Moro e La Malfa parlano del governo e dei socialisti

Moro e La Malfa parlano del governo e dei socialisti Il dibattito politico dopo le vacanze Moro e La Malfa parlano del governo e dei socialisti Moro: "Può darsi che la centralità de abbia fatto guadagnare voti, ma il prezzo che si paga per questo cambiamento è alto" - La Malfa : il pri continuerà ad appoggiare solo dall'esterno il ministero Andreotti - Intervista di Amendola (pei) (Nostro servizio particolare) Roma, 3 gennaio. Una nuova richiesta di Moro alla de di favorire il ritorno dei socialisti al governo riapre oggi il dibattito politico sui temi più pressanti, dopo la pausa delle vacanze di fine d'anno. L'intervento ha specifico rilievo, anche perché si colloca a pochi giorni dalla direzione de, Moro in un'intervista a Famiglia Cristiana, sostiene che il Centro Sinistra fu messo in crisi « dalle mai sopite spinte conservatrici », oltre che da sue insufficienze, ma specifica: « Sono permanenti le ragioni che dettarono la politica di Centro Sinistra e ne ispirarono il caloroso e promettente inizio. L'allargamento della base dello Stato democratico ed una seria politica popolare sono essenziali e indissolubili dalla presenza socialista ». La « scelta di centro », fatta dalla de, non ha a suo giudizio prospettive e anzi porta alla « contrapposizione sinistra-destra, nella quale la sinistra sarebbe il pei ». Giudica anche « fuori della realtà » un governo a cinque, dai liberali ai socialisti, e critica in modo serrato la linea della « centralità democratica » sostenuta dal segretario della de, Forlani. Scaricando sui socialisti le colpe di tutti i mali, dice Moro, « può darsi che la centralità abbia fatto guadagnare dei voti ma il prezzo che si paga per questo cambiamento è alto »: « non ha respiro e, seppure può colmare un vuoto momentaneo di potere, non costituisce una prospettiva di lungo periodo » è « autentica indifferenza ». E ancora: « Se si vuole movimento, novità e respiro, bisogna coinvolgere la sinistra disponibile, la sinistra democratica, nella responsabilità della guida dello Stato. Prima o poi il problema si ripresenterà. Sarebbe grave risolverlo nel segno dello stato di necessità e non di una scelta consapevole e libera ». Moro indica i « nodi più gravi » da sciogliere: un piano di sviluppo concordato con le Regioni; « il funzionamento della giustizia che è, a dir poco, oggetto di perplessità e di disagio »; la riforma della scuola superiore che « si ispira a modelli inaccettabili »; il sistema previdenziale e quello sanitario; una politica urbanistica e per la casa. In pratica, precisa, « dobbiamo rifare quasi tutto » e questo richiede realismo, moderna visione, serietà e « fermissimo impegno ». Sui rapporti col pei chiede « una seria dialettica fra maggioranza e opposizione, nella quale la maggioranza resti se stessa e l'opposizione sia la coscienza critica della maggioranza », mentre la presenza del psi al governo « non significa una rappresentanza spuria del pei che, oltre tutto, la rifiuterebbe ». Moro si è poi riferito alle polemiche sollevate dall'intervista a La Stampa, in cui il suo invito a riprendere il dialogo con il psi fu interpretato come una richiesta di crisi di governo. « Certo, ritengo essenziale riaprire il dialogo coi socialisti, dopo che essi hanno dichiarato, e pagando ancora una volta un prezzo, la loro disponibilità ». Pensa che « un partito di frontiera » non possa essere lasciato « senza un segno di attenzione e di rispetto, come se esso solo dovesse superare una prova e non fossimo tutti in qualche modo impegnati a ripensare il modo migliore per realizzare una politica tanto giusta quanto difficile ». Anche La Malfa, in un'intervista a Gente, parla brevemente d'una collaborazione con il psi, condizionandola ad un radicale chiarimento dei « contenuti d'una azione politica » completamente diversa dai precedenti Centro Sinistra. Ma, osserva, dal congresso socialista di Genova « sono emerse alcune spaccature politiche, ma nessun contenuto politico per supe- rare la crisi ». La de, d'altra parte, ha approfondito le sue divisioni al convegno economico di Perugia. In queste condizioni ii pri, ha detto La Malfa, continuerà ad appoggiare solo dall'esterno il governo, perché esso non ha presentato il quadro sulla esatta situazione del Paese, perché esso non ha la piena a l o e n . i e i o e a e l ocn solidarietà della de e perché « Malagodi vede con più ottimismo di noi la situazione». Ha polemizzato con Tanassi e Andreotti che combattono la politica dei redditi, osservando: « Sperare che escano governi omogenei e con chiare intenzioni, quando le forze politiche di base sono in tali condizioni, è estremamente illusorio ». Infine, sempre criticando il convegno della de, ha riproposto la politica dei redditi. Amendola, su L'Espresso, rilancia il disegno comunista dell'accordo fra pei, de e psi, ma precisa che, con il psi, occorre un confronto sulla politica estera e « un inventario delle posizioni assunte dai partiti della classe operaia » anche senza « voler giungere in Italia ad un programma comune di governo come hanno fatto i comunisti e i socialisti francesi ». In polemica con Lombardi, secondo il quale un nuovo Centro Sinistra sarebbe « autoritario », Amendola dice che il pei vuole una « svolta democratica », che Lombardi « non valuta appieno la pericolosità del governo di Centro Destra» e - che- infine. il Psi non è dia ! sPor»kile per soluzioni di e e o pl a a e, a « contenuto autoritario ». Ripete, in conclusione, che «ta opposizione del pei oggi decisamente diretta a rovesciare l'attuale pericoloso governo potrebbe essere diversa nei confronti di un governo chiuso a destra e impegnato nella soluzione positiva dei più urgenti problemi ». Lamberto Fumo

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