Critiche in Francia alla "force de frappe,,
Critiche in Francia alla "force de frappe,, Critiche in Francia alla "force de frappe,, (Dal nostro corrispondente) Parigi, 26 dicembre. La Francia — secondo i centristi di opposizione — spende troppo per il prestigio militare, in particolare per la costituzione di una force de frappe che molti considerano inutile in quanto è notevolmente inferiore a quella delle altre potenze nucleari e non basterebbe a difendere davvero il paese in caso di conflitto. Pur essendo uscita dalla Nato, la Francia continua a fare assegnamento sulle forze di tale organizzazione, specie americane, poi che un'aggressione — si di ce — non potrebbe venire che dall'Est, malgrado la distensione. Lo sa benissimo il presidente Georges Pompidou, il quale è ostile alla riduzione equilibrata delle forze sul nostro continente perché le truppe americane, ritornando a casa, metterebbero l'oceano fra esse e l'Europa occidentale mentre quelle sovietiche sarebbero a poche centinaia di chilometri. Perciò i « riformatori » — che vogliono diventare la cerniera della futura maggioranza governativa — ritengono che le spese di prestigio dovranno essere soppresse incominciando da quelle della force de frappe. Il generale a riposo Maurice Tabouis, in appoggio a tale tesi, scrive su L'Aurore che la Francia ha speso per le forze armate in tredici anni, dal 1960 al 1973 (egli include le spese militari previste dal bilancio per l'anno prossimo) 430 miliardi di franchi. Il generale Tabouis traccia un quadro particolareggiato di tutte le forze armate francesi, precisando l'importanza di ogni gruppo e il compito che gli è assegnato. Sottolinea che oltre alla force de frappe, «esse comprendono soprattutto la prima armata, le forze aeree e ma1 rittime normali, e conclude: « A titolo di paragone, le for- ze terrestri della Bundeswehr costituiscono 12 divisioni e 3 brigate, cioè il doppio della nostra prima armata aumentata dalla undicesima divisione, così come la Luftwaffe ha sensibilmente una quantità di aerei da combattimento che è il doppio della nostra ». 1, m.
Persone citate: Georges Pompidou, Maurice Tabouis
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