I retroscena di Montedison di Eugenio Scalfari

I retroscena di Montedison NOTE D'ECONOMIA I retroscena di Montedison Milano, 21 dicembre. L'assemblea della Montedison di due giorni fa, della quale i giornali hanno raccontato 10 svolgimento, durato complessivamente 11 ore, e stata preceduta e seguita da fatti assai rilevanti che soltanto oggi siamo in grado di rivelare. La mattina del 19 dicembre 11 presidente della società, Eugenio Ccfis, informava il direttore generale dell'Imi, Giorgio Cappon, che a suo avviso l'assemblea avrebbe dovuto eleggere il consiglio di amministrazione (quello vecchio si presentava, infatti, dimissionario) per tre anni, a termini di statuto. Cappon obiettava che le istruzioni date dal governo agli azionisti pubblici della società (Eni e Iri) erano di limitarsi a respingere le dimissioni del consiglio, lasciandolo in carica fino all'assemblea della prossima primavera; non essendo ancora costituito il nuovo sindacato di controllo, non c'era altro modo di procedere. A questo punto Cefis ribatteva che, a quelle condizioni, egli non si sarebbe neppure presentato in assemblea. Cominciavano a questo punto affannose consultazioni tra Cappon, il ministro del Bilancio, quello del Tesoro, e quello delle Partecipazioni, rese assai complicate dal fatto che il presidente dell'Eni Gironi era irreperibile. Comunque, alle 5 del pomeriggio l'assemblea aveva inizio; tra i vari azionisti presenti c'era anche un funzionario dell'Iri, Oppo, che aveva ricevuto istruzioni di presentare un ordine del giorno col quale si proponeva, appunto, di respingere le dimissioni del consiglio e lasciarlo in carica fino a primavera. L'ordine del giorno Oppo veniva presentato, ma contro di esso si levavano a parlare due azionisti, entrambi avvocati. Nel frattempo Oppo veniva colto da malore (si era già a notte inoltrata) e prontamente assistito da un medico. La discussione proseguiva, i rappresentanti dell'Eni presenti non prendevano la parola, l'ordine del giorno Oppo veniva posto in votazione e l'assemblea rieleggeva il consiglio per la durata di tre anni. Subito dopo Cefis dichiarava che il consiglio si sarebbe, comunque, presentato dimissionario nella primavera del 1974. Fine dell'assemblea. Ma alle 5 di notte veniva immediatamente riunito il consiglio che. ormai nella pienezza dei suoi poteri, procedeva all'elezione del comitato esecutivo: il presidente Ccfis. il vicepresidente Torchiala e i consiglieri delegati Mozzanti, Grandi, Corsi e Sferza. Nessun rappresentante dell'Eni, ne dcll'lri, né dell'Imi ne entrava a far parte. Questa elezione a sorpresa veniva a conoscenza dei ministri interessati soltanto la mattina dopo e suscitava violente reazioni, che hanno avuto un seguito oggi in una riunione della direzione democristiana; nel corso di essa i rappreselilauti della sinistra protestavano violentemente per quanto era accaduto la notte del 19 in Foro Ronapartc e il segretario I orienti dichiarava pubblicamente il suo stupore e il suo malcontento. Taviaiti. dal canto suo. faceva sapere che il sindacato di controllo dovrà essere immancabilmente costituito entro il 7 gennaio. Contrariamente a quanto riferito slamane da un giornale, a presiederlo non sarà affano Gastone Miconi. direttore generale del Tesoro (carica incompatibile con la presidenza di un sindacate d'una società privata) ma Giorgio Cappon. Questi, almeno, gli intendimenti del governo; della cui realizzabilità peraltro, dopo (pianto c accaduto, è lecito dubitare. Eugenio Scalfari

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