Cordate "in gara,, in vetta al Bianco
Cordate "in gara,, in vetta al Bianco Forse sono giunte in cima Cordate "in gara,, in vetta al Bianco Sei alpinisti (4 francesi e due italiani) sono impegnati sulla cresta integrale del Peutérey Una "prima invernale" ai limiti dell'impossibile - Altre scalate sulle Dolomiti di Brenta (Dal nostro corrispondente) Aosta, 26 dicembre. (g.g.) Sei alpinisti sono da 4 giorni impegnati nella scalata in « prima invernale » della cresta integrale del Peutérey sul versante italiano del Monte Bianco, una delle più complesse ascensioni delle Alpi. La prima cordata è composta da quattro francesi, Jannyek Seigneur di Chamonix, Michel Feullerade, Max Gally e dal sacerdote Louis Audibert di Tolosa,.e l'altra dai fratelli Oreste ed Arturo Squi. nobal, entrambi guide di Gressoney, partiti con mezza giornata di distacco: sarebbero giunti in vetta nel tardo pomeriggio superando otto chilometri di arrampicata su creste, su e giù per torri rocciose e cime, misurandosi in un'insolita competizione. Le nubi che avvolgono da ieri il massiccio alpino impediscono di seguire con i binocoli gli spostamenti degli scalatori ma, stando ai collegamenti radio che gli alpinisti tengono ad ore prefissate con amici e familiari a valle, avrebbero trascorso la scorsa notte nel bivacco Craveri posto a poco più di 3500 metri tra l'Aiguille Noire e l'Aiguille Bianche. L'integrale del Peutérey è considerata dagli esperti di alpinismo, specie nel periodo invernale, per le innumerevoli insidie e difficoltà dovute al ghiaccio, alla neve ,ed al freddo (che raggiunge punte di —25, —30) una vera e propria spedizione. Occorre portare con sé in enormi zaini decine di chili di materiale e viveri che consentano di sopravvivere almeno otto-nove giorni senza difficoltà. Per la prima volta la scalata integrale fu compiuta in quattro giorni nel luglio del '34 da Gottner, Kroboth, Sahmodere. Le notizie che giungono a valle sui sei alpinisti sono spesso in contraddizione: di certo si è saputo che le cordate hanno trascorso la notte di Natale sulla vetta de l'Aiguille Noire dove Louis Audibert ha celebrato una Messa. Da allora avrebbero proseguito l'ascensione insieme in attesa di disputarsi il finale sulla cresta del Pilier d'Angle. Se la notizia della vittoria è vera, trascorsa questa notte alla capanna Vallot, sul versante francese del Monte Bianco, i sei alpinisti dovrebbero entro domattina essere a Chamonix. Trento, 26 dicembre. (a.n.) Nel giorno di Natale si sono concluse felicemente due arditissime scalate in prima assoluta invernale nelle Dolomiti del gruppo di Brenta. Dopo cinque giorni di arrampicata e quattro bivacchi notturni in roccia sulla strapiombante parete del Crozzon di Brenta (3135 m), lungo la cosiddetta « via dei francesi », che misura 800 metri di altezza e presenta difficoltà di sesto grado, due noti rocciatori trentini, Andrea Andreotti e Heinz Steinkoetter, hanno raggiunto la vetta superando in libera l'ultimo tratto ricoperto di neve e ghiaccio, con una temperatura scesa a 20 gradi sotto zero. Un'altra cordata composta di sei rocciatori, Emilio Pizzicollo, del Cai di Monza e i trentini Valentino Chini, Ruggero Pellegrini, Remo Niccolini, Vincenzo De Gasperi e Mario Pilati, ha superato dopo quattro giorni e tre notti gli 800 metri della parete Nord-Est della Brenta Alta, Altre due cordate di alpinisti veneti hanno pure condotto a termine l'ascensione della difficilissima via Solleder, sulla parete Est del Sass Maor delle Pale di San Martino di Castrozza.
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