Dal '63 non si vedeva un così forte rincaro

Dal '63 non si vedeva un così forte rincaro Dal '63 non si vedeva un così forte rincaro Nel '72 il costo della vita è aumentato dell'8,14%; in particolare: 10,45 i beni e servizi; 8 l'alimentazione; 8,99 l'abbigliamento; 2,5 gli affitti - Popolazione: negativo il saldo del movimento migratorio Le patate comuni costavano un anno t'a sul mercato torinese, secondo i rilevamenti dell'assessorato alla statistica, 82 lire il chilo. Ora si pagano 103 lire il chilo. In dodici mesi un aumento del 25,61 per cento. Nello stesso periodo, la carne fresca di vitello scelto senza osso è rincarata del 22,99 per cento nei primi tagli e del 26,68 per cento nei secondi tagli. Le cipoUe secche hanno fatto un balzo addirittura del 72,48 per cento, i limoni gialli di tipo comune del 34,23 per cento. Su 64 generi di alimenti controllati dalle statistiche, solo quattro sono diminuiti di prezzo (cardi, cavolflori, (inocchi e sedano), mentre due non registrano variazioni (il pane e l'insalata). Tutti gli altri sono rincarati. Come meravigliarsi se dal novembre '71 al novembre '72 il costo della vita torinese è salito dell'8,14 per cento'.' Presentando alla stampa i dati più significativi dell'anno, per quanto riguarda i prezzi e la popolazione, l'assessore alla statistica Alablso ha precisato: «I dati sano aggiornati solo a tutto novembre, per ragioni tecniche. Ma le variazioni di dicembre sono limitate. Le cifre possono essere ritenute valide per tutto l'anno ». Nel 1963 il costo della vita aveva registrato un aumento dell'8,50 per cento. Poi vi fu una progressiva diminuzione fino all'l,26 per cento del 1967. Da allora l'indice è stato sempre in ascesa, toccando un aumento del 5,11 per cento nel 71. Il balzo di quest'anno segna dunque una preoccupante fase acuta del fenomeno prezzi. La media nazionale dell'incremento del costo della vita non è stata ancora resa nota ufficialmente, ma si prevede che si aggirerà intorno al 7 o 7,5 per cento. La gravità della situazione ha provocato un intervento del Comitato interministeriale prezzi. In sede di commissione, si è chiesto che non siano permessi aumenti al primo gennaio del pane, del latte, dello zucchero e della benzina. Per le tariffe della luce e per numerosi medicinali è stata proposta una sensibile riduzione. Per quanto riguarda la nostra città, l'iniziativa per ora più interessante è l'immissione sul mercato di carne argentina, venduta a un prezzo concorrenziale: 2500 lire il chilo per 1 tagli pregiati. Il costo della vita è calcolato, come si sa, su cinque capitoli di spesa: alimentazione, abbigliamento, elettricità e combustibili, abitazione, beni e servizi. L'au¬ mento di 8,14 per cento è la media delle variazioni nei cinque settori. Scendendo a un esame più dettagliato, lo scossone più forte si è avuto per i beni e servizi: -t 10,45 per cento. Ciò dipende anche dal progressivo miglioramento del tenore di vita generale. L'alimentazione (+8.01) e Vubbigliamento 1+8,99) offrono maggiore motivo di preoccupazioni: soprattutto le spese per il vitto colpiscono i bilanci familiari nei generi di prima necessità. Nonostante il benessere, l'esigenza di mangiare decentemente non'è la stessa cosa che quella di andare al cinema. Tenuto conto della pesante incidenza dell'affitto su salari e stipendi, l'aumento del 2,51 per cento registrato nel settore abitazione (nonostante il blocco) può destare giustificati allarmi. L'unica diminuzione è stata rilevata nel settore dell'elettricità e combustibili: —1,58 per cento, a conferma di una tendenza già sottolineata nel corso dell'anno. E' stato accertato che questo ribasso dipende soprattutto dalla maggiore resa del gasolio rispetto alla nafta: si sono rivelate esatte, almeno per la nostra città, le previsioni dei tecnici, quando fu imposta la sostituzione degli impianti per ridurre l'inquinamento. Popolazione — Mancando ancora i dati di dicembre, non si possono fare confronti In assoluto con gli anni passati: si possono però indicare delle tendenze. Gli immigrati sono stati, nei primi undici mesi, meno di 41 mila. Si ritiene che con dicembre potranno arrivare a 45 mila. Cioè sarebbe l'immigrazione più bassa degli ultimi sei anni: 54 mila nel '67; 56 mila nel '68; 59 mila nel '69; 52 mila nel '70; 47 mila nel 71. Per contro abbastanza alto appare il numero degli emigrati: 44 mila fino a tutto novembre, probabilmente 48-49 mila entro la fine dell'aralo. Anche in questo caso si tratterebbe del più alto flusso di emigrazione degli ultimi sei aiuti. In conclusione tutto fa prevedere, con sufficiente certezza, che per la prima volta dal '67 a oggi il saldo del movimento migratorio a Torino sarà negativo (lo è già per i primi undici mesi: —3.061 abitanti). E' positivo, invece, il saldo del movimento naturale (fino a novembre: 15.974 nati e 9378 morti). A fine anno ci saranno probabilmente 3-4 mila torinesi in più: al 1" gennaio erano 1.178.376, al 30 novembre erano 1.182.202, e a San Silvestro saranno circa un milione 185 mila. Il 41 per cento degli emigrati da Torino si è riversato, anche quest'anno, nei Comuni della provincia (25 per cento nella cintura). II flusso più alto ha investito Moncalieri, Collegllo, Nichelino e Riveli. Un altro 27 per cento ha lasciato Torino per il Sud e le isole: a '.me ottobre tremila risultavano tornati nelle Puglie, 2750 in Sicilia.

Persone citate: Riveli

Luoghi citati: Moncalieri, Sicilia, Torino