Kissinger arriva a Parigi per il negoziato risolutivo di Ennio Caretto

Kissinger arriva a Parigi per il negoziato risolutivo Ventunesima (e ultima) missione segreta Kissinger arriva a Parigi per il negoziato risolutivo Secondo il portavoce della Casa Bianca questa serie di colloqui "durerà parecchi giorni" - Prima del "cessate il fuoco" sarebbe prevista ancora una trattativa a Saigon - Secondo il "New York Times" l'accordo di pace è pronto "al 90 per cento" (Dal nostro corrispondente) New York, 19 novembre. Si apre stamane a Parigi l'ultimo (o il penultimo) negoziato per la pace nel Vietnam. E' il ventunesimo e sarà probabilmente il più lungo e difficile. Il portavoce della Casa Bianca Ziegler ha dichiarato che « durerà parecchi giorni, forse anche di più ». Seguirà ad esso un negoziato a Saigon. Ha scritto ieri il New York Times che « la pace è possibile per lametà di dicembre » e che i primi prigionieri di guerra | americani ritornerebbero a casa « per Natale ». Kissinger e il suo seguito hanno trascorso la notte nella residenza dell'ambasciatore Porter. Al momento in cui scrivo, non si sa ancora dove avviene l'incontro con Le Due Tho. Tutto è circondato da un estremo riserbo. Ma la composizione delle due delegazioni testimonia dell'impegno americano e nordvietnamila. Oltre che dal «vice», generale Haig, Kissinger è accompagnato da Sullivan, del Dipartimento di Stato, e da Negroponte, Rodman, Lord e Engel della Casa Bianca. Le Due Tho ha con sé, oltre all'ambasciatore Xuan Thuy, anche il vice ministro degli Esteri Nguyen Co Thach. Kissinger ha trascorso la giornata di sabato in consultazione col presidente Nixon, che lia interrotto la vacanza di Camp David, nel Maryland, rientrando temporaneamente a Washington. Ieri mattina i due uomini si sono parlati soltanto per telefono, prima della partenza del consigliere e poi durante il volo verso Parigi. Il Presidente è tornato a Camp David, dove sta preparando un importante rimpasto ministeriale. Al telefono lia anche dettato istruzioni ai suoi rappresentanti a Ginevra per le trattative nucleari. Secondo il New York Ti- mes, Kissinger ritiene che l'accordo di pace col NordVietnam « sia pronto per il 90 per cento, e resti da negoziare solo il 10 per cento ». Il consigliere avrebbe detto ad un visitatore di non sapere se « Le Due Tho ha ricevuto dal politburo un mandato per un accordo accettabile ». Ma il quotidiano ha aggiunto: « Sulla base dei contatti avuti con Hanoi nei giorni scorsi, la Casa Bianca non ha nessun motivo di temere un insuccesso ». Se necessario, un « ultimissimo » incontro potrebbe svolgersi, alla vigilia della Arma, forse nella stessa Hanoi. Che cosa rende l'attuale negoziato tanto delicato? Sostanzialmente, sono da chiarire quattro punti, su richiesta del Sudvietnam. Il primo è il ritiro delle truppe nordvietnamite dai territori occupati. Il Sudvietnam vuole che Hanoi assuma un impegno preciso in questo senso, senza peraltro limiti precisi di tempo per la sua attuazione. Hanoi è disposta a ritirare solo parte delle truppe, e senza dare garanzìe di nessun genere. Il secondo punto in discussione è l'armistizio. Il Sudvietnam lo vuole totale, e quindi anche nel Cambogia e nel Laos. Hanoi ha promesso di disimpegnarsi da questi due Paesi, ma non intende assumere impegni per quanto riguarda i guerriglieri comunisti, « Khmer Rouge » e « Pathet Lao », a fare altrettanto. Il terzo punto è la zona smilitarizzata. Il Sudvietnam la vuole istituzionalizzare, Hanoi non s'è pronunciata. Il quarto punto è il Consiglio nazionale di ricostruzione. Il Sudvietnam lo vuole solo come infrastruttura elettorale, e sospetta che Hanoi lo veda invece come un governo di transizione. Di questi quattro punti, il più grave è il primo. Mentre sugli altri tre, pressioni « equilibrate » degli Stati Uniti potrebbero spingere i due Vietnam a un compromesso, sul primo è probabile lo scontro. La soluzione per cui Kissinger si batte, per ora senI za fortuna, è che Saigon sino1 biliti una parte delle sue forze armate per indurre Hanoi a imitarla. Se l'ostacolo fosse superato, la pace sarebbe questioni dì giorni. L'atmosfera in cui i lavori si aprono stamattina è costruttiva e di cauto ottimismo. In segno di buona volontà, gli Stati Uniti hanno diminuito i bombardamenti sul Nordvietnam: il 23 ottobre avevano già stabilito di | non oltrepassare il ventesimo parallelo, ora compiono 150 incursioni al giorno anziché 300 circa. Nel Sudvietnam, tuttavia, le ostilità proseguono con immutata inten¬ smlmDCfsdetacotèiLs sità. Il presidente sudvietnamita Thieu ha ordinato all'esercito di riconquistare il maggior territorio possibile. Dal Nord, dal Laos e dal Cambogia continuano le infiltrazioni comuniste. La comunità internazionale segue con ansia il negoziato di Parigi. Il governo francese e quello russo hanno arrecato un sostanziale contributo alla sua ripresa, dopo la mancata firma dell'accordo il 31 ottobre: l'ambasciatore sovietico a Washington, Dobrynin, è stato richiamato a Mosca in occasione del passaggio di Le Due Tho a « scopo persuasivo », e il ministro degli Esteri di Francia, Schumann ha tenuto un dialogo costan te con Hanoi. Ennio Caretto * | Washington. Henry Kissinger alla partenza per Parigi (Ap)