Beata una suora assassinata dall'ammalato che assisteva

Beata una suora assassinata dall'ammalato che assisteva Beata una suora assassinata dall'ammalato che assisteva Suor Agostina Pietrantoni, nel 1894, fu assassinata nell'ospedale romano di S. Spirito - Quando cadde sotto le coltellate, perdonò il suo uccisore Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, lun. matt. Dopo il salesiano don Rua, beatificato due settimane addietro. Paolo VI ha ieri deretato il culto ecclesiastico d una suora infermiera dela Sabina. Agostina Pietranoni, trucidata 78 anni fa nel'ospedale romano di S. Spiito. Il filo conduttore è sem- pre lo slf;sso e l0-si 5u,òiav" visare nel proposito del Ponefice, nell'attuale crisi che nveste il clero ed i religiosi del mondo cattolico, di insistere sui motivi di fondo della vocazione. Don Rua fu ardente sacerdote che della « regola » saesiana faceva la sua disciplina quotidiana, Agostina Pietrantoni contrasse la tubercolosi in otto anni di servizio infermieristico nel reparto tisici e quando cadde sotto le coltellate di un suo ex assistito, ebbe per lui pa- role di perdono. Fedeltà e sacrificio sono la lezione che Paolo VI ha inteso dare con le due beatificazioni al clero moderno. Suor Agostina Pietrantoni apparteneva alla congregazione delle suore della carità di S. Giovanna Antida Thouret e la sua morte scosse profondamente la Roma di fine secolo che partecipò in massa ai funerali: il suo nome fu sulla bocca di tutti in quei giorni, « cristiani, anticristiani, liberali, massoni e a qualsivoglia setta o partito appartenessero ». come ebbe a scrivere la « Civiltà Cattolica » del tempo. Fu uccisa nell'ospedale di S. Spirito da Giuseppe Romanelli, che era stato dimesso dall'istituto per il suo « laido » comportamento un mese prima del tragico fatto di cronaca nera. Aveva soltanto trent'anni suor Agostina e altrettanti il suo uccisore. Il Romanelli, denominato « Pippo er ciocco ». la riteneva responsabile dell'espulsione dall'ospedale e ave va compilato una lista delle | pc | dolore ». persone da sopprimere per la sua vendetta, nella quale figurava anche il direttore. Il 13 novembre 1894, confuso tra i familiari che si recavano a visitare gli infermi, riuscì ad entrare nell'ospedale, raggiunse suor Agostina e la colpi selvaggiamente per sette volte. Ci fu chi parlò di violenza carnale, ma il referto dell'autopsia non lasciò dubbi in proposito: « Suor Agostina — diceva — si è fatta scannare come un agnello ed è pura come un angelo». Il Romanelli fu catturato due giorni più tardi, mentre erano in corso i funerali della religiosa, e poi condannato all'ergastolo: morì nel penitenziario di Porto Santo Stefano un anno dopo, per tisi. Nel proclamarla beata, ieri Paolo VI ha richiamato l'attenzione di tutti sulle religiose che negli ospedali continuano « con analoga oblazione, a fare sacrifìcio di sé per il conforto dell'umano f. p.

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Porto Santo Stefano