Entrano all'"Oréal,, confusi tra i piazzisti stordiscono la cassiera e rubano 8 milioni

Entrano all'"Oréal,, confusi tra i piazzisti stordiscono la cassiera e rubano 8 milioni Due giovani freddi, eleganti, tra gli impiegati che si scambiano auguri Entrano all'"Oréal,, confusi tra i piazzisti stordiscono la cassiera e rubano 8 milioni In via Garibaldi - Appena nelPufficio si coprono il viso e spianano le pistole sulle quattro impiegate - Una, che tenta di premere il pulsante dell'allarme, è colpita brutalmente al capo con il calcio dell'arma - Vuotano la cassaforte mentre nel corridoio attende una coda di rappresentanti - Poi sgusciano sotto gli occhi del custode, raggiungono l'automobile e fuggono Eleganti, freddi, brutali, due banditi hanno dato l'assalto alla cassa della sede centrale dell'Oréal di via Ga- ribaldi 42. Si sono confusi fra la piccola l'olla di viag- datori e parrucchieri e giunti inavvertiti nel locale della cassa hanno spianato le pi- stole. Quando un'impiegata ha tentato di premere il pulsante dell'allarme, l'hanno e . colpita alla testa. Se ne sono andati con un bottino di quasi otto milioni. Nel vasto atrio il via vai della gente era intenso fin dall'apertura. Sulla destra c'è la portineria, a. sinistra si allunga il corridoio sul quale si aprono le porte degli uffici amministrativi; l'ultimo è l'ufficio della cassa. Nella stanza, alle 9,20, c'erano tre impiegate: la cassiera Emilia Brosio, 51 anni, via Pigafetta; Laura Massa, 26 anni, abitante a Moncalieri; Marisa Ferrua, 31 anni, Testona, che era in compagnia della nipote Fiorella Pizzi, 20 anni. Il lavoro procede spedito, numerosi viaggiatori si alternano agli sportelli per depositare o incassare. Scambio di auguri, saluti, convenevoli. Nessuno nota due giovani con eleganti soprabiti chiari che aspettano pazientemente in coda sulla porta della cassa. Portano un cappello con la tesa sugli occhi e, quando viene il loro turno ed entrano sono lesti a rialzarsi le sciarpe fino al naso. Ora hanno il viso coperto, in pugno stringono due pistole e le puntano sulle impiegate. Calmi, a mezza voce, ordinano: «Fuori i soldi e niente storie: questa è una rapina». Nel corridoio nessuno si accorge di nulla: c'è ancora il via vai, alcuni sostano vicino alla porta in attesa del proprio turno. Nell'ufficio si vivono momenti di terrore. Le quattro donne non osano muoversi, dopo qualche istante uno dei banditi passa dietro al bancone e si dirige verso il forziere. La cassiera è rimasta padrona dei propri nervi: con molta cautela si muove per raggiungere col piede il pulsante dell'allarme collegato con la portineria. Ma il bandito non si lascia sorprendere e mentre l'attenzione della donna è tutta tesa al pulsante, la colpisce violentemente al capo col calcio della pistola. Emilia Brosio crolla a terra, il sangue copioso le cola dall'orecchio destro. Mentre si rialza barcollando il bandito rimasto vicino alla porta dice seccamente: «Vi abbiamo ordinato di star ferme, ne va della vita». Ora le impiegate sono pietrificate dal terrore, ma i banditi non si sentono più sicuri. Il tentativo di ribellione gli ha fatto perdere il sangue freddo. Rivolto a Emilia Brosio, uno dei due dice: «Mettiti vicino alle altre». E dopo un attimo aggiunge: «Tutte faccia al muro, e fate molta attenzione se non volete morire». Il complice è intanto arrivato al lorziere aperto. Dalla tasca ha tol¬ to un sacchetto di plastica, lo riempie di denaro: 7 milioni e 700 mila lire, poi ficca dentro anche numerosi assegni. Lavora spedito, in pochi attimi la cassaforte è vuota, il bandito salta il bancone e torna accanto al complice. SI avviano alla porta, senza curarsi di tenere più d'occhio le impiegate. Prima di uscire si tolgono il passamontagna, il sacco col denaro viene nascosto sotto la giacca. Quando escono nel corridoio, un giovane domanda: «Tocca a me?». Annuiscono e affrettano il passo. Viene schiacciato il pulsante dell'allarme, il portiere, Ugo Me lani, 38 anni, via Arvier 4, esce nell'androne nel momento in cui i due giovani arrivano di corsa: «Li ho inseguiti, per un momento sono riuscito a vederli in faccia. Penso che li riconoscerei. Hanno attraversato via Garibaldi, e sono saliti su una "128" verde che li aspettava con un complice all'angolo dì via dei Quartieri. Ho preso il numero della targa. Forse sopra c'era anche un quarto ito mo, ma non ne sono sicuro perché i vetri erano appannati ». Viene dato l'allarme, il direttore amministrativo dottor Silvio De Stefanis, telefona ai carabinieri. Accorrono le «gazzelle» del Pronto intervento e le «volanti» della Mobile. Gli indizi a disposizione sono scarsi, le impiegate sconvolte, i loro racconti di poco aiuto. Solo Ugo Melani è preciso nella descrizione: «Erano alti circa uno e ottanta. Molto eleganti, potevano venir confusi con i viaggiatori e i rappresentanti. Uno aveva vestito grigio, barba, capelli lunghi ben pettinati; l'altro un vestito sul viola, capelli lunghi e riccioluti». Gli investigatori sospettano che a ideare 11 colpo sia stata una persona pratica dei locali della ditta. Ricoverata in stato di choc al Maria Vittoria, ia cassiera Emilia Brosio guarirà in due settimane. Emilia Brosio, la cassiera ferita dai rapinatori - Le 'altre impiegate, ancora sconvolte, descrivono le fasi dell'aggressione - Ugo Metani ha inseguito i banditi

Luoghi citati: Moncalieri