Lorna Briffa racconta al legale l'arresto e la prigionia ad Atene

Lorna Briffa racconta al legale l'arresto e la prigionia ad Atene Dopo 5 mesi di carcere, il primo incontro con l'avvocato Lorna Briffa racconta al legale l'arresto e la prigionia ad Atene L'incontro in Grecia con un "signor Giorgio" che le propone di prender parte all'evasione di Panagulis, ma l'italiana rifiuta - Catturata nella hall dell'albergo - Isolamento assoluto per dieci giorni, dopo l'arresto - Numerosi collassi per gli estenuanti interrogatori - Processo il 18 Atene, 11 gennaio. L'avvocato Ivo Reina si è incontrato oggi per la prima volta con la signora Lorna Briffa Caviglia, arrestata il 31 agosto scorso e deferita alla Corte marziale sotto l'accusa di « cospirazione e concorso in evasione di prigionieri politici greci ». Il colloquio, cominciato alle 10. è proseguito fino alle 14,30 c si è svolto presso il centro di polizia di via Euzonu. L'avv. Reina ha portato alla sua cliente informazioni dei familiari c dei due figli Paolo ed Alberto, che vivono ad Albenga. Il legale si è informato delle condizioni dì salute della sua cliente e dell'andamento dei controlli medici, ai quali la detenuta è sottoposta per disturbi cardiaci. La signora c apparsa al suo legale in « discrete condizioni di salute ». Il difensore ha letto il capo di imputazione formulato dal giudice istruttore, invitando la signora Brifja a fornirgli i chiarimenti necessari, ed un riassunto degli interrogatori svoltisi nel corso dell'istruttoria preliminare. La detenuta ha comunicato al suo avvocato di essere stata sottoposta a numerosi interrogatori, l'ultimo alcuni giorni prima di Natale, tutti verbalizzati in lingua greca. Pertanto la signora Briffa — che non ha mai ottenuto una traduzione italiana dei verbali — riconoscerà come sue queste deposizioni soltanto in quanto esse corrisponderanno al suo pensiero. In relazione alle accuse specifiche, la Briffa ha così esposto la sua situazione: alcuni esuli greci conosciuti a Roma, venuti a conoscenza di un viaggio della signora Briffa in Grecia per il Ferragosto, l'avevano pregata di recapitare una lettera ad un conoscente e di compiere in seguito un « atto di umanità » che le sarebbe stato precisato al momento del suo arrivo in Grecia. All'aeroporto ateniese — le era stato detto — avrebbe trovato una persona con un mazzo di fiori, alla quale avrebbe dovuto consegnare la lettera. Giunta ad Atene sabato 19 agosto, la signora Briffa era stata accolta e accompagnata in albergo dalla persona indicatale, presentatasi col nome di « signor Giorgio », che l'aveva invitata ad incontrare Statis Panagulistil giorno seguente (in realtà Panagulis era stato tratto in arresto dalla polizia militare ben dodici giorni prima, e precisamente l'i di agosto). Il fantomatico «signor Giorgio» precisava alla Briffa che Statis era giunto dall'Italia ad Atene per far evadere il fratello Alessandro, condannato a morte per l'attentato al primo ministro Papadopulos e detenuto nelle carceri militari di Boiastsi, alla periferia della capitale. L'« atto di umanità » della Briffa doveva consistere nel guidare un'automobile dalle carceri militari di Boiastsi fino ad una spiaggia non lontana dalla cittadina di Corinto. Sulla macchina avrebbe dovuto prendere posto Alessandro Panagulis. subito dopo l'evasione dal carcere. , La signora Briffa. adducendo ragioni familiari, aveva lasciato cadere la proposta. ' Lunedì 21 agosto, la signora aveva telefonato a Roma per confermare il suo rientro in giornata e nello stesso tempo, su richiesta del « signor Giorgio », avrebbe pregalo alcuni amici romani di fare in modo che un panfilo giungesse il mercoledì seguente presso la spiaggia di Corinto, onde rilevare Alessandro Panagulis non appenu fosse evaso dal carcere militare. Nella serata del lunedi 21 agosto, la Briffa, mentre preparava i suoi bagagli nell'albergo ateniese in cui alloggiava, veniva informata della presenza in portineria di una ragazza, che desiderava parlarle. Appena scesa nell'atrio, veniva arrestata da cinque agenti in borghese, che la conducevano al centro di polizia, dove veniva tenuta in isolamento assoluto per dieci giorni, senza alcun contatto con l'esterno. Sottoposta a numerosi ed estenuanti interrogatori, la signora ha raccontato di essere stata colpita in quel periodo da numerosi collassi, tanto da dover ricorrere più volte all'assistenza di un medico. Nel corso dei primi due giorni di detenzione la Briffa aveva rifiutato ogni cibo ed alcune volte, nel rientrare nella cella dopo gli interrogatori, era svenuta per le debilitate condizioni fisiche (era dimagrita di dieci chili, nel giro di alcune settimane). In seguito, la polizia aveva trasferito la signora al centro militare di Nea Filadelfia, da dove era prelevata sia per gli interrogatori, sia per le visite del con¬ sole italiano e del padre, svoltesi sempre nel centro di via Euzonu. Nel corso del colloquio odierno, il legale avv. Ivo Reina ha concertato con la sua cliente la linea di difesa da adottare per il processo del 18 gennaio prossimo, i documenti da presentare c i testimoni da chiamare. Domani l'avvocato avrà un secondo colloquio con la Briffa. (Ansa) Iniziative contro il regime Lorna Briffa

Persone citate: Alessandro Panagulis, Ivo Reina, Lorna Briffa, Lorna Briffa Caviglia, Panagulis, Papadopulos, Reina