Fu un salto dalla fisica classica al mondo "magico,, dell'atomo

Fu un salto dalla fisica classica al mondo "magico,, dell'atomo Rontgen, Becquerel, i Curie fino a Planck e Einstein Fu un salto dalla fisica classica al mondo "magico,, dell'atomo Dallo studio del visibile alle indagini sull'infinitamente piccolo con leggi proprie Se lo sviluppo della scienza, dal diciannovesimo secolo n poi, è stato ricco di avvenimenti e di scoperte in quasi tutti i campi dello scibile, particolarmente fecondo è stato il suo progresso nel campo della fisica. In particolare -v'è una data che può davvero determinare. — sia pur in modo approssimativo, per metodo di indagine, — uno stacco tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo ed è il 1895, l'anno cioè in cui Rontgen scopriva i raggi X. Zeeman il famoso effetto che porta il suo nome e che doveva condurre alla scoperta dell'elettrone. In definitiva è intorno al 1895 che la fisica fa un grosso salto qualitativo e passa dalla fisica classica allo studio del mondo microscopico. Fine secolo Sul piano dell'influenza scientifica i tre grandi paesi che intorno a quegli anni raccoglievano le maggiori presenze di personalità erano la Gran Bretagna, la Francia e la Germania. La Gran Bretagna era al massimo del suo splendore e contava fisici di grandissimo valore. La Francia sul piano politico era ancora in gravissima crisi per le conseguenze della sconfitta del 1870, ma dava alla scienza fisica nomi di altissimo prestigio. La Germania aveva portato avanti per oltre 60 anni la sua lotta interna tra potere civile e potere militare, da poco i militari avevano preso il sopravvènto in uno Stato divenuto imperiale e militarista (e lo sarebbe stato sino alla sua tragedia finale) e che cominciava a decollare anche nel campo industriale e tecnologico. Gli ultimi anni del secolo inoltre testimoniavano in tutte le altre correnti di pensiero una grande esigenza di rinnovamenti, di abbandonare abiti mentali, ed anche di costume morale, freddi e conformisti, per attingere dalla vita risorse nuove, più vive e genuine. Nella pittura gl'impressionisti, in musica Debussy, in letteratura Anatole France. D'Annunzio e Nietzsche. La teoria dell'evoluzione aveva sconvolto tutto il mondo britannico, nel suo modo di essere, di pensare: Darwin aveva travolto l'Inghilterra vittoriana. Col 1895 si pongono le pie¬ o i i a e e e o n a ¬ tre miliari sul percorso prodigioso delle scoperte fisiche, delle pietre che sono al contempo la sintesi di un passato fecondo e la premessa di un divenire costante e rapidissimo. Tanto rapido da far sembrare a noi, contemporanei delle conquiste spaziali, terribilmente lontano il tempo dell'era nucleare, della quale noi siamo egualmente contemporanei. Questa osservazione è venuta spontanea alla nostra mente, soggiogata dal fascino di un incontro tra il nostro io critico, contemporaneo, e la sintesi storica della fisica contemporanea proposta alla nostra attenzione da uno dei più grandi fisici viventi, il Premio Nobel Emilio Segrè. Emilio Segrè è rientrato in Italia, dalla California dove insegna all'Università di Berkeley, per dare un corso di lezioni all'Accademia dei Lincei sulla storia della fisica, dei personaggi e delle scoperte del XX secolo. Si è soffermalo a lungo, e con particolare amore, sulla figura e l'opera di Rontgen e dei coniugi Curie. Rontgen non fu uno studente brillante c svolse una carriera universitaria del tutto normale. Aveva pubblicato 48 lavori, ma nel 1895 il suo quarantanovesimo lavoro doveva rivoluzionare la fisica. La sua scoperta avvenne quasi per caso e per moltissimi anni non si fu capaci di spiegarsi i fenomeni che Rontgen aveva scoperti e diffusi nel mondo in una relazione con la quale annunziava la sua sensazionale scoperta. I fisici di tutto il mondo restarono scettici alla lettura di quella comunicazione, ma quando sperimentarono dovettero credere. Rontgen era uomo schivo ed abbastanza scontroso, non volle accettare nessuno dei numerosi inviti che gli vennero rivolti da ogni parte del mondo per conferenze e sperimentazioni della sua scoperta. Egli rispose in modo negativo a tutti tranne che ad una sola persona: al Kaiser. Nel clima dell'epoca era d'uso che i sovrani s'interessassero di qualunque personaggio e avvenimento di rilievo. Anche la Regina Margherita, quando la scoperta divenne di generale notorietà, chiamò l'allora presidente del Senato, Blaserna, noto studioso, perché le ripetesse l'esperimento. I coniugi Curie aggiunsero ass alla scoperta di Rontgen altri straordinari contributi. La scoperta del polonio e poi del radio doveva rivoluzionare tutte le cognizioni del tempo sulla radioattività e sui minerali radioattivi. La vita dei Curie è un curioso intreccio di umanità e di scienza. Già il loro incontro è singolare, lei donna estremamente volitiva, fanaticamente patriota, dotala di una tempra virile, lui temperamento difficile, introverso, al punto che suo padre dovette preferire ch'egli compisse degli studi del tutto irregolari, piuttosto che affrontarlo con autorità. Ma è certo che sia pur con studi irregolari, le prime cose che Curie scrive, sono lavori che già offrono importanti contributi alla fisica. Una baracca Il loro laboratorio a Parigi aveva più l'aspetto d'una baracca che di un centro di ricerche. Vi si soffriva il freddo, non sì aveva nessuna precauzione nell'utilizzare i ma- teriali che eraiio necessari ai loro esperimenti, si procedeva con un coraggio e con un lavoro fisico che lascia strabiliati. Basterebbe solo pensare allo sforzo fisico che i due coniugi dovevano compiere per sciogliere chili e chili di materiale con le mani — quando avevano la fortuna di trovarne — per portare avanti i loro studi. Ancora dopo cinquant'anni, i quaderni e le carte che furono trovati sui tavoli del laboratorio o i libri in cucina, serbavano un'altissima radioattività. Tra le mura di casa dei coniugi Curie si respirava, si mangiava radioattività. L'anemia plastica di cui Madame Curie morì doveva essere la drammatica conclusione di una vita intensamente impegnata. Il marito, morto molto prima di lei per un incidente stradale, aveva ottenuto il Premio Nobel assieme a Marie Curie, ma non potè lasciarle che la sua cattedra, avuta con molte difficoltà e non un laboratorio che i coniugi Curie desiderarono sempre invano. I Fulvio Tortora de Falco

Luoghi citati: California, Francia, Germania, Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Parigi