Castello e parco di Racconigi sono ritornati ieri ai Savoia di Francesco Fornari

Castello e parco di Racconigi sono ritornati ieri ai Savoia Dopo 25 anni di dispute legali e 12 sentenze Castello e parco di Racconigi sono ritornati ieri ai Savoia In seguito alla sentenza della corte d'appello di Genova - Il 31 dicembre era scaduta l'amministrazione provvisoria del demanio - Vivaci reazioni fra gli abitanti - Si teme che la tenuta venga ceduta e lottizzata - Però il possedimento è stato dichiarato monumento nazionale ed e quindi sottoposto a precisi vincoli - Il valore attuale sarebbe di circa quaranta miliardi (Dal nostro inviato speciale) Racconigi, 8 gennaio. Dopo 25 anni di dispute legali e ben dodici sentenze (una delle quali della Corte di Cassazione che annullava i precedenti e contrari pareri espressi dal tribunale e dalla corte d'appello di Torino), oggi il castello e la tenuta di Racconigi sono stati riconse- jgnati ai Savoia. Il 31 dicembre è scaduta l'amministrazione provvisoria del demanio dello Stato: in ottemperanza alla sentenza emessa dalla corte d'appello di Genova, stamane il procuratore dell'ufficio del registro di Racconigi dottor Gennaro Zampella, che da tre anni ricopriva anche la carica di am- ! ministratore della proprietà, si è incontrato con l'avvocato Vittorio Toesca di Castellazzo, rappresentante dei Savoia, per iniziare le complesse pratiche della restituzione dei beni che dovranno essere divisi fra la contessa Jolanda Calvi di Bergolo, l'ex regina Giovanna di Bulgaria, la principessa Maria di Borbone Parma e gli eredi della principessa Mafalda d'Assia, morta durante la guerra in un campo di concentramento in Germania. La notizia della restituzione del castello e della splendida tenuta, i cui terreni si estendono nel territorio di sei comuni del Piemonte, ha provocato vivaci reazioni fra gli abitanti di Racconigi. Di tutti si è fatto portavoce il pittore Carlo Sismonda, strenuo difensore del paesaggio. «Questa è la cosa più brutta che ci poteva capitare. Non è logico i che un parco cosi bello sia proprietà di poche persone che, uniche, possono goderne. Col timore, inoltre, che venga distrutto. Chi ci assicura adesso che i Savoia non vendano tutto? Che fra qualche mese qui non arrivino i bulldozer, che gli alberi vengano abbattuti per far posto a delle ville?». Salviamo il parco: questo l'imperativo categorico che ha spinto stamane molti abi- anti di Racconigi ad accorre-1 re negli uffici del comune per j protestare, chiedere spiegazioni, invocare provvedimenti. In realtà, il parco non corre alcun pericolo. Nel '55, infatti, il castello, la tenuta e il magnifico viale dei platani che attraversa il paese sono stati dichiarati monumenti nazionali. Sono perciò intoc cabili, «Non possono neppure mane ha preteso che nel ver- essere venduti — dice il dot-1 tor Zampella — il provvedi-1 mento e esteso anche a tutti ì | mobili, le suppellettili i qua- : dri che si trovano ali interno , del palazzo. Nel parco, neppu- re un albero può essere ab- 1 ™«Tn0 SSJSfS" i re il massimo rispetto della le bale di «attribuzione dei beni» (cioè il passaggio dall'am- j ministrazione demaniale a quella dei Savoia di tutta la proprietà) venga chiaramente specificata l'esistenza di questo vincolo. «A scanso di sorprese — precisa il funziona- j rio — per avere l'assoluta si- j curezza che il parco rimanga inalterato». Su questo punto c'è stata una vivace discussione fra il procuratore dell'ufficio del registro ed i rappresentanti dei Savoia. «Non firmerò nessun verbale se questa clauso la non sarà specificata», afferma il solerte funzionario. E, con una punta d'amarezza, ricorda alcune pressioni alle quali è stato sottoposto durante la discussione. «Qualcuno mi ha detto persino che avrebbe fatto una telefonata al ministro ed io avrei perso il posto. Ma non saranno certo queste minacce a spaven¬ varmi. Farò il mio dovere fino I in fondo e ritengo che questo] faccia parte dei compiti che : mi sono stati affidati. Il par- \ non verrebbero fatte nuove obiezioni all'inserimento del la clausola nel verbale. Ma gli abitanti non sono soddisfatti. «Lo Stato ha tat1 to proprio un grosso torto a ; tutti ridando il parco ai Sa| vola — dice Sismonda — fin che era demaniale, potevamo i nutrire la speranza che, pri| ma o poi, si sarebbero decisi ad aprirlo al pubblico. Un provvedimento che, ritengo, i nuovi proprietari non si so guano neppure di pensare», Quali siano le intenzioni dei Savoia non si sa. «Si accolla- no un bell'onere di passività — dice il dottor Zampella — qui non si può vendere, co striare, modificare. L'unico reddito è fornito dall'affitto che paga una società per il di ritto in esclusiva della riserva di caccia e pesca». Anche que sta è una nota dolente per il pittore Sismonda e tutti gli amanti della natura. «Dentro al parco ci sono fagiani, scoiattoli, anatre selvatiche. lepri. I fagiani vengono persino a razzolare fra le gambe dei visitatori. Sono abituati da parte dei Savoia co. il castello, tutto quanto, appartengono al patrimonio nazionale. Nessuno può disporne a proprio piacimento». Sembra tuttavia che un accordo sarà raggiunto al più presto: i alla presenza dell'uomo. Quei | signori definiscono caccia j quella carneficina che vengoI no a fare ogni tanto: bella| prodezza sparare a delle be- slie che non scappano, che ti stanno a guardare fiduciose. a un palmo dal. fucile». La polemica è accesa, la disputa violenta. Gli abitanti di Racconigi si sentono depauperati, la sentenza del tribunale di Genova è giudicata «assurda e ingiusta». E' l'inevitabile strascico di una lunga e complessa vicenda giudi- ziaria che si potrebbe far ri salire addirittura al 28 dicem bre 1947| data della morte del,.ex re Vittorio Emanuele. In mancanza di un testamen- t infatti j . prevede che j fi,Tli che uoncorrono ana successione debbollo conieTÌ. re tutt0 ciò che in precedenza hann0 avut0 in ^ dal m-, tare. Nel caso di Umberto, il castello e la tenuta di Racconigi, ricevuta in regalo di nozze. Umberto però non ebbe il tempo di farlo: tre giorni più tardi, alla mezzanotte del primo gennaio 1948, entrò in vigore la Costituzione repubblicana. I beni degli ex re di casa Savoia furono confiscati. Racconigi posta sotto sequestro. Al provvedimento si oppongono le sorelle di Umberto e le figlie di Mafalda, sostenendo che la tenuta di Racconigi fa parte della massa ereditaria e, semmai, può essere sequestrata solo la parte spettante ad Umberto. Ini- fa cosi la lunga schermaglia fra le carte. b«llate- 11 «Re:l1 possesso di Racconigi» nel 195CI venne valutato due mi- Ilartdl * mezzo *fllre' Te™ 0 . lira e dell'incremento delle aree, il valore attuale si aggira sui 40 miliardi. Francesco Fornari