Ragazzine giocano sul marciapiede a farsi avvicinare da automobilisti

Ragazzine giocano sul marciapiede a farsi avvicinare da automobilisti Il convegno di Roma e gli incredibili casi a Torino Ragazzine giocano sul marciapiede a farsi avvicinare da automobilisti Sono scolare - Finiti i compiti, alla sera scendevano sulla strada e facevano a gara su chi riceveva più offerte - Le madri se ne sono accorte in tempo - Intervista con il capo della Mobile, Montesano - Le donne sul marciapiede sono una minoranza, assai più numerose quelle dei bar e delle case clandestine: lavorano a ore e mantengono la rispettabilità - Sette delitti rimasti impuniti 11 calcolo dell'on. Pia Colini Lombardi vuole assai prossimo al milione il numero «ufficiale» delle prostitute in Italia. Si dice che le maggiori concentrazioni di mondane siano a Roma e nel triangolo Milano-Torìno-Genova. Ma il mondo del marciapiede non è fatto di certezze. Dichiara il dott. Montesano, capo della «Mobile»: v A Torino sono meno numerose di quanto si creda. Non più di qualche centinaio. In aumento con l'espandersi della città, ma senza eccessi preoccupanti ». La situazione è diversa, aitando si consideri che molte prostitute non sono mai scese in strada: hanno appartamenti dove ricevono clienti di buon portafogli, incappano nella rete di gualche tenutaria e agiscono nei locali notturni ed in certi alberghi, u Sono le "professioniste" — spiega Montesano — che accumulano le tanto chiacchierate fortune. Quelle di strada, per quanto belle e giovani, costituiscono la manovalanza ». L'invasione L'invasione delle strade torinesi comincio nel '58 quan- do, in conseguenza della leg- \ ge Merlin, furono chiuse le case di tolleranza. I « locali di meretricio », previsti dai regolamenti di pubblica sicurezza, si svuotarono, ma la «rieducazione» auspicata dalla legge Merlin era destinata a rimanere soltanto una speranza: la quasi totalità delle reduci dai « locali di meretricio» fini sul marciapiede ad aspettare quegli stessi clienti che un'organizzazione efficiente ed antidemocratica aveva fino allora procurato. Erano i primi timidi tentativi di una prostituzione che si sarebbe fatta di anno in anno più sfacciala. Ora dai « quartieri di vita » la prostituzione è dilagata in tutta la città. Ha invaso strade e palazzi abitali da gente 1 «normale», costretto a una coabitazione spesso tempestosa — sempre sgradita — con « professioniste » che ricevono ininterrottamente: decine di clienti al giorno, in « garconnières » improvvisate. dopo l'approccio in strada. La gente è ora divisa fra lo sdegno moralistico « per le tante sconcezze che si svolgono sulla pubblica via » e il terrore per le malattie che dal marciapiede si diffondono. L'irritazione per le conseguenze anche banali della prostituzióne cresce di giorno in giorno: lettere ai giornali denunciano la « situazio- ne intollerabile per le donne che, dovendo rientrare a sera inoltrata, sono avvicinate con-timminente da troppi indivi-dui e costrette a sopportare ì lazzi di prostitute messe in allarme perché temono la "concorrenza"». Madri aliar- mate protestano « perché non è possibile lasciar uscire una adolescente in strada senza temere che qualcuno la irretisca». Una donna (cinque figli, marito manovale) rac conta: « Ho scoperto che la mia bambina. 14 anni, scendeva ogni sera in strada con un'amica, facevano un "gioco" all'apparenza innocente: contavano le auio che si fermavano e gli uomini che chiedevano la loro compagnia. Gareggiavano: quale delle due otteneva più " corteggiatori ". Se non mi fossi accorta in tempo cìi questo "gioco", fino a quando non sarebbe sue cesso niente di grave? ». Tut-ti, concordi, lamentano il ver-tiginoso salire del canone diaffìtto nelle zone pullulanti dipied-à-terre delle mondane:risulta rlie in una casa min-in o semi-nuova un alloggioi/; una stanza e servizi costaalmeno 50 nula lire mensiliMa soprattutto a Torino sic diffusa In paura per un mondo che matura e cresce nella città e tuttavia ne rimane estraneo, con sue leggi c sua morale. Sette omicidi di mondane negli ultimi anni, di cui troppi insoluti. L'ultimo è del 27 marzo. La vittima si chiama Franca Croccolino. 30 anni, ex infermiera Dicono che abbia lascia to il vecchio mestiere perché voleva far soldi. Tanti e subito. C'era riuscita: diligentemente, con la pazienza di un contabile e l'aridità d'uno strozzino, aveva accumulatouna fortumi. Ancora gualcheanno e avrebbe abbandonatolo « professione », « redenta » e milionaria. I delitti L'uomo che ha ucciso Franca Croccolino non ha nomeNon liti nome citi assassino Secondina Borgnelto che a quasi settantanni ancora « riceveva h in corso Casale. Nha volto chi massacro a colpdi scure la ricchissima Delfimi Pigliata in piazza Carducei o chi soffoco Martine Beauregurd e iabbundonò in unprato a Vinovo. La gente si indigna ai guadagni che si dicono vertiginosi, c non soggetti a tasse, delle mondane. Ma è anche spaventata dall'assoluta omertà che circonda sfruttatori e sfruttate, i loro lucrosi affari, i rapporti con tgpptto malavita che nelle banche l 1 spara e uccide. Le tariffe Il caso Croccolino e quello Beauregard sono sintomatici: testimoniano di quanto e come la figura della prostituta sia mutata nel volgere di pochi anni. Entrambe sono descritte come ragazze I raffinate, ben lontane dalla volgarità provocatoria delle \ I Prime «donne da marciapie- j pe ». Hanno, case arredate senza economia, vestono in !« boutiques » alla moda. Tol-1 to il trucco pesante — unica j concessione all'adescamento \ — possono rientrare nella 1 I normalità, essere scambiate ' per impiegate, madri di famiglia, professioniste. Le loro tariffe variano dalle 10 mila lire di via Ormea e corso Massimo d'Azeglio, a r e a - dove sono le più giovani e graziose, alle 500 delle zone periferiche, in cui confluiscono le « vecchie ». Raramente qualcuna chiede di più e. se lo fa. suscita l'inimicizia del- e j le « colleghe » pronte ad ac a ì cusarla di « rovinare » la zo-1 «a. Ma il fenomeno più pre-! occupante non si verifica — \ come sottolinea Montesano n ; — sulla strada. Ramifica nea | gli appartamenti, entra nelle - « case-bene ». E' il problema n 1 delle « squillo ». Il loro mona i do e nettamente distinto da a I quello delle prostitute. e a n : . Le casalinghe Dichiara « Mobile »: il capo della u Si parla tan- donne da marciapiede: inserite nel giro ne escono sole tanto dopo che lo spettacolo . , della loro vecchiaia è con : si desolante da scoraggiare o qualsiasi "cliente". Ma è -1 " professioniste " di cui si r- ' diceva. Dopo qualche anno i ! di attività, si accasano e coni ducono vita normale». : Ancor più frequenti sareb- to di redenzione, si citano episodi in cui compaiono mondane tornate alla norma-lità. Il caso è raro per le una prassi consueta per le n- acro i casi delle prostituteo « a ore». «Accettano l'incon- a irò con qualche cliente — af- i, ferma Montesano — per ar-si rotondare il bilancio messon in crisi da acquisti avventa- ti. Poi tornano a casa, mo-1 ilgli perfette e signore irreprensibili ». La provincia costituisce un problema a parte. Dice Montesano: « Ci sono prostitute sulle strade di grande passaggio. Nei paesi vige la re¬ gola della riservatezza: il cliente teme scandali. Non esiste un "mercato" sufficiente a sopravvivere ». La notizia è confermata dai carabinieri. Qualche esempio: a Rivoli è segnalata la presenza di una decina di mondane sulla statale- per Susa. Le strade di Chieri ne sarebbero sgombre, così come quelle di Pianezza. Ad Alpignano se ne segnalano 2. talvolta 3. sulla strada per Caselette. A Gru-1 gliasco sarebbero sei. Il capo' della « mobile » spiega: « Ci ! sono decine di prostitute che hanno residenza in provincia, dove vive la loro famiglia. Gli stessi vicini ne ignorano . zpccspBq mestiere. La "riservatez- " è uno dei motivi per cui referiscono la città al picolo centro. L'altro è la falità dei guadagni. Su queo mercato la richiesta suera di gran lunga l'offerta. asta soffermarsi una sera ualunque in corso Massimo D'Azeglio e osservare quante auto sostano in attesa di una donna ». « Torino — scrisse "Le Monde" non senza una certa cattiveria — è una grande città di uomini soli ». Eleonora Bertolotto Alvaro Gilì Torino ijna scena sempre p;u frequente nelle strade del centro e della periferia: l'auto si ferma all'invito (Moisio)