In 200 mila si contendono 20 mila posti di Felice Froio

In 200 mila si contendono 20 mila posti Ieri in tutta Italia la prova scritta per il concorso magistrale In 200 mila si contendono 20 mila posti In Italia ci sono 642 istituti magistrali (355 non sono statali) dove ogni anno si diplomano 50 mila giovani, quasi tutte donne - Mezzo milione di maestri sono disoccupati o si accontentano di posti di ripiego (operai, impiegati) \ i (Nostro servizio particolare) I Kuina. 18 dicembre. I «; ;. »na. ,,,,,,; :,, *nua si i svolta oggi in tutta Italia la prova scritta del concorso magistrale: oltre 2(10 mila candidati si con- i tendono 21 mila posti di maestro. Da più di vent'anni una massa di maestri — molti non più giovani — si presenta ai concorsi che vengono banditi ogni biennio per coprire le cattedre che si rendono libere. Per spiegare il fenomeno della disoccupazioni' magistrale sono sufficienti questi dati: abbiamo (ili istituti magistrali (355 non statali) che «sfornano» ogni anno da 45 a 5(1 mila diplomati, quasi tutti donne d'87%). Di tutti i diplomati delle scuole superiori i maestri sono quelli che stentano di più a trovare un posto. Fin dall'immediato dopoguerra le amministrazioni locali, asse- condate dai politici, chiede- I vano, ottenendolo, un istituto magistrale, le autorità scolastiche, pur sapendo che la | espansione della scuola eie-1 1 mentare non richiedeva un j numero così alto di maestri I massecondavano i politici. E' | cstata una escalation: gli isti- at tJ t { j. eranQ 145 nel ,46 dopo dieci anni 228, quest'anno siamo arrivati a 287. Da più parti si disse che l'Italia continuando ad aprire istituti magistrali avrebbe creato sgtcl« una fabbrica di disoccupa- j rfi », ma non c'è stato nulla j da fare, !e scuole sono au- ; mentate progressivamente. | E' stato calcolato che ci I sono circa 500 mila maestri j disoccupati o che si sono j accontentati temporaneamen- te di un posto di ripiego. In | tutti i concorsi pubblici per 1 quali si richiede la licenza di scuola media la maggior parte dei candidati sono j maestri. Ma anche i concorsi 1 magistrali presentano inconvenienti gravi: ogni volta che viene bandito un concorso s: assiste ad una vera e propria migrazione da una provincia all'altra, dalla Sicilia al Piemonte, dalla Calabria ai Veneto, dal Lazio alla Sardegna o alla Lombardia; i giovani corrono in quelle prò-1 vince dov'è maggiore il nu-1 mero dei posti messi a con- corso, perché ritengono di avere più probabilità di riuscire. Dopo le prove avvengono fatti a volte drammatici: numerosi vincitori non sempre possono spostarsi con la famiglia ed iniziano l'affannosa ricerca di una raccomandazione per ottene re l'assegnazione provvisoria; non pochi, dopo tante attese e tanti sacrifici, rinunciano. Nel concorso di due anni fa su 210 mila concorrenti 78 mi ia furono ammessi alle prove orali. 18 mila risultarono vin citori, e 42 mila vennero in¬ elusi nelle graduatorie ad esaurimento. Questi ultimi devono aspettare, prima che rie scano ad essere nominati in ruolo passano anni; in alcune province anche dieci. Accade così che la maggior parte degli idonei, nel frattempo, si accontentino di un qualsiasi posto senza più riprendere hicngipdcdtmstztmscenoun libro per aggiornarsi. 1 Quando viene il loro turno si presentano a scuola oltre che impreparati in una condizione psicologica negativa per loro e ancor più per gli alunni. La politica scolastica che ha favorito il crescere degli istituti magistrali ha avuto conseguenze negative anche nell'ambiente familiare dei giovani diplomati. Diventare insegnante ha rappresentato per molti genitori il traguardo del cambiamento della condizione sociale; migliaia di lavoratori hanno sopportato sacrifici per dare un diploma ai figli e poi li hanno visti in posti umili che si potevano ottenere con la licenza di scuola media. Negli ultimi anni il numero dei diplomati (in maggioranza maestri) occupati nell'industria come operai sono aumentati: erano 45 su 1.000 nel 1970, sono passati a 62 nel 1971; e per ottenere il posto sono costretti a nascondere il titolo di studio. Negli studi di avvocati, di notai, nelle copisterie e anche negli studi medici la maggior parte delle giovani impiegate sono maestre Sembrava che il problema dell'Istituto magistrale si avviasse a soluzione quando la commissione Biasini ne proponeva la soppressione. Si disse allora che veniva finalmente accolta la proposta di un largo schieramento politico e quella di tutti i pedagogisti: la preparazione degli insegnanti elementari era rinviata ad un corso universitario. Lo stesso presidente dell'Associazione maestri cattolici, on. Carlo Buzzi, in una recente conferenza stampa diceva: « Denunciamo l'errore della formazione del maestro a livello secondario, vogliamo che l'Istituto magistrale sia soppresso e che la formazione degli insegnanti elementari venga latta con un corso dì laurea all'Università ». Ma il recente progetto di riforma delle scuole superiori, preparato dal ministro Scalfaro, conferma l'Istituto magistrale il cui corso viene portato da quattro a i.inque anni. Mantenendo in vita questa scuola, si è osservato da più parti, chi non prosegue gli studi difficilmente po'trà trovare occupazione in un'altra attività. , Felice Froio

Persone citate: Biasini, Carlo Buzzi, Scalfaro