Crisi economica a Berlino Ovest di Tito Sansa

Crisi economica a Berlino Ovest Dopo raccordo quadripartito Crisi economica a Berlino Ovest I dati contraddicono le previsioni del "Senato" berlinese - In continuo calo il numero degli occupati, malgrado agevolazioni per imprenditori e giovani che si trasferiscono nell'ex capitale (Dal nostro inviato speciale) Berlin», 8 gennaio. « L'accordo quadripartito entrato in vigore il 3 giugno 1!)72 crea per Berlino non soltanto nuove condizioni politiche, ma anche nuove, migliorate condizioni economiche ». Così afferma una « brochure » sulla situazione pubblicata dal senato di Berlino Ovest. E in decine di migliaia di volantini e di prospetti vengono vantati i « 15 punti di vantaggio » di Berlino: al punto primo è detto « città con avvenire », gli altri punti contengono allettamenti per invitare i giovani, le forze produttive, a trasferirsi in riva alia Sprca. La realtà è ben diversa da quanto le pubblicazioni ufficiali vantino: la popolazione di Berlino Occidentale continua costantemente a diminuire, la mortalità è superiore alla natalità, l'emigrazione superiore all'immigrazione, soltanto un costante afflusso di lavoratori stranieri (in gran parte turchi, che vivono in condizioni precarie) ha permesso alla città di mantenersi al di sopra dei 2 milioni di abitanti. Cala il numero della popolazione attiva, da 1 milione e 26 mila persone che lavoravano nel 1960, si è scesi a 933 mila nel 1972. Le previsioni per il 1975, elaborate dall'Istituto di ricerca economica, danno solo 900 mila lavoratori e impiegati e, per il 1980, 876 mila. Fino a un anno fa questo regresso di Berlino Occidentale veniva giustificato con l'incertezza politica della città, con le angherie e i blocchi sulle vie di comunicazione. E si diceva, pieni di speranza, che la situazione sarebbe migliorata dopo la firma dell'accordo quadripartito e che si sarebbe normalizzata dopo la firma del « Trattato fondamentale » tra i due Stati tedeschi. Finora nulla di ciò si è avverato: il Mercato Comune si è rifiutato di aprire a Berlino Ovest il proprio ufficio, le banche, le società di assicurazione, le amministrazioni delle grandi industrie tedesche (benché allettate da notevoli benefìci fiscali e da sovvenzioni per costruzioni e investimenti) non hanno trasferito le loro direzioni nell'ex capitale; perfino i giganti Siemens e Aeg, che negli Anni Cinquanta avevano prudentemente traslocato nella Germania Occidentale, si sono rifiutati di tornare all'antica sede; grandi gruppi stranieri investono miliardi ovunque in Germania, ma non a Berlino. Esattamente come gli imprenditori, si sono comportati ì prestatori di lavoro. Pochi si sono trasferiti a Berlino Ovest, benché vi sia disponibilità di posti, benché il Senato conceda a ciascuno una sovvenzione (esente da imposte) pari all'8 per cento dello stipendio o del salario lordo, vengano concessi mutui senza interesse a chi si sposa, venga pagato il viaggio agli immigrati, vengano rimborsati i viaggi per le ferie e vengano anticipate le spese per ammobiliare la casa. Soltanto in un settore — quello dell'edilizia — qualcosa si è mosso: terreni trascurati da un quarto di secolo, disseminati di rovine coperte da erbacce, sono aumentati di prezzo, gli affitti sono saliti e gli immobili sono aumentati di valore più che in qualsiasi altra città della Germania. Le preoccupazioni per il futuro di Berlino Occidentale tuttavia sussistono. Dice un funzionario del Senato all'economia che « la politica preferenziale per Berlino deve venire non solo continuata, ma intensificata », se non si vuole che l'esistenza della città venga minacciata, e che essa diventi una specie di appendice di Berlino Est, in questi giorni elevata al rango di capitale, internazionalmente riconosciuta. Tito Sansa * I dJ nl a| sI si lj tj lsi (cancarsMlncm

Persone citate: Berlin