Dopo le misure valutarie attese quelle economiche di Giulio Mazzocchi

Dopo le misure valutarie attese quelle economiche Dopo le misure valutarie attese quelle economiche Da tutte le parti politiche (e dalla Confindustria) si pone l'accento sulla necessità di provvedimenti per il rilancio produttivo - I decreti valutari sulla "Gazzetta Ufficiale" (Nostro servizio particolare) Roma. 23 gennaio. L'andamento doi mercati valutari italiani e i commenti economici convergono sulla validità tecnr a delle misure monetarie in vigore da ieri por sottrarre alla speculazione i fondi della riserva. Ma ieri La Voce Repubblicana, stamane la comunista Unità e stasera il presidente della Confindustria ingegner Lombardi («non è tanto la lira, guanto la nostra economia che va curata») e l'onorevole Riccardo Lombardi per il psi (doppio mercato era una nostra proposta»), accentuano il loro interesse per le misure di rilancio che saranno contenute nel piano economico per il 1973. L'on. Barca (pei) ritiene di poter anticipare che le misure consisteranno, essenzialmente, in una defiscalizzazione di oneri sociali. Poiché ciò provocherà un vuoto nelle casse dello Stato, subito dopo — è sempre Barca a dirlo — si inviterebbero i contribuenti a pagare in anticipo un bimestre di rata fiscale (così anche deprimendo la domanda di consumo a vantaggio dei prezzi). Non c'è alcuna conferma a quest'indiscrezione, ma neppure vi sono smentite. Autorevoli fonti monetarie avvertono solo che il governo ha preparato «misure atte a esaudire le necessità di tutte le parti sociali». Si sa che il «modello» della nostra economia, adottato dalla Banca d'Italia, è stato ampiamente utilizzato dagli uffici del bilancio per verificare gli effetti dei provvedimenti e trovare i punti di compatibilità. In questa attesa, destinata a durare almeno un'altra settimana, i due mercati valutari italiani hanno cominciato a reagire secondo le aspettative. A Roma, dove sul mercato commerciale delle valute gli operatori hanno chiesto d'acquistare soltanto 3,3 milioni di dollari (circa 2 miliardi di lire contro i quasi 30 miliardi di Milano), la lira è rimasta alla miglior quotazione di ieri, assai più «europea» di quella di venerdì scorso. Sempre a Roma il secondo mercato — o mercato libero — ha visto affluire appena 620-650 milioni di lire per l'acquisto di circa un milione di dollari da investire all'estero. Il mercato finanziario romano ha quindi quotato il dollaro «libero» a un prezzo di poco inferiore a ieri. Il diverso andamento dei due «mercati» ha confermato che il meccanismo delle quotazioni ha obbedito alle regole classiche della domanda e dell'offerta. Dato l'andamento attuale dell'economia italiana, che ci vede fortemente attivi nei movimenti reali, e passivi in quelli finanziari, necessariamente sul mercato protetto la lira si andrà rafforzando ancor più, perché c'è un eccesso di dollari in entrata per vendite all'estero rispetto alle lire in uscita per pagamenti. L'altro mercato è destinato, invece, a vedere il rialzo di ogni valuta estera richiesta, perché qui attualmente è as¬ sSsqtifCnccfnmrdzm«mbmslucz sai più forte l'offerta di lire. Solo se si attenuerà l'uscita speculativa di capitali anche questa seconda quotazione tornerà ad avvicinarsi, come in Francia, alla quotazione ufficiale, protetta dalla Banca Centrale. Ma se ciò non avvenisse, osserva l'onorevole Riccardo Lombardi, «i sistemi di controllo potrebbero essere facilmente evasi». Il terzo mercato, o mercato nero, è in via d'estinzione, a mano a mano che gli operatori comprendono che, esistendo da ieri un mercato finanziario libero, è ormai inutile mantenere in vita un mercato «bagarino». La creazione del mercato libero italiano ha subito avuto ripercussioni sul mercato svizzero, dove ieri sono affluiti 70 milioni di dollari. Da tempo c'è in Svizzera un forte afflusso di dollari, che preoccupa il governo,elvetico, recando in sé l'inflazione. Ma i dollari finanziari destinati al nostro paese si sono anch'essi riversati ieri in Svizzera. Stamane, per conseguenza, la Banca centrale elvetica ha comunicato alla Banca d'Italia che «per oggi» non sarebbe intervenuta sui propri mercati, lasciandovi fluttuare il franco svizzero. Domattina la Banca Svizzera dovrà dare una nuova comunicazione, che potrà prorogare la fluttuazione per la giornata, o dichiararla a tempo indeterminato, oppure revocarla, o infine, annunciare che altre e diverse misure sono state adottate. Anche le autorità svizzere, in sostanza, tendono a disorientare gli speculatori. Da domani, per tre giorni, una parte del personale della Banca d'Italia farà scioperi contrattuali articolati: non incideranno sui compiti istituzionali. Del resto ci si attende che la speculazione si prenda in Italia «un periodo di studio» e all'estero cerchi d'imboccare la via di altri paesi a moneta forte. La «Gazzetta ufficiale» ha stasera pubblicato i due decreti governativi che, firmati sabato, hanno modificato il nostro mercato. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Barca, Riccardo Lombardi

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Roma, Svizzera