Celentano è incriminato per truffa Il cantante dice: "Mi vien da ridere,, di Remo Lugli

Celentano è incriminato per truffa Il cantante dice: "Mi vien da ridere,, La sentenza depositata dal giudice al tribunale di Milano Celentano è incriminato per truffa Il cantante dice: "Mi vien da ridere,, Rinviato a giudizio anche il fratello - Don Backy li aveva denunciati per sottrazione di alcune decine di milioni di diritti d'autore e per non fatturazione di dischi venduti dalla società del cantautore - La vicenda ebbe inizio alla fine del 1967 quando Don Backy abbandonò il "Clan" n e ù o è . e , e ili in a di e, la la an. ». eno iei di aoa(Dal nostro inviato speciale) | Milano, 23 gennaio. Adriano Celentano sarà processato in tribunale. Lo ha rinviato a giudizio, con una sentenza depositata stamane, il giudice dott. Tommaso Milone. L'accusa, che viene rivolta anche contro il fratello del cantante, Alessandro, ex amministratore della società discografica, è di concorso in truffa aggravata continuata ai danni del cantante Don Backy (Aldo Caponi). La vicenda ha le sue origini in un tempo ormai lontano, la fine del 1967. Don Backy apparteneva al « Clan Celentano » dal 1962 e dal Clan era stato praticamente lanciato nel mondo della canzone. Poi i rapporti si erano guastati, c'era stata una denuncia di Don Backy contro Celentano per appropriazione indebita di circa 15 milioni di diritti d'autore, aggravata da una successiva denuncia per truffa di altri 40 milioni sottratti, a dire di Don Backy, mediante la non fatturazione di dischi venduti. Il meccanismo della giustizia era scattato, s'era fatta avanti la Guardia di Finanza che aveva spulciato i bilanci. Al momento della formalizzazione dell'istruttoria nelle mani del giudice Milone le accuse erano le seguenti: falso in bilancio contro i due fratelli Celentano e contro Giuseppe Gramitto Ricci e Vincenzo Gilardi, questi due ex amministratori della «C e C», società discografica che venne posta in liquidazione dopo le prime vertenze giudiziarie; e appropriazione indebita e truffa contro i due fratelli Celentano. S'iniziò anche una causa civile perché Adriano Celentano citò Don Bacsy per un danno di duecento milioni causato con il suo arbitrario distacco dal Clan prima della fine del contratto. E Don Backy rispose con una propria citazione contro Celentano per un danno di trecento milioni. La vertenza civile è ora sospesa, in attesa della conclusione di quella penale. L'aw. Bovio, uno dei difensori di Celentano, afferma: « Il rinvio a giudizio costituisce già un ridimensionamento della vicenda. Intanto sono cadute l'accusa di falso in bilancio, sia contro i fratelli Celentano sia contro gli ex amministratori Ricci e Guardi e il proscioglimento è "perché il fatto non costituisce reato"; i due Celentano sono stati prosciolti anche dall'appropriazione indebita. Il giudice, rinviando a giudizio Adriano e suo fratello per truffa, non entra nel merito della misura di questa truffa. E' chiaro comunque che non si tratta di quella cinquantina di milioni ai quali alludeva Don Backy: la Guardia di Finanza, delegata dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Vaccari, p.m. della fase sommaria della istruttoria, accertò che la cifra doveva aggirarsi intorno ai tre milioni e ottocento mila lire, suscettibile però di diminuire con un nuovo controllo. Noi, da parte nostra, presentammo una memoria con allegata una consulenza tecnica dalla quale risultava che Don Backy non aveva subito alcun danno ». Il « molleggiato » Adriano Celentano, dunque, finirà davanti ai giudici per questa sua lite con Don Backy. Celentano in questi giorni è a Roma dove sta girando con la moglie, Claudia Mori, il suo quarto film, L'emigrante, con la regia di Pasquale Festa Campanile. Lo rintracciamo per telefono. « Mi viene da ridere », è il suo primo commento. « Perché? ». « Perché vedo che anche i giudici possono sbagliare ». « Ma pare che effettivamente i con¬ tiGtòtoch ti non tornassero, anche la Guardia di Finanza lo accertò ». « Sì. d'accordo, c'è stato qualclie errore, ma di pochi milioni, in sei anni Sono cose comprensibili. Se avessi voluto rubare non avrei certo rubato somme così irrilevanti, se uro ruba, ruba molto ». Celentano, nato a Milano 34 anni fa, da genitori foggiani (Alessandro, 52 armi, è infatti nato a Foggia), ha scritto una ventina di canzoni, l'ultimo suo long-playing, intitolato «I mali del secolo», contiene nove canzoni di carattere ecologico, contro la droga, la caccia, lo smog, il cemento. « Era un momento della mia produzione — dice — ora sto già cambiando. Un quarantacinque giri uscito recentemente ha come testo una parola lunghissima, incomprensibile, che sta a -significare l'amore universale ». Qualche domanda su Don Backy: « Eravate amici? Le è dispiaciuto per tutta questa vicenda? Come considera il suo ex collaboratore dal punto di vista artistico? ». « Con Don Backy forse non ci fu mai una vera amicizia, perché per me a un amico si dà piena fiducia, lo si accetta anche come procuratore e questo lui non l'ha fatto. Tuttavia mi dispiace. Come cantautore non è cambiato, è soltanto un po' scomparso, non lo si sente. Malgrado questo lo considero uno che qualche numero ce l'ha, magari piccolo ». Le ultime due parole Celentano le vuole aggiungere, dice « per battuta ». Sentiamo anche Don Backy, che abita a Roma con moglie e figlio. Ha 33 anni, conta al suo attivo circa 35 canzoni sue, ha girato 14 film, tra cui « Banditi a Milano », « Barbagia », « I sette fratelli Cervi » e un Satyricon. « Ora ho terminato un film tipo commedia, mi interessa anche il teatro. Ma in questo periodo sto rioccupandomi intensamente di canzoni: ne ho pron- te una. decina per un "longplaying". E tra breve uscirà anche un mio libro. "Radiografia ad un pupazzo di neve", una cinquantina di novelle di Umbro umoristico, alcune delle quali ambientate nel periodo del Clan ». « Parliamo dei suoi rapporti con Celentano ». « Dico subito che questa notizia del rinvio a giudizio mi fa piacere: finalmente, così sì dimostra che io dicevo il vero e che non mi ero inventato tutto. Il giudice mi ha fatto un bellissimo regalo di Natale, anche se posticipato ». Don Backy si meraviglia che Celentano parli di fiducia: « Ma la mia fiducia lui non l'ha ricambiata. Se guadagnava su un mio disco qualcosa come trecento lire, essendo sia produttore sia distributore, e io ne guadagnavo non più di trenta, non vedo perché lui doveva prendersi anche vn po' delle mie trenta». Don Backy è toscano, di Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa. Fa fatica a tenere a freno la lingua. « Adriano ed io eravamo amici, so perché non lo siamo più. Ci sono cose che non si possono scrivere sul giornale ». Al di fuori delle parole pronunciate da Celentano e da Don Backy mi è parso di sentire in entrambi un rammarico per l'amicizia perduta e per l'evolversi degli eventi che li hanno divisi. Forse quando il capitolo giudiziario sarà chiuso, quando le cifre astronomiche si saranno ridimensionate, il rapporto amichevole potrà essere riallacciato. Penso che entrambi se lo augurino. Remo Lugli nicrdc— Milano. Una recente foto di Adriano Celentano (Moisio)

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