Offerti a Monzon novanta milioni per la rivincita con Briscoe in Usa

Offerti a Monzon novanta milioni per la rivincita con Briscoe in Usa Dopo la vittoria ai punti dell'argentino a Buenos Aires Offerti a Monzon novanta milioni per la rivincita con Briscoe in Usa Il negro è l'unico, tra gli sfidanti del campione del mondo, che non sia finito k. o. - Carlos non accetterà le proposte americane: solo sul ring di casa (o in Italia) rischierebbe ancora con il "bombardiere calvo" /Nostro servizio particolare) Buenos Aires, lunedì mattina. « Monzon, un martello », « Monzon si è stancato di picchiare », « Briscoe è un robot », « un avversario difficile », « Monzon ha vinto con uno sforzo poco comune ». Sono alcuni dei titoli con i quali i giornali di Buenos Aires hanno commentato il combattutissimo e duro incontro di sabato sera al « Luna Park », dove il pugile argentino Carlos Monzon ha conservato il titolo mondiale dei pesi medi, che metteva in palio per la sesta volta, battendo ai punti il negro statunitense Bennie Briscoe. E' stato questo il primo dei 7 incontri mondiali di Monzon — includendo quello di Roma contro Nino Benvenuti, nel quale conquistò la corona mondiale — che sia giunto al limite delle quindici riprese. Soltanto un altro negro, lo statunitense Emile Griffìth, sullo stesso ring del « Luna Park » di Buenos Aires, poco più di un anno fa, era riuscito a resistere sino alla penultima ripresa, quando l'arbitro messicano Ramon Berumen fermò l'ormai impari lotta. Questa constatazione induce qualcuno a pensare erroneamente che Monzon non sia poi cosi forte come tutti hanno sinora pensato di lui. Il pugile argentino picchia forte, ma questa volta si è trovato di fronte una vera roccia. Piuttosto, si può condividere il pensiero di coloro che affermano che l'attuale tit olare mondiale dei pesi medi è un pugile più adatto al mercato europeo — dove può fare migliore sfoggio della sua forza — che non ad avversari di scuola nordamericana, che sono indubbiamente più temprati come incassatori, come ha dimostrato chiaramente il negro calvo di Filadelfia. Ecco perché difficilmente il « clan » di Monzon accetterà le offerte che sono piovute immediatamente dopo il match di sabato per mettere in palio il titolo mondiale negli Stati Uniti. Un promotore di Filadelfia, che ha organizzato molti incontri di Briscoe, ha offerto 150 mila dollari netti a Monzon (circa 90 milioni di lire), più i diritti di televisione e radio per l'Argentina, per la rivincita con Briscoe. Anche il Madison Square Garden di New York vuole Monzon nella metropoli statunitense contro il colombiano Rodrigo Valdez, anch'esso pupillo di Gii Clancy come Emile Griffìth. Monzon è l'unico campione del mondo dei pesi medi che non abbia mai messo piede negli Stati Uniti, un paese che una volta era denominato la « mecca della boxe ». Ma Monzon sicuramente non accetterà di combattere nel Nord America. Una rivincita a Briscoe, se dovesse proprio andare in porto — la gente del rapato pugile di Filadelfia, cominciando dal manager Arnold Weiss e dal tecnico principale Quinzell McCall, l'hanno chiesta immediatamente — è piuttosto un affare che starebbe a cuore allo stesso « Luna Park » di Buenos Aires ed anche al promotore italiano Rodolfo Sabbatini. Questi però ha intenzione per il momento di presentare in Italia un match di Monzon contro il vincitore dell'incontro tra Emile Griffìth e Jean-Claude Bouttier, che si disputerà a mepbbllvtucsrèParigi il 18 dicembre prossi- mo. Monzon, nell'attesa degli eventi, penserà a riposarsi, poi, penserà nuovamente alla boxe nel 1973, anno che probabilmente dovrebbe essere l'ultimo della sua carriera. Monzon ha riconosciuto, lealmente, il coraggio e la valentia con cui ha combattuto Briscoe. « Meriterebbe un monumento per la sua eccezionale resistenza. Non so come un uomo abbia potuto sopportare una punizione così dura dal primo all'ulimo round. Per me quel negro è un essere di un altro pianeta... ». Il campione del mondo ha spiegato anche il cruciale episodio del nono round, quando poco mancò che lo sfidan- j te lo mettesse fuori combattimento. « Sì — ha dichiarato Carlos — mi ha fatto sentire il suo destro, ma è successo perché l'ho visto groggy e mi sono fidato troppo. Ho voluto farla finita ed è stato in quel momento che mi ha colpito di sorpresa. Ho visto l'orologio e mancava ancora un minuto. Allora, ho dovuto dedicarmi a frenarlo per non dargli un'altra occasione. Anche nella quattordicesima ripresa mi ha dato un altro buon colpo, ma con meno forza. Per questo nell'ultimo round mi sono dedicato a congelare il combattimento, per non correre il rischio di essere colto un'altra volta di sorpresa. Sinceramente, bisogna rendere omaggio alle qualità del negro ». Carlos Orsi j o r i Buenos Aires. Briscoe si piega sotto i duri colpi dell'argentino Monzon (Tclefoto)