Tredici persone (dieci sono ragazzi) muoiono arse vive in una casa distutta dalle fiamme

Tredici persone (dieci sono ragazzi) muoiono arse vive in una casa distutta dalle fiamme Allucinante sciagura nella campagna di Acri presso Cosenza Tredici persone (dieci sono ragazzi) muoiono arse vive in una casa distutta dalle fiamme pparengonoaueamgeconan-nmanovaescampaoarogo,provocaosemraaunaaaenzna:sgeao da una finestra, prima che un'esplosione facesse crollare il soffitto - Le vittime erano riunite davanti al televisore - Forse il capofamiglia ha attizzato la fiamma del camino con la benzina : una fiammata, l'incendio e il panico per salvare i bimbi che dormivano, poi l'esplosione (Nostro servizio particolare) Cosenza, 16 gennaio. Tredici persone sono morte in una casa colonica, presso Acri, distrutta da un'esplosione, provocata forse da una latta di benzina avvicinata al camino. La sciagura è accaduta la notte scorsa in una zona collinare a quaranta chilometri da Cosenza. Le vittime appartengono a due famiglie di contadini, ohe si erano riunite ieri sera per assistere alla proiezione televisiva del film « La fonte meravigliosa ». Vi è stato un solo superstite, il manovale Antonio Cistaro, di 58 anni, che ha raccontato come si è svolta la tragedia. Egli ha detto che ad un certo momento della serata ha visto « una lingua di fuoco uscire dal camino », diffondersi e ingrandirsi nella stanza. Tutti sono balzati in piedi. « Io mi sono precipitato dalle scale, ho provato ad aprire la porta d'ingresso, ma non ci sono riuscito — ha raccontato il Cistaro — allora sono risalito nelle stanze superiori e mentre le fiamme mi lambivano mi sono gettalo dalla finestra ». Le tredici vittime sono sta- I te invece prese dal panico, hanno vagato per le sianze i mentre mobili e suppellettili i bruciavano. « Nessuno capiva I più niente — ha proseguito il | manovale — ho visto gente \ che saliva e scendeva le scale; i miei amici cercavano di salvare i bombirli più piccoli che erano già a letto. Poi è avvenuta l'esplosione, i soffitti sono crollati e sono morti tutti ». Una tragedia spaventosa. Cistaro ha chiesto aiuto ai contadini dei casolari vicini, i quali hanno tentato invano di portare soccorsi. Le fiamme oramai avevano avvolto le macerie. Altri agricoltori j hanno raggiunto la frazione San Giacomo, da dove hanno telefonato ai carabinieri e ai vigili del fuoco. I pompieri sono giunti da Cosenza al comando dell'ing. Luigi Fetrillo, dopo aver superato non poche difficoltà per raggiungere il casolare con le autopompe e le autoambulanze. Oramai però non c'era alcuna speranza di salvare qualcuno. I vigili con potenti getti d'acqua hanno spento l'incendio. Due ore di lavoro in tutto. Poi è cominciata la rimozione delle macerie per recuperare le salme, o meglio ciò che rimaneva dei corpi carbonizzati. L'ing. Luigi Petrillo ha detto: « La scena che si è pre- ) arà ala, sentata ai nostri occhi è stata tremenda. Tanto io quanto i miei uomini, che pure siamo abituati proprio per il nostro lavoro a vedere e a operare nelle condizioni più disagiate, siamo rimasti scossi da quello spettacolo. I poveri corpi erano ridotti a tronconi irriconoscìbili ». Sulle cause della sciagura si fa per ora questa ipotesi: Luigi Abruzzese, visto che il fuoco nel camino si spegneva lentamente, per ravvivarlo avrebbe preso una latta di benzina e avrebbe versato parte del contenuto sulla brace. Si sarebbe sviluppata allora un'enorme fiammata, che il Cistaro ha visto e che ha appiccato fuoco alla casa. Mentre i mobili bruciavano, il fuoco avrebbe raggiunto la latta di benzina gettata via dall'Abruzzese e provocato l'esplosione che ha distrutto la casa. Le autorità, comunque, non hanno ancora rilasciato una versione ufficiale, in attesa che i tecnici terminino il sopralluogo tra le macerie. E' stata smentila l'ipotesi che incendio e deflagrazione siano stati causati da una bombola a gas: essa infatti è stata trovata intatta tra le macerie nel luogo in cui presumibilmente era la cucina. Le vittime sono: il contadino Luigi Abruzzese, 58 anni, la moglie Luisa Sposato, 43 anni, e nove dei loro dieci figli: Giulio, di 20 anni; Cristina di 18; Francesco di 16; Antonio di 14; Pietro di 12; Maria di 10; Letizia di 8; Domenico di 6 e l'ultima, Petturuta, nata appena sei mesi fa. Un altro figlio dell'Abruzzese, Angelo, di 18 anni, l'unico superstite di questa sfortunata famiglia, si era recato pochi minuti prima da uno zio per giocare a carte. Le altre vittime sono: Maria Fuscaldo, di 56 anni, e la figlia Lina Cistaro, di 18. Assieme al capofamiglia Antonio Cistaro, 58 anni, l'unico superstite di coloro che erano in casa al momento dell'incendio, avevano fatto visita ai loro vicini e poi avevano deciso di fermarsi perché alla tv c'era in programma il vecchio film con Gary Cooper. Le due famiglie avevano preso posto davanti al televisore, nei pressi del camino, dove c'era la cucina. Luisa Sposato aveva messo a letto i due figli più piccoli, Domenico e Petturuta, mentre Luigi Abruzzese e Antonio Cistaro si erano seduti un po' in disparte per bere un bicchiere di vino. Quando le fiamme sono divampate, delle 14 persone che si trovavano nel¬ Ancrasm la casa colonica una sola è riuscita a fuggire, Antonio Cistaro. Quella di ieri per Lina Cistaro era stata una serata particolare. Poco prima di recarsi con i genitori nella casa degli Abruzzese aveva, infatti, ricevuto una telefonata del suo fidanzato, un insegnante calabrese attualmente a Catania per il servizio militare. Il giovane le aveva detto di aver fissato la data delle nozze per domenica prossima. « Ci vedremo — aveva aggiunto — durante la settimana. Ti raggiungerò ad Acri ». La ragazza aveva annunciato la notizia agli Abruzzese che, per festeggiare l'avvenimento, avevano stappato la bottiglia del loro migliore vino. Tra le macerie sono stati raccolti i resti delie vittime, una sola delle quali, Cristina Abruzzese, 18 anni, era riconoscibile per i capelli e una catenina d'oro al collo. Carabinieri e vigili del fuoco, assieme ai contadini dsl posto, hanno messo in otto ba¬ re le ossa bruciate e i brandelli dì carne trovati qua e là, poi le hanno trasportate in un piccolo cimitero della frazione San Giacomo. I funerali si svolgeranno domani. Il sindaco ha riunito questa sera d'urgenza la giunta e ha proclamato il lutto cittadino. Ha inviato anche telegrammi alle autorità regionali e provinciali per chiedere aiuti in favore dei superstiti. La casa era di proprietà di un ginecologo dell'ospedale di Cosenza, alle cui dipendenze Luigi Abruzzese lavorava da anni come colono. Emigrato in Germania alcuni anni fa, l'Abruzzese era riuscito a mettere da parte qualche soldo e proprio di recente aveva acquistato un pezzo di terreno in Sila e assieme ai figlioli più grandi aveva deciso di costruirsi una casetta. Non ha fatto in tempo a realizzare il suo lungo sogno. Ai figli diceva spesso: « Io sono dovuto partire, ma voi restate qui. La terra e buona, basta saperla lavorare ». Elio Fata

Luoghi citati: Catania, Cosenza, Germania