Costi e prezzi della benzina

Costi e prezzi della benzina DOPO LA "RIVOLUZIONE.. IVA Costi e prezzi della benzina Il petrolio greggio, dal 1Q gennaio, costa 1000 lire in più la tonnellata a seguito dei precedenti accordi di Teheran e Tripoli - L'Iva incide per 17,35 lire al litro (Nostro servizio particolare) Roma, 4 gennaio. Dal 1* gennaio il petrolio greggio costa all'origine mille lire in più la tonnellata, per un altro « scatto » degli accordi di Teheran e di Tripoli tra Compagnie e Paesi produttori. E' un aumento del 10 per cento, dato un prezzo medio all'importazione di 10.200 lire la tonnellata, fino al 31 dicembre scorso. A ciò ?,i aggiunge, per turbare i\ mercato, la politica attendista dei Paesi petroliferi, i quali hanno scoperto che il greggio sottoterra renderà più domani, dato il continuo rialzo dei prezzi, di quanto potrebbero fruttare i dollari incassati oggi e depositarti in banca. Le stime più prudenti, infatti, prevedono un rincaro del petrolio del 50 per cento nei prossimi cinque anni, anche perché la domanda « spinge ». Gli Stati Uniti stessi importano prodotti finiti e mandano emissari in Italia per comprare il raffinato, soprattutto gasolio (il combustibile «pulito»), ma anche benzina. Saremmo, quindi, all'inizio di un « boom » del petrolio. In questa situazione di costi crescenti e di prezzi di vendita bloccati (al livello più alto del mondo, a causa dell'imposizione fiscale, mentre senza le imposte, sarebbero tra i più bassi), le Compagnie petrolifere affermano di perdere ogni giorno in Italia più di un miliardo di lire. Questo sulla carta, perché sono state autorizzate a ritardare di tre mesi i relativi versamenti al fisco. Il mancato incasso risulta dalla differenza, al netto degli oneri fiscali, tra 40,63 lire e 27,07 lire al litro per la benzina super, e differenze proporzionali per gli altri prodotti. Ogni giorno si vendono in Italia 36 milioni e mezzo di litri di benzina surfer, 4,1 milioni di «normale», 15,7 milioni di gasolio, 82 mila tonnellate di olio combustibile, 27.400 tonnellate di olio fluido, più quantità minori di altri prodotti. C'è da contare sulle assicurazioni del governo, sul disegno di legge proposto dall'ultimo Consiglio dei ministri e che,' quando sarà approvato dal Parlamento, avrà valore retroattivo al primo gennaio, sul fatto che le Compagnie potranno effettuare anticipi di versamenti, non versamenti totali al fisco. Ma il mercato vive nell'incertezza, sia sulla data dell'approvazione, sia che questa avvenga. Dal primo gennaio 1973 l'imposta di fabbricazione, calcolata sui maggiori costi di raffinazione e distribuzione riconosciuti dal nuovo metodo adottato dal Cip, è salita da 114,57 a 117,57 lire al litro (si fa sempre l'esempio della benzina super), e l'Iva incide per 17,36 lire, anziché le 6,80 lire dell'Ige. Ne risulta, quindi, che le società, dato che il prezzo di vendita alle pompe è bloccato sulle 162 lire al litro, devono accantonare per il fisco 13,56 lire in più al litro, quindi cedere il carburante a 27,07 lire, invece di 40,63 lire, accollandosi un passivo di 21.790 lire la tonnellata, contro un margine di 241 lire fino al 31 dicembre scorso. Con il disegno di legge proposto dal governo, l'onere fiscale complessivo dovrebbe scendere da 121,37 a 120,17 lire al litro, grazie a una riduzione dell'imposta di fabbricazione (da 114,76 a 102,81 lire al litro), per compensare la maggiore incidenza dell'Iva rispetto all'Ige e lasciare un margine di lire 1,20 per il riconoscimento di un maggior costo, corrispondente ai gestori delle pompe. Le società petrolifere, tuttavia, affermano che — anche con il disegno di legge — rimarrebbero «in rosso» per 1830 lire la tonnellata. Questo calcolo dei costi e dei prezzi, si fa rilevare, è quello del Cip (Comitato italiano dei prezzi), non è di parte. Piuttosto, ci sarebbe da obiettare che è errato per difetto — nei costi — in quanto si riferisce a rilevazioni effettuate ogni volta con alcuni mesi di ritardo sul loro eventuale riconoscimento. In definitiva, le società petrolifere avrebbero preferito che il governo avesse scelto la via del decreto legge, con effetto immediato, anziché quella, più lunga e incerta, del disegno di legge. Anche perché, esse affermano, l'approvvigionamento del petrolio greggio è nelle mani di chi non fa della beneficenza e domani, di fronte a incertezze di pagamento, potrebbe rivolgersi ad altri, più sicuri acquirenti, assai facili da trovare in un momento in cui la domanda prevale sull'offerta. Il trattamento fiscale può essere una scelta politica, ma va tenuto distinto dalla realtà ecqmdemdsptonràPsddsEnrdvmullapdMprancvrqgLsaCaosagd economica, tanto più quando questa è riconosciuta da un metodo di calcolo dei costi e dei ricavi adottato ufficialmente.

Luoghi citati: Compagnie, Italia, Roma, Stati Uniti, Teheran, Tripoli