Moncalierl: titolare di un negozio di alimentari tramortito e derubato di 300 mila lire

Moncalierl: titolare di un negozio di alimentari tramortito e derubato di 300 mila lire Moncalierl: titolare di un negozio di alimentari tramortito e derubato di 300 mila lire All'attacco della diligenza che porta i 11 soldi dello Stato », come cent'anni or sono nelle contrade della nuova frontiera. Banditi col volto mascherato e le armi In pugno hanno dirottato la corriera postale delle 7 per Fiano e l'hanno fatta fermare in una stradina dietro il camposanto di Robassomero. Autista, bigliettaio e viaggiatori sono rimasti prigionieri alcuni minuti, poi i banditi hanno preso i sacchi con il denaro e sono fuggiti nella nebbia. Il bottino è di 11 milioni e mezzo, gran parte dei quali n tredicesime ». I banditi hanno agito a colpo sicuro: conoscevano l'orario del « postale », sapevano dove cercare il denaro e soprattutto quali sacchi prendere e quali scartare. La preparazione della rapina è stata accurata, come altre volte quando sono stati assaltati furgoni e vagoni postali. Oppure come due mesi fa, quando presso Ivrea fu bloccata una corriera che trasportava valori. Uno solo, secondo i carabinieri, potrebbe essere il cervello che progetta questi colpi e guida i banditi. La tecnica usata per la rapina di ieri è infatti molto simile. Confuso fra la piccola folla dei passeggeri che pochi minuti prima delle 7 aspettava in corso Giulio Cesare il pullman per Fiano e Cafasse, c'era un giovane, vestito con giaccone dal bavero rialzato, passamontagna sul volto e sciarpa. La corriera è partita puntuale: a bordo c'erano l'autista Felice Falcherò, 47 anni, Fiano, via Cafasse 26; il bigliettaio Faustino Soffietti, 20 anni, Fiano. via Cafasse 12 e una ventina di passeggeri. Dice Faustino Soffietti: « Quel giovane aveva il biglietto per Robassomero. Si è gettato sul sedili in fondo brontolando per il freddo ». La corsa è proseguita tranquilla fino al bivio per Robassomero. L'autista: u Alla fermata c'erano due giovani. Parevano infreddoliti, avevano le sciarpe sulla bocca e il p.'.ssamontagna sugli occhi, battevano i piedi per scaldarsi ». Uno stringeva sotto il braccio destro un oggetto molto lungo, avvolto in un giornale. Hanno chiesto il biglietto per Fiano, poi si sono seduti a metà vettura. Ancora una breve corsa, poi il giovane che sembrava dormire sull'ultimo sedile è scattato in piedi. Nella mano stringeva una pistola. Anche i due complici saliti da poco si sono alzati. Dall'involto è saltato fuori un mitra, il giovane che lo impugnava si è piazzato in mezzo alla corriera e ha detto, con marcato accento piemontese: « Questa e una rapina. State fermi e non vi accadrà niente ». Anche il terzo bandito ha tirato fuori una pistola. Si è avvicinato all'autista e puntandogli la canna al fianco ha intimato: «Fai quello che ti dico, altrimenti ti sparo ». Poi ha ordinato che il pullman imboccasse la carrareccia che dalla provinciale porta al cimitero. Felice Falcherò ha dovuto guidare per quasi im chilometro con la rivoltella puntata alle reni. Giunti tra gli alberi il rapinatore ha ordinato di fermare: « Dammi le chiavi dell'accensione, delle portiere e del bagagliaio ii. Preso il mazzo lo ha gettato dal finestrino. I passeggeri terrò- rizzati hanno scorto allora avvi- cinarsi una 128 verde oliva. L'au- to ha invertito la marcia e si è fermata col muso rivolto alla prò- vinciate. Qualcuno ha intravisto im uomo intabarrato scendere e aprire il baule dell'auto. Il bandito col mitra e quello salito al capolinea sono rimasti a sorvegliare viaggiatori e personale; l'altro è saltato a terra e ha raccolto le chiavi, ha aperto il bagagliaio e ha cominciato a fruga- re fra i sacchi della posta. Con sicurezza ha scelto i sei sacchi di « speciali » e i tre di 11 bis », che contengono raccomandate, un lavoro breve. Poi anche gli altri sono scesi. Prima di allontanarsi un avvertimento: « Non date l'allarme almeno per cinque minuti. Vi teniamo d'occhio e vi spareremmo ». Quando la 128 si è allontanata un passeggero ha preso il numero della targa: era di un'Alfa 1750 rubata. L'allarme non è stato tempe¬ stivo. Senza le chiavi per l'accensione autista e passeggeri hanno impiegato almeno una decina di minuti a spingere il pullman. Pei sono stati avvertiti i carabinieri di Fiano, di Venaria e del Nucleo radiomobile di Torino. Sul posto sono accorsi il maresciallo Bindi e il brigadiere Tavarone. Seno scattati i posti di blocco, seno state controllate decine di auto. Della 128 si sa scio che è arrivata alla « direttissima » Tcrino-Lanzo, nessuno, però, ha visto che direzione ha preso. * Due giovani, armati e mascherati, hanno compiuto una rapina in un negozio di alimentari di Moncalieri. Dopo avere minacciato il negoziante, lo hanno ferito al volto col calcio delia pistola. Poi sono fuggiti con l'incasso della giornata, circa 300 mila lire, a bordo di una 1100 grigia, scomparsa nella fitta nebbia. La rapina è avvenuta verso le 20, in corso Trieste 71, al confine di Torino. Nel negozio c'era solo il titolare, Giorgio Munerato, 35 anni, corso Leonardo da Vinci 3. Ha raccontato: ii Si è spalancata la porta, sono entrati in due. Sui 20 anni, avevano il volto coperto da un fazzoletto. Impugnavano le pistole ii. Hanno intimato: « Fermo o spariamo ». Uno è subito corso dietro al banco, ha minacciato il Munerato poi l'ha colpito al volto col calcio della pistola. « Sono caduto a terra, ho cercato riparo sotto il bancone — ha raccontato il commerciante — poi sono strisciato nel retro ». I malviventi lo hanno seguito, minacciandolo ancora, a I soldi, fuori i soldi a, hanno gridato. « Perdevo molto sangue dalla ferita, ero spaventato — ha aggiunto il Munerato — ho indicato il cassetto del banco. Dentro c'era l'incasso della giornata. L'avevo contato poco prima: quasi 300 mila lire ». Il bigliettaio Faustino Soffietti, l'autista Felice Falcherò. Il negoziante Giorgio Munerato

Persone citate: Bindi, Faustino Soffietti, Fiano, Giorgio Munerato, Munerato