Intervistata l'amica del presunto omicida

Intervistata l'amica del presunto omicida n conte ucciso a Venezia Intervistata l'amica del presunto omicida Rintracciata dal nostro corrispondente negli Stati Uniti - Lunedì riprende il processo (Dal nostro invialo speciale) Venezia, i) dicembre. Il delitto del Canal Grande è forse giunto alla conclusione giudiziaria. Lunedi, la corte d'assise di Venezia, presieduta dal dottor Fletzer, riprenderà il tormentato processo con l'audizione degli ultimi testimoni. Subito dopo prenderanno la parola i rappresentanti della parte civile, onorevole Spagnoli e avvocato Gianquinto, ai quali seguirà la requisitoria del p.m. dottor Bagarotto. Contro la pubblica e la privata accusa, I nell'interesse dell'ex marittimo jugoslavo Raoul Blazic, di 24 anni, latitante, parlerà il difensore d'ufficio avvocato Pognici. L'orribile delitto fu compiuto la sera del 19 luglio 1970 nell'appartamento del conte, al terzo piano di Ca' Dario, uno degli storici palazzi che si affacciano sul Canai Grande tra l'Accademia e la Salute. I sospetti della polizia caddero subito sul Blazic. Il giovane, proprio quella sera, si era recato in casa di Filippo Giordano, che viveva solo. Alcune ore dopo il Blazic parti per Londra piuttosto precipitosamente facendosi portare in taxi all'aeroporto di Tessera. Era in compagnia di Nancy Schaeffer, una giovane americana con la quale aveva vissuto per alcuni mesi a Venezia. Nancy Schaeffer, che in questo processo è evidentemente la testimone più importante, non si è presentata ai giudici veneziani. La corte, per controllare alcune dichia¬ I razioni della giovane americana, si recò persino a Londra a interrogare due funzionari di Scotland Yard: entrambi dichiararono che la Schaeffer disse a voce, ma non volle che fosse messo per scritto, che la sera della partenza da Venezia Blazic appariva «spaventato e preoccupato». Per conoscere le ragioni di tale spavento abbiamo chiesto al nostro corrispondente da New York, Ennio Caretto. di mettersi in contatto con la Schaeffer e di porle alcune domande. La donna, che vive a Portland (Oregon), non ha telefono. La polizia l'ha gentilmente rintracciata, informandola del nostro desiderio di parlare con lei. Nancy Schaeffer ha telefonato al nostro corrispondente, al quale non ha voluto dire dove lavora, e gli ha fatto questa dichiarazione: «Ho detto tutto ciò che. avevo da dire in due interrogatori poco dopo il fatto. Non posso e non voglio aggiungere niente. La magistratura di Venezia è al corrente di tutto quello che so. Sono disposta a rilasciare alla magistratura di Venezia, su sua richiesta, una dichiarazione scritta, che però non conterrebbe niente di nuovo. Non sono disposta a farlo per i giornali. Quanto è accaduto I è ormai lontano nel tempo, \ preferisco non tornarci sopra. Ho delle ragioni personali. Non è che qualcuno mi abbia sottoposta a pressioni o che io abbia paura Desidero conservare la serenità che ho trovato», g a