno saputo o potuto tenere il passo della ricerca biologica; infatti mentre si è assistito alla conquista di importanti obiettivi culturali da parte della biologia e dei ricercatori puri sia in senso tecnologico sia in senso nozionistico, non altrettanto si può dire della medicina clinica. L'Università Tale ampio vallo tra la ricerca pura e la sua utilizzazione pratica clinica si fa particolarmente sentire quando si pensi che la medicina moderna deve essere impostata soprattutto in senso preventivo e la ricerca dei sintomi e delle alterazioni biochimiche deve mirare, più che ad una diagnosi precoce (oggper lo più possibile), al riconoscimento di una « potenzialità patologica» (ad es.è « prediabetico » colui che pur essendo negativo alle prove di cernita del diabete, presenta una familiarità od altrattributi positivi). Un altro esempio di tale fenomeno si può trarre ricordando le gravi lacune della farmacologia clinica, scienza applicata praticamente sconosciuta nel nostro Paese ed invece in floride condizioni altrove. E' evidente che non possono essere sempre considerate esaurienti, al fine deseludere l'eventuale potenzialità dannosa di un prodotto a lungo somministrato, lesperienze farmacologiche in vitro e sull'animale, che non sempre siamo in grado dfornire per tutti i farmacmessi in commercio la certezza della loro efficacia, che non conosciamo esattamente i fenomeni di distribuzione, dutilizzazione, di eliminaziondi una data sostanza, i sinergismi, gli antagonismi, le reazioni a catena che si possono sviluppare somministrando farmaci con tanta larghezza e superficialità. Mutamento della patologiaenorme e rapidissima evoluzione culturale e tecnologicadifficoltà di aggiornamentonuove prospettive di assistenza sociale e di ricerca applcata caratterizzano dunque lmedicina d'oggi, aprendo problemi di complessa soluzion e o e svelando importanti lacune a tutti i livelli. E se questi problemi e lacune sono sentiti e sofferti in ambienti qualificati come quelli universi- i tari ed ospedalieri, essi si fanIno addirittura drammatici a 1ÌVeU0 dSl medìCO P™toj- A1 "; clilett0 culturale di base, purd j troppo cosi diffuso spece ne- gii ultimi anni (lo si dica Sen- . za offesa per nessuno in San¬ l i i o i , , e o l i, ) A e a o i ai i o bnrooù aa en di ion è si n o di oe re e o à ep o a nnila uco on la riardo ota nmi miad gi ons., he roretri feto esistono le eccezioni come in ogni campo), si associano un'insufficiente preparazione pratica prima dell'impiego professionale e poi la mancanza di un aggiornamento periodico. In pratica il giovane laureato viene rapidamente immesso in circuiti mutualistici sovraccarichi di lavoro arido ed impersonale in cui, ben lungi dalle esigenze scientifiche ed umane indispensabili per un soddisfacente espletamento dell'attività assistenziale, si crea un rapporto del tutto «asettico» tra l'ammalato (ridotto ad un numero) ed il medico (trasformato in un funzionario). Ne consegue, a parto l'insufficienza e la costosità del sistema, una insoddisfazione nei reciproci rapporti fra malato e medico con progressiva sfiducia del primo e indifferenza del secondo. Di fronte a questa crisi della medicina scientifica e pratica quali possono essere i rimedi? Non è mia intenzione qui occuparmi delle possibili modifiche dell'assistenza mutualistica: si tratta di un problema estremamente complesso che esula dagli scopi di | questo articolo. Come professore universitario desidero invece discutere ciò che compete all'Università nel correggere tali nuove situazioni. In ospedale E' noto a tutti che l'Università è in crisi e che sino ad oggi non si è realizzato nulla di concreto per ovviarvi; in attesa delle ventilate riforme, naufragate finora miseramente nelle sabbie mobili delle discussioni politiche, affidate ad « esperti » più politicamente impegnati che tecnicamente competenti, la vita universitaria è stata praticamente bloccata in quasi tutti i suoi aspetti: non si è aumentato il numero dei docenti e degli assistenti nonostante l'enorme incremento degli studenti, non si sono potenziate le strutture per adeguarle alle nuove esigenze didattiche e scientifiche, non si è finanziata neppure in modo appena sufficiente l'attrezzatura per la ricerca. In queste disastrose condizioni la preparazione culturale teorica e pratica dello studente, già insufficiente prima, si è fatta oggi talmente inadeguata da creare nei docenti più sensibili delle vere e proprie crisi di coscienza al momento di sancire con la laurea e l'esame di abilitazione professionale il diritto di esercitare un'attività professionale tanto delicata e piena di responsabilità come quella del medico-chirurgo. In realtà, in seguito alla sproporzione fra il numero dei docenti e quello sempre più elevato dei discenti, l'insegnante è assorbito in modo dominante e lo sarà sempre più in futuro dalla didattica, trascurando così l'assistenza (nel caso di materie cliniche) e soprattutto la ricerca. E' il caso di ricordare, per chi i non lo sapesse, che tre sono i compiti istituzionali della Facoltà medica che si debbono considerare strettamente fra loro connessi ed imprescindibili: la didattica, la ricerca e l'assistenza. Diceva benissimo Lewis che « le osservazioni vennero fatte sull'uomo; si ricorse alla speri¬ mscgctfddsenldtitcltvrrcdccrldlc mentazione sull'animale; questa condusse ad ulteriori ricerche sull'uomo ». Il che significa in termini moderni che la sensibilità ad una particolare problematica, l'approfondimento e l'aggiornamento della cultura, l'affinamento dell'esperienza che costituiscono la base per un moderno | e valido insegnamento nascono dallo studio applicato, dalla conoscenza e discussione di problemi insoluti e di ipotesi appena affacciate e che, in sostanza, l'Università può trovare tale vitalità soltanto con docenti liberi e ben equilibrati nei singoli compiti istituzionali. Si vuole in altre parole rivendicare l'essenzialità della ricerca nell'ambito universitario; essa sola può dare al docente la conoscenza diretta dei problemi più complessi che soltanto una analisi accurata permette di inquadrare nella forma critica che è l'unica veramente utile ai fini didattici. E una didattica valida significa preparare una classe medica in grado di affrontare i problemi che la medicina presenta oggi ed offrirà in futuro. Ecco quindi uno dei rimedi alle situazioni che prima abbiamo segnalato, alla realizzazione del quale l'Università, con le necessarie riforme e con le indispensabili nuove strutture ma soprattutto potenziando e qualificando la ricerca scientifica pura ed applicata, può dare un contributo sostanziale ed insostituibile nell'ambito dei suoi compiti istituzionali. Alla buona, moderna e pratica preparazione del laureato in Medicina e chirurgia dovrà ovviamente far seguito un adeguato tirocinio postlaurea svolto nelle corsie delle Cliniche e degli Ospedali più qualificati in modo che il giovane « dottore » diventi in realtà un « medico-chirurgo » capace di approfondire e risolvere nel modo miglio-1 rbsEgmocttmrprpIvdt re gli infiniti e complessi problemi pratici che la professione quotidianamente offre. E dovranno poi essere programmati corsi di aggiornamento periodici, obbligatori, ogni 5-10 anni. Il potenziamento della ricerca scientifica applicata, oltre a portare i benefici didattico-culturali di cui si è prima detto, potrà anche portare a soddisfare le esigenze pratiche che interessano direttamente il benessere della popolazione attuale e futura. Infatti soltanto Centri (universitari ed ospedalieri) modernamente attrezzati e pertanto in grado di utilizzare le nuove tecnologie e le più aggiornate nozioni culturali, con ricercatori coadiuvati da | specialisti di altre branche dello scibile (fisici, chimici, statistici, ecc.) inseriti in modo stabile nell'ambito di grossi complessi a tipo dipartimentale, potranno realizzare i programmi di medicina preventiva di preminente interesse sociale, affrontare i problemi della farmacologia clinica di cui prima si è accennato, eseguire studi di fisiopatologia pratica su vasti strati di popolazione. Gianfranco Lenti Ordinaria di Patologia Speciale Medica dell'Università di Turino |