Trecento miliardi (invece che 250) per salvare Venezia e la sua laguna

Trecento miliardi (invece che 250) per salvare Venezia e la sua laguna Un accordo fra i quattro partiti della maggioranza Trecento miliardi (invece che 250) per salvare Venezia e la sua laguna De, psdi, pli e pri non hanno invece trovato un'intesa sulle modifiche da apportare agli altri punti della legge speciale, che è in discussione alla commissione Lavori Pubblici della Camera - Secondo Battaglia (pri) "gli articoli 3 e 6 approvati dal Senato restano intoccabili" - Diversi emendamenti chiesti dalla de (Nostro servizio particolare) Roma, 10 gennaio. Nessun accordo è stato raggiunto oggi dai gruppi della maggioranza di governo sulle eventuali modifiche da apportare alla legge per la salvaguardia di Venezia e della sua Laguna. Solo la proposta fatta dal ministro delle Partecipazioni Statali. Ferrari-Aggradi, di portare a 300 miliardi Io stanziamento finora previsto in 250 miliardi, ha ottenuto un consenso unanime. Gli incontri per studiare gli emendamenti da apportare al provvedimento, già approvato dal Senato e attualmente in discussione, in sede referente, alla commissione Lavori Pubblici della Camera, hanno occupato quasi l'intera giornata. Tre ore di discussioni animate nella tarda mattinata, riprese poi nel pomeriggio fino a tarda sera senza portare in pratica ad alcun risultato. L'intesa sulle modifiche da apportare alla legge è mancata e, con ogni probabilità, vi saranno altri incontri nei prossimi giorni. Alle riunioni hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Evangelisti, il ministro Ferrari-Aggradi, il presidente del gruppo de, Piccoli, sostituito poi dal vice presidente Giuseppe La Loggia, il presidente della commissione Lavori Pubblici, Degan (de), il relatore del provvedimento, Padula, e Ton. Zanini, entrambi per la de, il vice segretario del pri, Battaglia, il vice pre- sidente del gruppo del psdi, Reggiani, e, per il pli, il vice capo gruppo Quilleri. Durante il dibattito, che ha avuto aspetti vivaci, i gruppi hanno mantenuto ferme le proprie posizioni. Nessuno cioè discute sulla necessità di salvare Venezia, sia dal punto di vista storico e paesaggistico che da quello del suo sviluppo economico. Ma è sul modo e sugli strumenti per salvaguardare questo secondo aspetto importante per il futuro di Venezia che vi sono divergenze di opinioni che investono i poteri dello Stato — una volta considerata Venezia di preminente interesse nazionale — e della Regione. Battaglia (pri) ha dichiarato: « Non possono non rimanere fermi gli elementi politici che hanno dato senso positivo alla legge così come è stata approvata dal Senato. C'è a mio avviso una sufficiente buona volontà per migliorare gli altri punti del testo varato dal Senato, ma per noi gli art. 3 e 6 restano intoccabili ». Anche per i liberali la legge va bene così com'è, mentre i socialdemocratici appaiono più disponibili. Le resistenze maggiori provengono invece dall'interno della de. Lo stesso relatore del provvedimento, on. Padula, ha sollecitato emendamenti per chiarire i punti più controversi e indicare direttive precise anche sull'avvenire economico di Venezia e della sua Laguna, per evitare che divenga una città museo. L'articolo 3 della legge afferma tra l'altro che « il piano comprensoriale stabilisce le direttive da osservare nel territorio del comprensorio per la formazione e l'adeguamento degli strumenti urbanistici ». L'articolo 6 stabilisce invece che « la commissione per la salvaguardia di Venezia esprime il proprio parere sui progetti degli strumenti urbanistici dei Comuni del comprensorio e del consorzio per il porto e la zona industriale di Venezia-Marghera, che vengono redatti o modificati ai fini del loro adeguamento al piano comprensoriale ». g, fr. L'on. Ferrati-Aggradi, de, e l'on. Battaglia, pri (F. Team)

Persone citate: Battaglia, Degan, Evangelisti, Giuseppe La Loggia, Padula, Reggiani, Zanini

Luoghi citati: Roma, Ton, Venezia