Trapani è allagata, le fognature hanno inquinato l'acqua potabile

Trapani è allagata, le fognature hanno inquinato l'acqua potabile Sulla città piove da oltre trenta ore senza interruzioni Trapani è allagata, le fognature hanno inquinato l'acqua potabile In alcuni rioni, le strade, i negozi, i magazzini e le abitazioni a pianoterra sono invasi dal fango, alto 40 centimetri - Negli ultimi dieci anni, la città è stata allagata una cinquantina di volte - Sono necessari sette miliardi per poter "risanare" le reti idriche e fognarie (Nostro servizio particolare) Trapani, 24 gennaio. Alcuni rioni di Trapani, quasi un terzo della città che ha 75 mila abitanti, sono allagati da ieri dopo 30 ore di Pìoggia- caduta Jsenza. so.sta: Parecchie squadre di vigili del fuoco, aiutate da volontari, sono al lavoro con le idro vore per prosciugare strade, negozi, magazzini e abitazioni al piano terra invasi dall'acqua e dal fango. Il livello dell'acqua mista alla mota in molti punti ha superato i 40 centimetri. I danni maggiori sono avvenuti nella zona dove operano alcune centinaia di imprese artigiane e, stando a una prima valutazione tecnica, ammontano a decine di milioni. Tracce di inquinamento sarebbero state rilevate nella rete dell'acqua potabile. I tecnici sono al lavoro per accertare se vi sono guasti e pericoli imminenti. Negli ultimi dieci anni. Trapani, o almeno gran parte di essa, è stata allagata a dir poco una cinquantina di volte. E' un guaio quasi ogni volta che piove. Ed è evidente il disagio patito dalla città, che, malgrado l'impulso urbanistico, ha conservato quasi intatte le caratteristiche estetiche antiche con floridi palmizi, che crescono un po' ovunque, e interi quartieri dipinti di bianco. Nel 1965 e nel 1968, per lo straripamento del torrente Xitta, Trapani subì gravi allagamenti, e centinaia di famiglie rimasero temporaneamente senza casa. Ingrossato dalle piogge, lo Xitta irruppe con furia nell'abitato, travolgendo ogni cosa e fra l'altro distruggendo le saline di quel tempo ancora redditizie. Altri più disastrosi effetti delle piogge si sono avuti, poi, l'anno passato in settembre e in dicembre, e tra il 4 e il 5 gennaio. Tra ieri e oggi, infine, gli allagamenti stanno costringendo nel fango parecchie migliaia di trapanesi. «E' storia di sempre — dice rassegnato l'ingegner Giacomo Amico, comandante del locale distaccamento dei vigili del fuoco —, per cui possiamo dire che a Trapani ci stiamo riducendo male. I miei uomini fanno quello che possono con vero spirito di abnegazione, ma debbo dire che la situazione è diventata troppo pesante: ho vigili fuori casa da ieri mattina, che non si sono concessi un attimo di riposo». Eppure, il problema delle inodàzioni, che per i trapanesi è diventato un incubo, è risolvibile con un po' di buona volontà e qualche miliardo. Si conoscono i rimedi, ma non vengono adottati, a cominciare dalla costruzione delle nuove fognature, per cui da armi è pronto un progetto che inizialmente prevedeva una spesa di 3 miliardi. Ma dato il ritardo nell'esecuzione delle opere, ora il costo (per la lievitazione dei prezzi nel settore edilizio) è più che raddoppiato. Allo stato attuale occorrono perlomeno 7 miliardi. Tra via Cimitero, piazza Martiri d'Ungheria, via Pantelleria, via Conte Pepoli, la zona di solito maggiormente colpita dalle piogge, esiste una specie di sella, un arco depressionale, che fa convogliare le acque nella parte bassa, dove la fognatura è ancora quella danneggiata dai bombardamenti, dove sono tuttora in corso i lavori del sesto lotto della ricostruzione post-bellica. Ma è soprattutto dal Monte Erice, alto 700 metri, che sovrasta Trapani, che ad ogni pioggia viene scaricata a valle un'enorme quantità di acqua, fango e detriti. Non sono state compiute né programmate adeguatamente (fatto questo che spinge i trapanesi a protestare con lo Stato e con la Regione) le opere di consolidamento 'idro-geologico, che pure sono indispensabili. «Basterebbe — sostiene l'ingegner Amico — un canale di giBTVTVMTGHFPAPPMLdgronda alle falde del Monte j lErice. che scaricasse le acque e i detriti a mare o nelle campagne dove tra l'altro con opportune canalizzazioni potrebbero essere di utilità». Opere idrauliche, malgrado la paura di un'alluvione, come e forse più grave di quella che avvenne a Firenze, non sono mai state compiute neppure nel versante occidentale della città, che è bagnato dal mare. Qui, addirittura, quando c'è alta marea, le acque marine s'infiltrano nella rete fognante e in quella idrica potabile. Il risultalo è che non sono rari i casi in cui nelle abitazioni trapanesi dai rubinetti fluisce acqua inquinata. Antonio Ravidà ssbvztsncpMcmtdsd , i

Persone citate: Antonio Ravidà Ssbvztsncpmcmtdsd, Giacomo Amico

Luoghi citati: Firenze, Trapani, Ungheria