L'Ignis supera i cento contro i cecoslovacchi

L'Ignis supera i cento contro i cecoslovacchi Coppa dei Campioni di basket L'Ignis supera i cento contro i cecoslovacchi Partita-capolavoro del messicano Raga, che segna più di Morse - Troppo inferiore lo Slavia (102-80) (Dal nostro inviato speciale) Varese, 10 gennaio. L'unica cosa difficile per l'Ignis è stata quella di segnare il canestro dei cento punti: soltanto in quel momento il gioco dei campioni d'Europa si è fatto affannoso, in una partita tutta in discesa per i cestisti varesini. Finalmente, Meneghin, quando mancavano 40 secondi alla fine della gara, ha infilato nella retina il pallone, che beffardamente ha volteggiato sul ferro, dopo cinque tiri consecutivi dei suoi compagni di squadra. E' stato davvero troppo facile per l'Ignis battere lo Slavia Praga, i 22 punti di distacco finale (102-80) sono uno scudo senz'altro sicurissimo per la gara di ritorno del 17 gennaio in Cecoslovacchia, in questi quarti di finale della Coppa dei campioni di basket. L'Ignis ha vinto come ha voluto, con grandissima autorità, giocando ad un ritmo « super » che ha tolto fiato e convinzione agli avversari. Raga, Meneghin e Morse sono stati i primi attori di un successo che comunque esalta tutta la squadra varesina. Il risultato non è mai stato in equilibrio: soltanto all'inizio della ripresa i cecoslovacchi sono riusciti a portarsi ad una distanza ragionevole (7 punti, 50 a 57), ma poi un vigoroso « pressing » dei campioni d'Europa ha scavato subito grandi distanze tra le due squadre. E negli ultimi minuti l'Ignis ha fatto sempli. cernente del tiro a segno, cercando il punteggio clamoroso. La lezione di basket l'aveva già data in precedenza con toni veramente cattedratici. E' stata questa la grande serata di Manuel Raga. Il messicano dell'Ignis, dopo quattro stagioni da grande protagonista, passate a collezionare canestri su tutti i campi d'Italia e d'Europa, ha dovuto lasciare il posto di titolare all'americano Morse, più alto di lui (2,02 metri contro 1,88): il « gigantismo » è la legge imperante nel basket, in dimensioni sempre più consistenti, e una decina di centimetri in più contano sempre parecchio per gli allenatori di tutte le squadre del mondo. Così, Raga ha dovuto accettare per quest'anno un ridimensionamento, un ruolo di campione a « mezzo servizio »: non gioca più in campionato, ma soltanto in Coppa, come « straniero aggiunto ». Stasera ha fatto proprio il suo esordio in questo nuovo ruolo, da lui naturalmente non troppo gradito, assumendo di nuovo i panni del protagonista. Il pubblico di Varese non lo ha certo dimenticato, soprattutto alcuni risvolti umani del suo piccolo « caso » (la malattia del figlioletto, le conseguenti preoccupazioni che hanno inciso non poco nella scelta effettuata dall'allenatore Nikolic a favore di Morse) hanno aggiunto motivi patetici al già colorito personaggio che stava tanto a cuore agli spettatori di Varese. , Perciò Manuel è sempre più nel cuore dei tifosi, che lo hanno applaudito con calore raddoppiato prima dell'inizio di questa partita, quasi a voler restituire al giocatore tutto l'entusiasmo che 10 ha accompagnato in questi anni della sua attività agonistica in Italia, quasi a volergli testimoniare il proprio affetto soprattutto adesso che le condizioni del figlioletto di Raga (che è stato gravemente ammalato l'estate scorsa) sono ancora migliorate. Raga ha ripagato il suo pubblico con una grande partita. E' entrato naturalmente nel quintetto d'apertura, al fianco di Meneghin, Ossola, Bisson e Morse. Ha segnato proprio lui il canestro iniziale che ha dato il via al galoppo trionfale dell'Ignis. Anche Morse, che in un certo senso è il «rivale» di Raga, ha avuto la sua parte di applausi, ma con meno calore, con meno simpatia: l'americano è una fredda «macchina da canestri», se si paragona la sua azione (sempre uguale: un tiro in sospensione scoccato con molta precisione, ma senza spettacolarità) alle rocambolesche iniziative del messicano. Morse non è stato preciso come al solito, quasi temesse questo confronto con il suo compagno di squadra. I due comunque se la intendono bene sul campo, la classe indubbiamente 11 unisce e li porta a produrre canestri in grandi dosi. Applauditissimo un canestro realizzato da Morse con una correzione di « schiaffetto » dopo un tiro di Raga respinto dal ferro. Immaginate per i tifosi della Juventus un gol segnato da Altarini dopo un palo di Anastasi: la sensazione è stata la stessa, ed un caldo applauso ha accomunato i due campioni. Di fronte a questo tandem di cannonieri lo Slavia non poteva opporre proprio nulla, troppo inferiore com'era in fatto di vigore atletico e di stazza. L'Ignis ha infatti preso subito il largo, imponendo un ritmo veramente proibitivo per i cecoslovac¬ cpfpclorlosnsdotIllaiapagP«lttpChS chi. Dopo quattro minuti il punteggio era già 14 a 2 a favore dei campioni d'Europa, scatenatissimi, così veloci nel portare a termine le loro azioni da non consentire nemmeno alla difesa dello Slavia di schierarsi. Si restava addirittura in dubbio nel decifrare quale fosse lo schema di difesa adottato dalla Cecoslovacchia («zona» o «uomo»?), tanto il risultato era sempre lo stesso, quasi ad ogni azione: due o tre passaggi in gran velocità e canestro finale dell'Ignis. Antonio Tavarozzi IG-NIS: Rusconi 2, Flaborea, Bertolucci, Chiarini, Zanatta 4, Morse 2B, Ossola 2, Meneghin 28, Polzot, Lucarelli, Bisson 8, Raga 32. SLAVIA: Klimes, Sisek, KonopaseK ti. Soukup, Kraska, Pospisil, Zidek 26, Zednicek 28, Sako 2, Ammer 4, Blazek 12, Ruzicka 2.