Tra Siria e Egitto di Igor Man

Tra Siria e Egitto ISRAELE E LA DIFFICILE TREGUA Tra Siria e Egitto Gli improvvisi e duri attacchi israeliani sulle alture di Golan persuaderanno Sadat a intervenire? - La situazione interna dell'Egitto è instabile, ogni sorpresa può avvenire (Dal nostro inviato speciale) Tel Aviv, 26 novembre. Attaccando con tanta violenza la Siria non si finirà col favorire la penetrazione sovietica in quel Paese? Se gli attacchi si ripeteranno, ed ogni volta più forti, alla lunga non si finirà con il fare il gioco siriano, che è di spingere l'Egitto a rompere la tregua sul Canale? Facendo propri questi interrogativi, un giornalista li ha riproposti al ministro Israel Galili, considerato il portavoce di Golda Meir. Galili nega che le « azioni di rappresaglia » svolle nei giorni scorsi e altre che potrebbero avvenire in futuro, possano favorire la penetrazione sovietica in Siria: « Essa è ima conseguenza dell'allontanamento dei consiglieri russi e delle unità costituite sovietiche dall'Egitto. Essa corrisponde ai noti interessi strategici del-1 l'Urss ». Resta peraltro il pericolo che un aumento degli aiuti militari di Mosca incoraggi la Siria a violare decisamente il « cessate il fuoco » determinando una situazione di | esuema gravità sul fronte Nord. ' « Quanto all'Egitto, ovvia- -, mente non posso sapere quale I swà la sua reazione, ma penso che se si vuole salvare la tre-1 gita bisognerebbe che gli arabi facessero appello alla "solidarietà araba" per accelerare la \ marcia verso la pace, non giù per aizzare chi vuole la guerra». Secondo il giornale giordano Al Qai, « eventi importanti » stanno per maturare in Egitto. Sadat potrebbe formare presto un « gabinetto militare » per i mettere fine allo stato attuale né di guerra ne di pace. 11 libanese AI Attuar (filo-egiziano) scrìve al riguardo che questo governo dovrebbe applicare il piano enunciato dal presidente Sadat stesso mirante ad « accelerare il regolamento pacifico con la ripresa della guerra di usura sul Canale». Tre giorni fa, al Cairo, il ministro della Guerra e comandante delle forze armate, generale Istnail, ha dichiaralo che « non esiste altro mezzo all'injuori della battaglia per recuperare i territori perduti e salvaguardare i diritti degli arabi ». A Damasco l'ufficioso Al Saoura scrive stamane che « la lotta armata è l'unico mezzo per mettere fine all'incertezza del momento. La situazione è esplosiva ». Come si sa, i siriani stanno esercitando forti pressioni sull'Egitto perché rompa la tregua. Sia pure indirettamente, la radio di Damasco rimprovera agli egiziani la loro passività, in un momento cosi drammatico e importante per la grande patria araba, di cui la Siria costituisce l'unità di « choc ». Una personalità siriana ha dichiarato all'inviato speciale del libanese L'Orient-Le jottr che «tutte le esitazioni sono fatalmente destinate a cadere».,Ci avviamo rapidamente verso un nuovo tipo di guerra di usura che, ad un dato momento, rimetterà in causa la tregua d'ai- dsfdplcfctacdtmcnsmi instaurata nel 1970. La Si- ria non ha nulla da perdere ma tutto da guadagnare, perché una recrudescenza della tensione sul Golan potrebbe compromettere i progetti di pace attualmente in elaborazione e obbligare il governo egiziano — già sottoposto a forti pressioni interne — a rompere il cessate il fuoco. Il quotidiano del Kuwait Daily News, rende omaggio al-c. . , . .. Jp . la Sina, che, « rigettando ogni produttori di petrolio non già per far la guerra bensì per elaborare « soluzioni disfatti-ste », primo fra tutti l'Egitto. « Così stando le cose, non si soluzione pacifica, combalte con onore contro il nemico ». Il giornale attacca i Paesi arabi che utilizzano gli aiuti dei Pae capisce perche si debba conti- nuore ad aiutarlo ». 1! Cairo ha assicurato a Da- inasco che romperà il cessate il fuoco « qualora Israele lanciasse una offensiva di grandi noporzioni contro la Siria ;-. Una squadriglia di Mig 17 egiziani è già stala posta a d^po-izione delle autorità siriane,.on le quali « lo Stato Maggio-;c egiziano lavorerà in strato coordinamento a.. L'ufficiosa férusalem Post ammonisce: « L'Egitto deve rendersi conto che . e ha veramente deciso di cooralitare la sue attività militarcon i siriani questo potrà costargli molto caro ». Un « ammonimento » ben più concreto viene dalle grandi manovre afuoco in corso ormai da irgiorni nel Sinai, dove gli israeliani simulano azioni di difese di contrattacco impiccandtruppe da sbarco, paracadutistcarri armati ed aviazione. « Attenzione: niente avventure militari! t,. ammonisce a suvolta Hcykal, il direttore dAl Attraili, portu\oec dei mo derati egiziani, nella sua con- | sueta rubrica del venerdì: « Con franchezza ». ricordando come a Siria non si sia mossa quan- j do il Libano subì le dure rappresaglie israeliane. A rigor di logica, Sadat non avrebbe alcun interesse a riaccendere il fronte di Suez. A parte i rischi che comporta sul piano militare, ora che l'Egitto non c più al riparo dell'ombrello sovietico, la guerra di usura rimanderebbe a tempo indeterminato ogni possibilità di regola- mento pacifico anche interlocutorio (la riapertura del Ca- j naie). Tuttavia, se la situazione sul fronte siriano dovesse pre-1 cipitarc, Sadat potrebbe anche esser costretto a muoversi per non perdere la faccia, come dicono gli arabi. Perdere la faccia potrebbe anche costargli il potere. Tutto, in definitiva, dipende da Israele. Il governo di Gerusalemme appare deciso a proseguire nella sua « strategia della dissuasione » verso la Siria, incoraggiato dalla assoluta man canza di reazioni ai suoi ultimi j allaccili «da porle degli Stati Uniti, dei paesi dell'Europa occidentale e della stessa Urss », come osserva Ycdiot Aharonot I in un suo editoriale. Tuttavia i si dovrebbe escludere che fu-1 turi attacchi contro i siriani assumano quel carattere di « gravità » che costringerebbe l'Egitto a muoversi. Ieri, al suo arrivo a Tel Aviv, l'ambasciatore d'Israele negli Stati Uniti, Itzhar Rabin, ha confermato ai giornalisti come non si sia avuta in America alcuna reazione ufficiale all'ultimo raid israeliano contro la Siria. « Ma — ci ha detto oggi — i circoli di Washington Iwniio espresso la speranza che Israele saprà dosare le sue rappresaglie contro i fedayn nel Colati in modo che le stesse non provochino un incendio sul fronte di Suez ». Igor Man