Sconfitta di Nonno Tigre di Guido Piovene

Sconfitta di Nonno Tigre La fiaba sofisticata e "cattiva,, di Guido Pio vene Sconfitta di Nonno Tigre Guido Piovene: « Il Nonno Tigre», con disegni di Maria Luisa Gioia. Ed. Rizzoli, pag. 56, lire 2600. Non riesco a immaginare come possa reagire un bambino alla lettura di una fiaba insolita e amara, incisa di veleni, come quella di Guido Piovene, che si è concesso solo in parte una vacanza rispetto ai temi della sua 1 opera maggiore. Il Nonno Tigre, di cui è imminente l'uscita, se sottoposto a radiografia rivela tutti gli ingredienti tradizionali del genere. C'è il ragazzo smarrito in un universo che, proprio per la sommarietà degli sfondi cittadini, l'inde terminatezza delle distanze (« il viaggio non finiva mai ») si colora di atemporale j I j esemplare vaghezza. C'è l'orco, con la sua enorme casa spoglia che subito suscita una certa apprensione per le finestre inferriate, con le pratiche solitarie e misteriose che inducono al sospetto di cannibalismo, di metamorfosi belluine. E c'è lo gnomo, fantomatico portatore di messaggi, elusivo custode di tesori, ma servizievole e fin cerimonioso per chi possieda il necessario talismano. Non mancano, per il giovanissimo eroe, i divieti e le prove da superare: sono quelle porte, chiuse su un'interminabile fuga di stanze, fino al recinto inaccessibile e mortale dove avverrà lo scontro decisivo. Come in ogni fiaba, l'esito è scontato, l'eroe vivrà a lungo, ricco e felice; meno scontata è la patetica inermità dell'orco, la sua pelle impagliata che viene esibita in un museo, ad ammonimento contro tutti gli orchi possibili e venturi. La storia potrebbe tuttavia essere raccontata in altro modo. C'è un Pinocchio tutto umano che alla giocosa sventatezza del burattino (le palline di carta soffiate con la cannuccia sulla faccia dei passanti) va sostituendo una sempre più maligna e accorta utilizzazione delle proprie qualità negative. Le trasgressioni, anziché indebolirlo e rinsavirlo, lo rafforzano, accentuando la sua protervia. Non sarà lui, trasformato in bestia, a saltare nel cerchio di fuoco del circo, ma il nonno-Geppetto. E dinanzi al ragazzo arricchito dagli spettacoli striscerà anche ritornino di burro» di collodiana memoria: il postiglione del «paese dei balocchi» ha imparato come la tratta dei vecchi sia ben più redditizia di quella dei fanciulli. Alla lettura moderna di Pinocchio, che esalta l'istintiva libertà del burattino, il suo anarchico rifiuto del mondo repressivo dei grandi, Piovene risponde con un nuovo, malizioso rovesciamento: come di chi sa quali complesse evoluzioni i abbia subito, dall'età umber- ; tina, il rapporto tra vecchi e ; giovani. Ma a parte gli aggiornamenti e le sofisticate variazioni, la volontà cioè di inserirsi nella tradizione fiabesca, anche italiana, resta in Nonno Tigre un nocciolo duro che riguarda più stretta- mente Piovene e il suo moti do di scrittore. Mi riferisco all'invenzione di quel vecchio mite e malinconico che in certe ore del giorno si trasforma in tigre ruggente: tutto il suo tempo di uomo egli lo trascorre ponendo argini e difese, imbrigliando il suo tempo bestiale. Coesistono in lui Saturno il crudele e Zeus ' ! il soccorrevole; ferocia e pie- ! I tu, passione e ragione, appaiono contrastanti ma non dissociate. E' abusivo, a que- ' sto punto, ricordarsi le pa- ; gine delle Stelle fredde sul mondo umano che non ce più? « Sparito come Urano, come Saturno, come i giganti e gli dei mitologici, come I i centauri e le sirene... La gelosia, l'ambizione, l'invidia, vuote, secche e rabbiose. Le \ vere Arpie, sempre più magre. Ma con esse anche i grandi amori, le passioni mo- : rali, le certezze che ci trascendono, i grandi sacrifici, ; la ex bellezza del mondo ». Ne restano i risibili simulacri: una pelle intignala, | mezza di uomo mezza di tigre, che il nipote userà come inutile e indecifrabile blasone per la sua carta da lettera, caricatura oscena di una perduta totalità. Sotto il velo della favola s'intravedono così le morsure di un'aridità esistenziale troppo orgogliosa e lucida per concedersi consolazioni. Anche se il linguaggio semplice e comunicativo, l'ironia tutta smorzata, riconcilieranno forse il lettore precoce con l'immagine di un nonno che, secondo le buone regole, si presta in modo un po' avventuroso e strambo alle nequizie infantili. Lorenzo Mondo Il protagonista della fiaba di Piovene

Persone citate: Guido Pio, Guido Piovene, Lorenzo Mondo, Maria Luisa Gioia, Piovene, Saturno