Urss: "Dolce vita,, No alle calciatrici

Urss: "Dolce vita,, No alle calciatrici Urss: "Dolce vita,, No alle calciatrici Anche i calciatori sovietici hanno scoperto la « dolce vita ». Lo ha scritto un giornale locale, « Sport sovietico », mentre quello dei sindacati, « Trud », approfondisce ancora di più l'argomento cercando til spiegare — attraverso le possibili cause — l'origine della crisi del calcio sovietico, relegato come valori tecnici al 25" posto nell'ambito europeo (Statistica in verità piuttosto discutibile, come quella recentissima, ad esempio, di Franco Football che ha relegato l'Italia all'undicesimo posto...). Fra le società sovietiche è scoppiata un'autentica guerra di trasferimenti: chi offre di più (appartamenti e buoni stipendi) ottiene i migliori giocatori. Viene fatto il caso del difensore Ivanov che dalla Dinamo è passato allo Spartak e da questa al Dniepr, dove ovviamente ha ricevuto il solito appartamento in più. Tutto il mondo, insomma, è paese quando si tratta di parlare di calcio. Nell'Unione Sovietica dove ufficialmente i giocatori sono dilettanti, all'atto pratico quando c'è da firmare un contratto 1 campioni del football chiedono: « Quanti appartamenti e quanti rubli mi date? ». Il giornale « Trud » pertanto ha proposto che anche In Urss si imitino altri paesi, permettendo ad esempio il passaggio dei giocatori da un club all'altro limitatamente al periodo 5-30 novembre. I diretti interessati non sono d'accordo: « JVon possono farci limitazioni — dicono — in fin dei conti siamo dei dilettanti ». « E gli appartamenti che vi danno? » hanno replicato i sindacati. Questa la risposta: « Beh, quelli sono regali... ». Secondo quanto scrive l'ultimo bollettino dell'Uefa, nella stessa Unione Sovietica è sorta una polemica nei confronti del calcio femminile. Il Ministero della sanità, infatti, ha preso posizione « contro l'indecoroso spettacolo di un incontro di calcio fra due squadre femminili a. In un comunicato, ii Ministero ha precisato che « il football non è adatto alle donne ». La dottoressa Natalia Graievskaia, capo del dipartimento medico del consiglio superiore degli sports sovietici, ha dichiarato in proposito che la pratica del calcio da parte delle donne porta alla dilatazione delle vene nelle gambe, che la lotta per la sfera può provocare lesioni negli organi sessuali oltre che fratture al bacino in caso di tiri violenti. La dottoressa Graievskaia ammonisce poi che stoppando il pallone col petto, si hanno altre gravi conseguenze, pertanto raccomanda alle donne di praticare altri sport come, ad esempio, l'atletica, la scherma, il ciclismo, il tiro. L'Uefa pertanto, pur ricordando che nel congresso straordinario di Montecarlo nel 1971, ha deciso di « adottare » anche il calcio femminile, lascia alle singole Federazioni il compito di assumere il controllo effettivo del movimento sul piano sportivo e medico.

Persone citate: Franco Football, Ivanov, Natalia Graievskaia

Luoghi citati: Italia, Montecarlo, Unione Sovietica, Urss