La ragazza del "Tango,, di Lietta Tornabuoni

La ragazza del "Tango,, Brevi incontri La ragazza del "Tango,, La notte cli Capodanno Ma¬ ria Schneider rimane seduta in un angolo come stupefalli), chiusa nel silenzio caparbio dei bambini costretti controvoglia tra i grandi. La faccia paffuta e corrucciata che splende in ogni inquadratura di Ultimo tango a Parigi s'è scavala, si sono assottigliate le gambe intrecciate a quelle di Marion Brando nel manifesto censurato da un gran quadrato di cuna bianca, paiono rasciugate le morbide membra dibattentisi nelle strette amorose che la magistratura italiana considera troppo rischiose per spettatori adulti. L' dimagrita di dieci chili, peccato. Ai complimenti e alle congratulazioni di tutti coloro che, dopo averla conosciuta intimamente nuda sullo schermo, sono ora curiosi e contenti di incontrarla mondanamente a una festa, risponde con un sorriso pallido, avaro. Porta jeans e giubbetto, s'è portata dietro un ragazzo e una ragazza amici verso i quali lancia ogni tanto sguardi da naufrago. A mezzanotte brinda senza enfasi e se ne va, nuova Cenerentola in fuga verso Marrakesh. Ha vent'anni. Per vedere il primo film che ha interpretato diretta da Bertolucci gli spettatori fanno file pazienti a Parigi, riempiono i cinema a New York. A Milano e a Roma ci voleva la polizia per controllare la folla, finché non è intervenuta la magistratura: adesso si dice che Ultimo tango verrà processato per direttissima, ci si augura che venga assolto, si suppone che possa tornare in circolazione alla metà di gennaio. La critica internazionale ha avuto di rado elogi tanto incondizionati ed entusiasti, raramente la gente ha discusso un film con una passionalità tanto partecipe e rivelatrice. Nel prossimo film Maria Schneider sarà diretta da Antonioni: Tecnicamente dolce. E' l'attrice del momento, della skir sembra già possedere il destino: passato di bambina male amata, presente di sregolatezza, futuro di probabili nevrosi. E' nata a Parigi, porta il cognome della madre emigrata dalla Romania e archivista di un settimanale, non ha simpatia per il padre Daniel Gclin (« Inacidito, geloso dei figli ») che le rimprovera di essersi servita del suo nome e si affanna a rinnegarla. E' bella, insolente, irrispettosa. Rapide sazietà e il dinamismo dei pigri la spingono a muoversi, cambiare, cercare sempre altre cose. « Non sopporta » di abitare che a Londra; le piacciono « la vita, gli nomini, le donne »; è incapace di essere fedele, « mi accusano di essere divoratrice, ma non è vero ». Dorme molto, e mai di notte. Non ha bisogno di costruirsi un personaggio: capricciosità infantile e volubilità adolescente bastano a collocarla nel mondo del cinema, una franchezza indillcrente basta a rendere le sue dichiarazioni doverosamente spavalde. Brando « è un Ariete come me, un uomo ancora bambino, un po' ambivalente... lento, pigro... si sente invecchiare ». Antonioni è « un signore anziano ». Il pudore « non so cosa sia ». Qualche mese fa rideva mollo, aveva un'allegria giocherellona da cucciolo, fare il cinema la divertiva. Adesso ride meno. 11 successo repentino l'ha sconvolta, dice. La mortifica venir riconosciuta per strada, essere oggetto e schiava dell'attenzione altrui. La angosciano, dice, tutti quegli occhi addosso, tutti quegli sguardi che la spiano, la ricordano, la valutano, la confrontano alla sua nuda immagine cinematografica. Le fanno onore: non sa ancora che tra pochi mesi le faranno piacere. Prigioniero di Roma « Detesto le carciojolale, il Caffè Rosati, il tifo allo stadio, i ruderi, Meo Patacca, il vitto dei Castelli e i tempi belli che il Pinelli immortalò, tutto il romanescliismo di maniera ». Che bruita vita è la sua, allora: prigioniero di Roma, da quindici anni Giancarlo Del Re si dedica, nelle quotidiane «Avventure in città », pubblicate da un giornale romano, a raccontare, interpretare, reinventare la sua città e a far ridere cli se stessi i suoi concittadini. La prima raccolta di « Avvenlure» vinse nel 1965 il Premio Bordigliela per lu letteratura umoristica. La seconda raccolta appena usciut. Roma della gente, olire della rissosilà, dello spirito e del greve cinismo dei romani un ritratto ormai più ghignarne che divertito: « Bisogna capire. Un'avventura ] ] al giorno. Tutti i giorni. Per quindici anni. E' dura ». Ne ha scritte in treno, in jet, in letto con l'itterizia, in un dialetto di cui ha identificato nuovi termini e grafia. Vi ha scaricato umori, amori, rancori: «In itti lavoro simile meni latita autobiografia quanta uno scrittore in un romanzo ». Vi ha registrato gli adultcrii dei collcghi, i pasticci degli amici, gli incontri dei conoscenti, le notizie della cronaca: « Non potrei andare in giro per la città a caccia di tipi o episodi: sto sempre in casa a lavorare ». Ne ha ricavalo persecuzioni di personaggi che si riconoscevano protagonisti dell'invenzione, deliziata fedeltà dei lettori, esaurimento nervoso, amoroso disgusto per la città: « Sogno sempre di smetterla con Roma. Ma è come sognare " andremo a Tahiti ": alla fine, non parti mai ». Ultima colomba L'ultimo slogan coniato dai giornali americani underground è ormai più evasivo che eversivo: « Prendi il potere, e scappa ». 77, giornale underground inglese, l'ultima scoperta l'ha fatta in una grande agenzia di pubblicità: per incarico di una marca famosa di tabacco, famosi designers hanno già studiato i pacchetti per le nuove sigarette alla marijuana, di cui si prevede prossima la legalizzazione. Sui pacchetti figura, degradata a simbolo di un'altra pace, una colomba bianca. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Antonioni, Bertolucci, Castelli, Giancarlo Del Re, Maria Schneider, Marion Brando, Pinelli, Schneider