La Briffa chiede libertà Altro processo a Atene di Andrea Barbato

La Briffa chiede libertà Altro processo a Atene Dopo la condanna a 20 mesi di carcere La Briffa chiede libertà Altro processo a Atene L'italiana Grma oggi l'istanza di liberazione, è probabile sia accolta come di recente per quattro studenti tedeschi - Diciotto imputati nel processo cominciato ieri ai capi del partito comunista "in patria" (Dal nostro inviato speciale) Atene, 22 gennaio. Alle 10 di domattina, Lorna Brilla firmerà l'istanza di liberazione e chiederà « con rispetto » al procuratore ge- 1 ncrale della Corte d'appello di essere espulsa dalla Grecia. II suo difensore greco, l'avv. Panagoulakos, e il console italiano la incontreranno di nuovo nello stesso luogo in cui è apparsa nelle rare visite concesse in questi mesi, e cioè nel centro della polizia militare di via Euzones, le consegneranno la domanda già preparata in lingua greca, e riporteranno via il documento firmato. Nell'istanza al procuratore, ; Lorna Brilla descrive se stessa come « una cittadina straniera provvisoriamente residente in Grecia a causa di una procedura giudiziaria », e aggiunge che « poiché esistono tutti i presupposti, chiedo l'interruzione della pena di venti mesi che mi è stata inflitta e chiedo la mia espulsione dalla Grecia». La domanda fa riferimento al recente decreto di amnistia per gli stranieri emanato poco prima di Natale: si è deciso che sia questa la strada più rapida per ottenere la scarcerazione, anziché quella dell'espulsione per indegnità come uttenne l'inglese Amalia Fleming. Ma quanto sarà veloce la procedura? Nell'unico precedente che esista, quello di quattro studenti dell'Università di Tubingen, ci vollero nove giorni tra la domanda e la risposta. Il procuratore generale deve esaminare l'istanza, e poi convocare uno speciale consiglio d'appello che valuterà l'opportunità del provvedimento di espulsione. Per fortuna, sembra che que- i sto consiglio sia uno strumenI to agile, che può riunirsi in poche ore, probabilmente 1 mercoledì mattina. Non dovrebbe essere dilaniato da di; lemmi, poiché la scarcerazio| ne della Briffa sembra essere stata già decisa e contrattata prima dell'inizio del proj cesso. Lo stesso accusatore ne | ha parlato in dibattimento e privatamente come di ima cosa eerta e imminente; e i giornali di Atene hanno nei titoli di testa la notizia che l'italiana sarà espulsa. La sentenza del tribunale speciale ha grande rilievo sui giornali della sera, i primi ui mtlriGpssddpaclielscssp«ladsns usciti dopo la domenica. Ma i commenti verranno solo domani o più tardi. Il contenuto si può già indovinare però leggendo una riga deWElefteros Kosmos (Mondo Libero), il giornale più vicino alla Giunta, che raccontando della presenza di molti osservatori stranieri al processo, li accusa di non capire « la realtà della Grecia d'oggi ». Il verdetto di sabato sera, proprio per la sua mitezza, fornisce agli ambienti governativi l'occasione per riaffermare che la Resistenza non esiste, che i suoi uomini sono screditati, e che le rare azioni degli esuli sono destinate all'insuccesso, e finanziate con denaro che viene dall'estero: l'opposizione al regime sarebbe, insomma, solo un veleno d'importazione. Quanto alla parte « italiana » della vicenda, fallito il tentativo di assegnare alla Briffa un ruolo politico di rilievo, ci si contenta di sfruttare una notizia a tutti nota da tempo, e cioè l'attiva solidarietà dei socialisti italiani (e non solo dei socialisti) per i fuorusciti greci. Ma tutto un altro aspetto, quello dei legami oscuri che hanno consentito e anzi costruito la provocazione, rimane qui naturalmente in ombra. Il tribunale ha discusso come se le radici dell'episodio non avessero importanza: ma come fece l'agente provocatore che ha deposto in aula a gua¬ dagnare la fiducia delle sue vittime? Attraverso chi, e con quali scopi? Stamane abbiamo assistito anche all'apertura del processo contro l'intero gruppo dirigente del partito comunista « in patria », che si distingue dall'altro ramo del comunismo greco, esule all'Est e fedele alle direttive sovietiche. I diciotto imputati sono giudicati da magistrati civiii, ma riuniti in una sezione speciale che giudica in prima e seconda istanza, cioè senza appello. Non solo tra gli accusati, ma anche tra gii avvocati e i testimoni vi sono nomi notissimi della sinistra greca, rientrati dall'esilio o dalla deportazione a Leros. Seguendo una linea simile a quella della Corte militare, i giudici del tribunale speciale civile cercano di respingere i continui sforzi degli accusati per dare al processo un'impostazione politica. « Il mio unico reato è di essere comunista, per questo mi condannate da trentacinque anni», ha detto un imputato. Tra i primi testimoni d'accusa, è apparso uno dei « duri » della polizia segreta, Mallios. E nell'ultimo banco degli accusati sedeva un giovane medico con gli occhiali neri: le percosse gli hanno staccato la retina degli occhi, e l'hanno reso cieco. Andrea Barbato

Persone citate: Amalia Fleming, Lorna Brilla

Luoghi citati: Atene, Grecia, Leros