La tragedia alla fattoria di Luciano Curino

La tragedia alla fattoria La tragedia alla fattoria Soltanto dopo otto mesi, ieri al processo, si è avuta una spiegazione del «delitto di Nairobi». La notizia dell'uccisione del conte Guarienti era giunta il 6 aprile, scarna e poco chiara. L'uomo era morto,, colpito al petto da due fucilate calibro 12, nella villa della sua amante Elly Phaedra Grammatikas. «La donna non si dichiara colpevole e nemmeno si protesta innocente». Anche i giorni seguenti furono scarsi di particolari. 11 «caso» era difficile da decifrare (amore o denaro, tradimento o abbandono, incidente od omicidio volontario?) e nella cella del carcere di Nairobi Elly Grammatikas pareva assente, non dava spiegazioni. Si seppe poi che, la notte della tragedia, essa aveva ospiti il milanese Gustavo Argenti e la moglie, l'ex attrice Xenia Valderi: dormivano quando il conte Guarienti venne alla villa. Furono svegliati da due denotazioni, accorsero e videro il conte veronese morto sulla soglia di casa e la greca stravolta, che cercava di infilare una cartuccia nel fucile per spararsi. Disarmata, corse nella sua stanza per avvelenarsi, e l'Argenti la salvò ancora strappandole il tubetto di un farmaco tossico. Poi, rifiutò di dare spiegazioni. Ma voci cominciarono a circolare a Nairobi. Si disse che una relazione durata molti anni stava finendo malinconicamente. «Guarienti evitava di parlare chiaro, forse per sfuggire a discussioni o forse per debolezza, ma si comportava come chi è già uscito da una storia e attende che il partner ne prenda atto. Come accade in queste circostanze, il partner, cioè la Grammatikas, era esaperato dalla mancanza di chiarezza del conte veronese». Ora, il silenzio della greca sembrava confermare queste voci, era il silenzio di una donna innamorata ma tradita e alla quale non importa più nulla. Ieri al processo il difensore ha affermato che «se la sua cliente non era sposata con la vittima, poteva giustamente considerarsi come una moglie in quanto gli aveva dato 14 anni della sua giovinezza» e ha anche rivelato che «all'epoca del fatto Elly Grammatikas era in uno stato mentale confuso, da qualche tempo, per cercare un sollievo alla sua pena, aveva anche cominciato a bere». Naturalmente, la clamorosa mite sentenza non è stata decisa da questi argomenti, ma perche i giudici hanno ritenuto la donna colpevole soltanto di omicidio colposo, «un caso ai limiti dell'incidente». Il conte Piero Guarienti di Branzone aveva 49 anni, la sua famiglia c imparentata con i Canossa, i Bonifacio, i Savoia. Un Guarienti capitano di ventura è ritratto in un celebre quadro del Veronese. I Guarienti di Branzone sono proprietari di Punta S. Vigilio, la più bella località del lago di Garda, e qui hanno una stupenda villa. Il padre, conte Bortolo, possiede anche tenute a Torri del Benaco, Calmasino, Gazzo Veronese, Roverchiara. Piero Guarienti si è laureato in legge, si è sposato contro il parere dei familiari, ha avuto una figlia, ma «l'unione con la moglie durò pochi anni perché Piero non era uomo di casa». Bell'uomo, alto, sportivo, brillante. «Era un ciclone» dice una sua amica. Molte le avventure femminili. Nel 1955 sorprende parenti e amici con una clamorosa decisione: lascia tutto e si stabilisce nel Kenia, forse più per trovare nuove emozioni che fortuna. Fa l'agricoltore, poi il trattorista, trova anche il tempo per le belle donne. Conosce Elly Phaedra Grammatikas, giovane greca ricca, proprietaria di una grande piantagione di caffè, presso Nairobi. Acquista una tenuta a Riff Valley, nella zona di Naivasha, poi un grande appezzamento di terreno, con la villa dell'ex governatore inglese, a Kipipiri sulle pèndici del Kenia, c'alleva una razza pregiata di pecore. E' uno degli uomini più in vista di Nairobi. Vivono assieme quattordici anni. Ora la donna ne ha 36, lui 49. Il conte Guarienti fa venire dall'Italia ed ospita una nipote di 24 anni, perché frequenti una scuola di Nairobi ed impari l'inglese. La Grammatikas è gelosa. La sera del 5 aprile (egli era appena ritornato dall'Italia, dove era stato per i funerali della madre) la greca telefona alla tenuta di Riff Valley, chiede all'amico di andare da lei, che deve parlargli. Poco dopo, due esplosioni. Ieri al processo, il difensore ha detto che la Grammatikas e il conte Guarienti «possedevano e gestivano insieme varie aziende agricole in Kenia, e fu nella cassaforte di una delle loro fattorie che essa scoprì una lettera scritta dal come nella quale egli si rivolgeva alla sua giovane nipote — è la tesi della difesa — con "mia carissima e amatissima donna"». L'avvocato ha poi letto una dichiarazione della Grammatikas in cui si affermava che essa «aveva affrontato il suo amante con una doppietta minacciando di suicidarsi se egli non avesse troncato il suo rapporto con la nipote: il conte si era gettato sul fucile, dal quale erano partiti due colpi. «Vidi sangue schizzare dappertutto — è scritto nel documento —. E' stato come un incubo. In nessun momento ho mai premuto il grilletto. Non ho mai avuto intenzione di fare del male a Piero. Lo amavo molto». Luciano Curino , x Nairobi. Elly Grammaticas